Capitolo 8

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Julie's POV.

Quando ho visto Josh nel salotto di casa, con quel viso distrutto dal dolore e gli occhi che gridavano "aiuto", ho provato un forte sussulto al cuore. Non avrei mai immaginato che si sarebbe aperto così raccontandomi della sua famiglia e del forte dolore che prova.

L'ho sentito straordinariamente vicino, ho sentito il suo cuore aperto e ho avuto la grande responsabilità di tenerlo fra le mani per ricucire le ferite aperte, spero di esserci riuscita almeno un po', spero almeno di aver messo un piccolo cerotto su quei tagli.

In questi due giorni non ci siamo sentiti, gli ho voluto dare il suo spazio, il tempo necessario per riprendersi, ho immaginato che preferisse stare da solo, ma non lo vedo e non lo sento da due giorni e forse quella che inizia ad avere bisogno di lui sono io.

Così stamattina mi sono svegliata e ho deciso di andare da lui al bar.

Una volta dopo essere entrata nell'abitacolo lo ritrovo, come sempre, dietro al bancone. Mi avvicino e lo saluto, ma lui sembra freddo, quasi distante.

-Cosa prendi?- mi chiede mentre asciuga dei bicchieri, non alza nemmeno lo sguardo.

-Un caffè.- mi da le spalle mentre lo prepara. Ha il viso stanco e i suoi occhi, anche se non li ho osservati bene, mi sembrano un po' più tristi del solito. 

Mi porge il caffè e poi torna ad asciugare le tazze e i bicchieri. Non è da Josh stare in silenzio, non è la prima volta che mi presento qua e lui ha sempre trovato il modo di parlarmi o quanto meno l'ho sempre beccato a guardarmi ogni tanto.

-Come stai?- gli chiedo cercando di attirare la sua attenzione in qualche modo.

-Bene, grazie.- mi risponde, ma non mi guarda nemmeno un attimo. Grazie Josh, sto bene anche io, comunque!

-Vuoi che vada via?- finalmente alza gli occhi verso di me e sul suo viso si dipinge un'espressione scocciata e sbuffa

-È un luogo pubblico Julie, fa come ti pare!- lo guardo storto, non mi piace il tono che usa.

-Ti rode il culo per qualche motivo, Josh?-

-Non essere volgare, non ti si addice.- 

-Josh, ti ho fatto una domanda.- lo guardo seria, odio il modo in cui sta comportando.

-Julie, non devi tenere il bollettino giornaliero del mio umore, sai?- 

-Sai che esiste la gentilezza ed è quella che porta le persone a preoccuparsi per qualcuno?- gli dico accennando un sorriso finto.

-Lo sai che non te lo ha chiesto nessuno?- ha lo sguardo serio e anche la sua voce assume un tono troppo duro e aspro che non aveva mai usato con me. È fastidioso questo suo modo di fare, sembra un bambino che fa i capricci e io non ho abbastanza pazienza per sopportare i suoi sbalzi d'umore.

-O soffri di qualche strano disturbo bipolare o sei scortese per natura. Comunque sei stato tu a venire da me. Sei stato tu a chiedere il mio aiuto, è normale che io mi chieda come tu stia.- mi pento di averlo detto, potrei averlo ferito, ma il suo comportamento mi ha portato leggermente fuori di me. So come sono fatta, non ho limiti e quando mi innervosisco sciolgo la lingua senza volerlo.

Lui mi guarda serio alzando un sopracciglio.

-Non l'avessi mai fatto. Stai tranquilla per me Julie, se dovessi avere bisogno di qualcuno mi ricorderò di non venire da te, così non avrai anche questo peso addosso.- 

-Non fraintendere Josh, lo sai che mi fa piacere aiutarti, ma odio questo tuo atteggiamento.-

-Ognuno ha le sue pecche, rifletti sulle tue.- 

La rosa blu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora