Capitolo 6

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Ansia è da sempre una delle mie più care amiche, anche se io non le voglio molto bene. Come tutto nella mia vita anche lei arriva nei momenti meno opportuni per rovinarmi l'esistenza. Stamattina ha deciso di fare la sua comparsa, il motivo? Devo dare un esame all'Università, un esame vecchio che non ero riuscita a dare alla scorsa sessione. La sento prendere il sopravvento di me, è apparsa lievemente ieri sera, quando ho iniziato a sentire una lieva stretta alla stomaco, questa morsa è diventata via via più potente nel corso della notte non facendomi dormire costringendomi a girarmi e rigirarmi nel letto. Sostanzialmente posso dire di non aver dormito e stamattina mi ritrovo con un viso da zombie e uno stato di tensione che mi avvolge totalmente.

Entro in cucina dove trovo Meredith già sveglia, anche lei oggi ha un esame, stessa mia situazione, solo che lei non è per niente in ansia o se lo è, lo sa nascondere bene.

-Buongiorno coinqui! Vuoi un po' di caffè?- mi da il buongiorno con il suo solito entusiasmo e io vorrei tanto ricambiare con lo stesso tono, ma non riesco e forse le risulto anche sgarbata, dato che fa una strana espressione.

-Scusa Mer, ma sono super in ansia.- le spiego cercando di aggiustare il mio tono di voce e risultare così più gentile.

-È per l'esame? Devi stare tranquilla! Tu hai una super parlantina, sicuramente andrai benissimo.- mi rivolge un sorriso sincero mentre cerca di rassicurarmi, ma per quanto il cuore mi si scaldi, la situazione non migliora per niente. 

Dopo aver preso il caffè mi dirigo velocemente in bagno e un conato di vomito sembra avvolgermi. Odio questo stato, odio stare male a causa dell'ansia ed è per questo che mi ritrovo davanti allo scaffale del bagno, quello riservato a me, a ponderare se prendere o meno gli ansiolitici. Prenderli vorrebbe dire tornare in una sorta di baratro da cui sono uscita da un po', fortunatamente, ma non prenderli vorrebbe dire stare male. Ho due opzioni, una mi porterebbe a stare male, l'altra mi farebbe stare bene solo per un po'. Decido di non prenderli, ma li porto comunque con me in università, se dovessi stare troppo male li prenderò.

Esco di casa insieme a Meredith, ognuna con la propria macchina, non sappiamo il tempo che perderemo e andare con una sola macchina sarebbe sconveniente. Ci salutiamo sotto il portone di casa, chi torna prima cucina.

Entro in macchina e accendo la radio per cercare di distogliere la mente dall'esame. Quando la mia mente è impegnata a far altro è l'unico momento in cui non penso a Josh. Non lo vedo da quel famoso giorno, nessuno dei due si è più fatto vivo e penso di essere delusa da ciò, ma forse anche lui aspetta che sia io a fare il primo passo, forse anche lui è una persona orgogliosa. Mi rendo conto di conoscerlo veramente troppo poco, di lui so solo il nome e quello dei suoi fratellini, questo mi causa l'impellente voglia di volerlo conoscere meglio, di poter capire di più di lui, di conoscere cosa si cela dietro i suoi occhi scuri e quel portamento tanto sicuro di sé. Chissà se ha una vita felice o chissà se anche lui ha sofferto tanto. Chissà se gli piace l'arte o se ha qualche altra passione nascosta. Mentre mi soffermo su questi pensieri non mi rendo conto di essere arrivata all'Università. Scendo dalla macchina e cammino lentamente verso il grande imponente edificio, ed ecco che ritorna nuovamente quella forte morsa allo stomaco, ecco che l'ansia torna a prendere il sopravvento di me.

Arrivo davanti l'aula nella quale si terrà l'esame: è piena, così come lo è il corridoio. Attendo un po', poi dopo qualche ora, viene annunciato il mio numero di matricola e sento il terreno mancare sotto i piedi, mi sento incredibilmente tesa e mentre cammino verso il professore sento la testa girare forte e la vista annebbiarsi, se non avessi provato milioni di volte questa sensazione penserei di star per morire, ma è solo ansia e ci convivo da sempre.

Mi siedo sulla sedia posta davanti alla cattedra e l'interrogazione inizia, ma la l'ansia non finisce. Da piccola balbettavo un po', un problema che ho risolto col tempo ma, ad ogni esame torna la paura di balbettare ancora, torna la paura di sentirmi impotente, torna la paura di avere paura.

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