Capitolo cinque.

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Era passato un mese da quando papà aveva cercato di violentare mia sorella e da quando aveva iniziato a frequentare quei tipi che non mi piacevano. Lui avrebbe voluto che diventassi come lui; maligno e antipatico con chiunque, ma io non ero così, io ero completamente diverso da lui. Tutti mi hanno sempre detto che io assomiglio a mio padre, anzi che sono completamente identico; ma sinceramente tutta questa somiglianza non l'ho mai vista. E mai la noterò. Bè l'unica cosa positiva era il fatto che finalmente è arrivata l'estate, il che significava niente scuola, ne compiti, ne niente; quel pomeriggio mi ero messo d'accordo con il mio migliore amico per uscire, così alle 4:30 andai da lui e andammo al centro commerciale a fare compere 'estive', dopodiché ci fermammo in un piccolo bar per prenderci qualcosa da bere.

'come va con Gabriella?' mi chiede lui.
'bene' risposi senza dire nient'altro.
'ho saputo che avete litigato'
'bè litighiamo ogni giorno, che differenza fa?'
'non fare l'antipatico'
'non sono antipatico, sei tu che fai domande del cazzo'
Non rispose, forse ero davvero antipatico, forse aveva ragione lui. Che cazzo facevo? Lui è il mio migliore amico e lo tratto come una merda? Faccio schifo. Non voglio più restare qua, mi vergogno di me stesso. Allora è vero che assomiglio a quel mostro che chiamo 'papà'...basta, da domani in poi non mi troveranno in casa. La faccio finita. Addio mondo di merda.

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