#28 - You're Pregnant

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"Sei sicura di stare bene?" mi domanda Carlotta, mia cugina "Mmh" "Non hai mangiato nulla" "Non ho molta fame" rispondo assorta nei miei pensieri "Anche l'altra sera hai a malapena toccato la pizza, ed è strano" "Non so Carlotta, mi sento sempre stanca e qualsiasi cibo mi sembra insapore" "Quando è stata l'ultima volta che hai avuto le mestruazioni?" mi chiede ovvia "Che vuoi dire?" spalanco gli occhi "Non penserai davvero che..." "Quindi quando è stato?" m'interrompe "Non lo so..." mi gratto la nuca "... tre settimane fa credo" "Che dici se oggi andiamo a prenderci un gelato e compriamo un test di gravidanza?" "Carlotta, non lo so..." "Lo facciamo soltanto per toglierti questo dubbio, non è normale che tu stia così, lo sai vero?" "Qui mi conoscono tutti, non siamo a Londra e la notizia che sto comprando un test di gravidanza farebbe il giro del paese in tempo zero" mi preoccupo. Non vivo qui da qualche anno, ma ci sono cresciuta e si sa nelle piccole cittadine tutti conoscono tutti. "Potremmo andare in quella farmacia che c'è al centro commerciale" propone, annuisco rassegnata cercando di non pensare al peggio. E se Carlotta avesse ragione?

"Ok, io aspetto qui fuori, va" mi incita spingendomi leggermente verso il bagno di casa sua. Chiudo la porta alle spalle e mi guardo allo specchio prendendo due respiri profondi, quasi affannato, e prima di scartare il test mi sciacquo il viso con dell'acqua fredda.
"Quando manca?" chiedo per l'ennesima volta guardando Carlotta "Sta tranquilla (Y/N), non è passato nemmeno un minuto". Con i denti mi torturo le unghie e con il piede picchietto ininterrottamente la gamba dello sgabello su cui sono seduta "Vuoi piantala?" mi dice dura prima di essere interrotta dalla sveglia, impostata poco fa, che dichiara lo scadere del tempo necessario per conoscere la mia risposta. "Guarda tu ti prego" la supplico "(Y/N) è..." "E'?" la incito a continuare mentre con tutta la forza di volontà che ho cerco di trattenere delle lacrime "...positivo, è positivo" mi guarda e non aggiunge altro "Non è possibile" mi porto le mani ai lati della testa tenendola stretta "Deve esserci uno sbaglio Carlotta" sospiro "Tesoro, ormai questi cosi sono affidabili al novanta percento" "Che devo fare ora? Come lo dico a Niall? Dovrei chiamarlo subito? E se mi lasciasse? Sono troppo giovane per avere un figlio" sputo a raffica tutte le domande che mi comprimono il cervello "Non essere stupida (Y/N), Niall non ti lascerebbe mai, ora sta calma ok? Non ti fa nemmeno bene agitarti in questo modo" prende la mia mano e la stringe "Lo devo chiamare subito" "No, non credo sia una notizia da dare al telefono questa... infondo lo vedrai tra quando?" "Due giorni" "Ok, puoi aspettare allora" dice sicura "Non credo di riuscire... a fingere che sia tutto normale" "Ci riuscirai fidati di me" si alza dal suo sgabello e mi abbraccia "Ricordati sempre che io ci sono per te" "Grazie Carlotta" e finalmente le lacrime di paura si liberano, bagnando completamente il mio viso.

Due giorni dopo

"Hey amore, com'è stato il viaggio?" mi chiede Niall una volta entrata in casa. Durante i due giorni precedenti ci siamo sentiti davvero poco, per via dei suoi impegni, per questo è stato abbastanza semplice evitare l'argomento, ma ora che mi trovo qui, davanti a lui, sento di poter scoppiare da un momento all'altro. Mi aiuta a sfilare la giacca e la poggia sull'appendiabiti vicino alla porta. "Mi sei mancata" mi sussurra mentre con le braccia muscolose mi stringe a sé "Niall, possiamo sederci? Ti devo parlare" dico cercando di mantenere un tono controllato e staccandomi dal suo tocco caldo. Mi segue fino al salotto, non proferendo parola e dopo avermi fatto sedere si siede anche lui, dal lato opposto al mio "Perché sei così distante?" domando iniziando a preoccuparmi "Perché il tuo 'ti devo parlare' non promette niente di buono, mi vuoi lasciare?" "Che? No Niall, no... è l'ultima cosa che voglio" lo rassicuro frettolosamente "A dir la verità mi aiuterebbe se tu venissi qui accanto a me ora". Si alza e si avvicina velocemente sedendosi accanto a me e guardandomi dritta negli occhi, in cerca di risposte. "Mi sto preoccupando (Y/N)" "Non è facile, ok?" prendo un respiro profondo e le mie mani istintivamente cercando le sue, in una stretta che mi da un po' più di sicurezza. "Durante i giorni che ho passato a casa... è successa una cosa strana, ho iniziato a sentirmi stanca e ad avere poco appetito... le poche volte in cui mangiavo, il cibo era insapore e mi faceva stare male" prendo un altro respiro "Così Carlotta mi ha consigliato di acquistare un test di gravidanza e... credo di essere incinta" dico tutto d'un fiato "No, sono sicuramente incinta Niall..." abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate per paura di guardarlo negli occhi. Si alza e inizia a camminare su e giù per la stanza tirandosi alcune ciocche di capelli "Niall, dì qualcosa ti prego" lo supplico "Lo so che non lo avevamo in programma e che entrambi siamo pieni d'impegni, tu partirai tra meno di un mese e lo capisco... lo capisco se vuoi finirla qui" scoppio a piangere. Per tutte queste ore mi sono preparata in testa un discorso ma non avrei mai pensato che confessarlo ad alta voce sarebbe stato così doloroso. "Non dirlo nemmeno per scherzo, non ti lascerei mai per nulla al mondo..." continua a camminare ansioso "Non so che dire, non so..." si dirige in cucina, io non mi muovo, sento di aver perso ogni forza.

Quando mi sveglio mi accorgo di essere coperta e di aver la testa poggiata sulle cosce del mio ragazzo "Hey" sussurra spostandomi una ciocca di capelli che mi ricade sul viso, chiudo gli occhi ancora una volta per poi riaprirli subito. Alzo il busto e una fitta mi colpisce la testa "Piano, fa piano" istruisce Niall "Quanto ho dormito?" domando confusa "Meno di un'ora" mi dice afferrando i lembi del tessuto bianco e coprendomi meglio "Niall... io... mi dispiace" riesco solo a dire sentendo di nuovo le lacrime bruciarmi gli occhi "No, a me dispiace... sono confuso e lo so che non sarà facile, ma ti amo e... non lo so come faremo, ma ce la faremo" sospira accarezzandomi una guancia "Io, te e nostro figlio" sorride lievemente "Sono così spaventata" ammetto "Anche io... però, in un certo senso mi stai rendendo l'uomo più felice del mondo" sorrido anche io ora "Non è il momento adatto, non è il luogo adatto ma quando mai è stato il tempo e il luogo giusto tra noi?" sogghigna "Mai" rido anche io "Le cose si sono solo un po' affrettate, lo sai che prima o poi avrei voluto un piccolo Horan a cui insegnare tutti i segreti del golf" accarezza la mia pancia, del tutto assente, attraverso il tessuto pesante della coperta "O una piccola (Y/N) a cui cantare la ninna nanna" "La cosa certa è che con una mamma come te, non potrà essere altro che stupendo... o stupenda" bacia il dorso della mia mano e si accoccola a me.

Imagine N.H. (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora