#20 - I'm here

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È un mercoledì mattino di fine primavera e come ogni mercoledì, quando il mio ragazzo non è fuori città, mi sveglio nel suo letto. Il sole filtra da uno spiraglio della tenda bianca e mi affretto a spegnere la sveglia per poter permettere a Niall di dormire un altro po'. Io d'altro canto invece devo affrettarmi e prepararmi per andare al lavoro, preparo una colazione veloce sia per me che per Niall e indosso uno dei completi nuovi acquistato qualche giorno fa in centro. Da un paio di mesi sto praticando il tirocinio, come assistente personale, in un ufficio legale a Londra. È stata una fortuna trovare questo impiego e sono sicura che sarà un ottimo trampolino di lancio per la mia carriera anche se per ora il massimo che mi è concesso di fare è portare caffè e sistemare scartoffie. "Babe, sto andando" sussurro al mio ragazzo ancora sdraiato a letto "Ti ho lasciato la colazione sul tavolo" "Mh" mugugna strofinandosi gli occhi "Grazie piccola, buon lavoro" gli lascio un bacio sulla fronte ed esco di casa.

"Buongiorno Grace" saluto la segretaria dell'ufficio "Buongiorno (Y/N)", sistemo la mia giacca rosa pastello sulla poltrona della mia scrivania e dopo aver acceso il computer incomincio a leggere le e-mail arrivate durante le ultime ore, così da poter sottoporre le più importanti al mio capo, l'avvocato Gregory Smith.
Quasi all'ora di pranzo busso alla sua porta in legno massiccio e, dopo aver avuto il permesso, entro con un mucchio di faldoni in mano "Signor Smith queste sono le pratiche che mi aveva chiesto di catalogare, gliele posso lasciare qui?" domando "Si certo, le metta la" mi indica la cassettiera d'epoca all'angolo della stanza, credo che qui dentro non ci sia nemmeno una cosa di un valore economico inferiore alle tremila sterline, il che mi fa sentire un po' fuori contesto, ma i gusti sono gusti e di certo non mi permetterei mai di discutere di queste cose con il mio capo. Sto per uscire dall'ufficio quando mi richiama "Signorina (Y/N), mi porterebbe un caffè?" "Si certo, il solito?" domando "Si". Afferro la giacca e mi scontro con Grace "Pausa pranzo insieme?" mi chiede "No, scusa Grace ma sto andando a prendere il caffè per il signor Gregory, credo che andrò in pausa più tardi" "Nessun problema, sarà per domani... a dopo" "A dopo". Mi precipito fuori dal palazzo il più velocemente possibile, oramai mi sono persino abituata a portare i tacchi. Essere l'assistente personale di un avvocato comporta anche questo, abbigliamento elegante e comportamento da signora, probabilmente in queste condizioni dimostro anche qualche anno in più dei miei ventitré.

Il 'solito' caffè del signor Smith è una brodaglia acquosa con l'aggiunta di panna, del piccolo bar all'angolo della strada, ancora non mi spiego come faccia ad apprezzarlo, ma ho imparato che meno cose si sanno e meglio è. "Ecco a lei, se non ha bisogno d'altro vado in pausa" gli porgo il bicchiere in carta marrone "Grace è già andata?" domanda "Si, venti minuti fa circa" rispondo buttando un occhio al mio orologio. Si alza dalla sua poltrona rossa e sorseggia la bevanda calda "Sa signorina, questo completo le dona molto" dice lanciandomi un'occhiata dalla testa ai piedi "Grazie Signor Smith" "Può chiamarmi Gregory... ormai lavora qui da quanto?" "Sono due mesi signore" "Ah, due mesi!" esclama avvicinandosi di più a me che sono ancora impalata davanti alla porta "Quindi può chiamarmi anche per nome" poggia il bicchiere sul comò accanto a me "Non mi sentirei a mio agio, lei è pur sempre il mio capo" "Già, ma non sarebbe male se ci chiamassimo per nome..." accarezza la mia spalla destra "Capisce cosa intendo?" domanda, il mio corpo si irrigidisce e dalla mia bocca non esce una parola "E' da quando è arrivata questa mattina che penso a quanto vorrei toglierle quella gonna" dice con una voce più bassa e roca. Nella mia testa ho un totale casino, ma che sta succedendo? Vorrei urlare ma non trovo il fiato per farlo e sento il suo sul mio collo. "Ora devo andare" riesco soltanto a dire prima di correre fuori da quell'ufficio, afferrando la mia borsa con uno scatto.

I miei piedi camminano da soli, prima fino alla metropolitana e poi fino allo studio di registrazione di Niall, non son sicura di trovarlo qui ma sono spaventata e non ho la forza nemmeno di cercare il mio cellulare nella borosa. Suono il campanello e ci metto cinque minuti per convincere il portiere che sono la fidanzata di Niall Horan, quando finalmente mi lascia entrare trovo Tara, la sua assistente, seduta sui divanetti della sala relax. "Tara" "(Y/N) che ci fai qui?" chiede in un tono sorpreso "Niall?" riesco solo a dire "E' uscito per prendere il pranzo con Basil" mi informa ed è dopo quelle parole che riesco a realizzare tutto, che l'adrenalina è esaurita e scoppio in un pianto liberatorio lasciandomi cadere a peso morto su una poltrona. "Hey (Y/N), ma che succede?" si avvicina Tara, non riesco a parlare "(Y/N) chiamo Niall ok? Cerca di rilassati, respira" mi dice prima di alzarsi e comporre un numero al telefono. "Dannazione Niall rispondi!" impreca "Provo con Basil, ok?" si volta verso di me e annuisco "Pronto Basil, dove siete? Ho bisogno di Niall qui adesso... è per (Y/N), credo non stia bene... tra quanto sarete qui?" attacca e si avvicina di nuovo a me "Tesoro, sono qui... saranno qui tra pochi minuti, cerca di rilassarti ti prego" continua a dirmi.

"Piccola" sento la voce di Niall "Piccola" dice di nuovo avvicinandosi a me, mi alzo e mi butto tra le sue braccia e quando finalmente mi stringe, le mie gambe cedono e la sua forza mi tiene in piedi. "(Y/N) per favore dimmi che è successo" continuo a piangere ininterrottamente "Piccola mi sto spaventando, per favore" sussurra di nuovo tra i miei capelli, il mio fiato è corto e le parole ancora non riescono ad uscire "Vieni con me" mi prende la mano e mi conduce in un'altra stanza, più piccola di quella in cui eravamo, con un solo divano nero in pelle all'angolo e una scrivania dal lato opposto, mi fa sedere e anche lui si siede accanto a me. "Ora cerca di respirare ok? Lo facciamo insieme, seguimi" mi prende una mano, inspira ed espira insieme a me "Bravissima piccola, rilassati" continua a parlarmi con un tono dolce e in qualche modo la sua voce riesce a calmarmi. "Mi vuoi dire che succede babe?" "Smith" sibilo "Che ha fatto?" sento di nuovo le lacrime formarsi "Che ha fatto (Y/N)?" "Lui ha... ha provato..." mi cade una lacrima, a Niall non serve altro per capire cosa è successo e in uno scatto si alza dal divano "Lo ammazzo!" urla "Io lo ammazzo cazzo!" si porta le mani tra i capelli "Ti ha toccato?" chiede furioso "No... ha solo... provato a farlo" altre lacrime "Cristo, lo ammazzo!" continua ad urlare. "Tara!" chiama "Tara, dammi le chiavi della macchina" le ordina quando entra nella stanza "Niall, no..." sibilo "Resta con lei ok? Per tutto il tempo, finché non torno" ordina di nuovo alla sua assistente che nel frattempo gli ha consegnato le chiavi dell'auto. "C'è Tara con te piccola, io torno subito" "No... no... ti prego, Niall" sussurro "Ssh, devo fare una cosa ok?" dice in tono deciso prima di uscire dalla stanza. "Lo ammazzo cazzo!" sento di nuovo la sua voce urlare.

P.O.V. NIALL

La rabbia e l'adrenalina mi guidano fino al palazzo in centro città, lascio la macchina parcheggiata in seconda fila, fregandomene se al mio ritorno troverò una multa appiccicata al vetro. Salgo sull'ascensore e controllo il nome degli uffici dei vari piani finché non leggo quello di Smith. Ventiduesimo. Mi accoglie una donna sulla trentina "Devo vedere Gregory Smith" sputo acido "L'avvocato Smith riceve solo su appuntamento signore" "Al diavolo, me lo faccia vedere ora!" alzo la voce "Non credo sia possibile" "Ottimo, farò da solo" sorpasso la sua scrivania e vago non sapendo bene dove andare o quale sia il suo ufficio, ma una porta in legno scuro, con le sue iniziali sopra, mi fa capire di essere nel posto giusto. La apro con violenza e lui alza la testa spaventato "E lei chi è?" domanda "Sono il ragazzo di (Y/N) molto piacere" dico ironico "Senta, non so che le abbia detto, ma è tutto un grande malinteso" "Ah, un grande malinteso? È così che lo chiama? Provare a molestare la sua assistente, che ha dato tutto quello che aveva per questo lavoro" alzo la voce "Si deve calmare, forse non ha capito dove si trova" "So benissimo dove mi trovo, avvocato Gregory Smith" si alza dalla sua scrivania e mi si piazza davanti. È leggermente più alto di me ma ha un fisico più asciutto. "Probabilmente la sua ragazza voleva solo far carriera velocemente" ghigna "Mi ha provocato con i suoi completi succinti e il suo modo di flirtare" ghigna di nuovo. Non ci vedo più dalla rabbia, il mio braccio si alza da solo e la mia mano si chiude in una stretta prima di sferrargli un pugno deciso sul volto. Lui si porta una mano sulla zona colpita e del sangue gli esce dal naso "Ha appena colpito un avvocato" m'informa, come se me ne fregasse qualcosa "Lei forse non sa chi sono io" dico allora "La pagherà cara, cascasse il mondo signor Smith, lei se la vedrà con i miei legali e anche con la stampa se necessario" concludo prima di girargli le spalle ed andarmene.

Quando ritorno nello studio di Abbey Road i miei nervi sono tesi e la mano trema ancora per il pungo sferrato. "Tara perché non sei con (Y/N)?" domando nervoso "Niall si è addormentata, era distrutta" dice a bassa voce. Entro nella stanza dove l'ho lasciata poco più di un ora fa e la vedo rannicchiata sul divano, con ancora i tacchi scomodi ai piedi e la giacca poggiata a mo' di coperta. Con l'aiuto di Basil riesco a caricarla sulla mia auto e portarla a casa.

"Niall" sento un sussurro, mi volto e noto che (Y/N) si sta svegliando, così mi alzo dalla scrivania e raggiungo il letto "Sono qui, sono qui" la riassicuro. Si sposta appena per lasciarmi lo spazio di stendermi accanto a lei, le accarezzo la spalla e fa un sussulto prima di cominciare a piangere di nuovo "Sono io amore, non ti preoccupare" "Mi sento così stupida" ammette "Non lo sei, sei una donna forte e coraggiosa e quello stronzo la pagherà, me ne occupo io d'ora in poi. Ok?" annuisce e si butta sul mio petto "Ti preparo una tazza di tè, ti va?" domando "No... resta qui ti prego" "Ok, resto qui!" le bacio la testa "Non me ne andrò mai piccola".

Imagine N.H. (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora