L'arrivo.

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Non camminavo cosí a lungo da anni, ma non potevo fermarmi: mancavano solo pochi km a Beacon Hills.

Mentre seguivo l'odore, forse lasciato da un cacciatore, pensavo alla pazzia che stavo facendo.

Trovare un branco non mi era mai sembrato un problema, ma avevo bisogno di qualcuno, qualcuno che non volesse uccidermi.

Anche se riuscivo a nascondermi e scappare, sia dai cacciatori che dai licantropi, non sarei potuta sopravvivere a lungo da sola.

Dopo aver passato le ultime due settimane a camminare, non volevo altro che sedermi e rilassarmi.
Almeno a scuola non avrei avuto bisogno di nascondermi.
Inoltre, non sapevo quanto ancora sarei riuscita a sopravvivere: non mangiavo da giorni, ero affamata ed irascibile.
Ad ogni passo la mia vista era sempre più sfocata e passate due ore ero sfinita.

Mi fermai e, appoggiandomi ad un grosso albero, mi sedetti sopra ad un masso.

Un forte rumore di spari si estese dietro alle mie spalle: spaventata mi misi a correre.

Su e giù, a destra e a sinistra. Il respiro affannoso. L'unica cosa che mi faceva andare avanti a questo punto era la paura.

Svoltata a destra dopo una serie di alberi, non mi accorsi del dislivello e caddi.

Urlai e rotolai per circa sette metri, quando andai a sbattere contro un albero, il dolore arrivò alla spalla veloce come una puntura.

Non avevo la forza di alzarmi, la ferita bruciava e non si stava rimarginando, il dolore continuo era insopportabile.

Persi quasi conoscenza, ma in quel momento udíi dei passi dietro di me, voci, odori tutti diversi.
Ma non stavano dicendo che volevano uccidermi, volevano aiutarmi.

Con molta delicatezza, un giovane Alfa mi prese in braccio.

Lo sentii, in quel momento, sentii di essere al sicuro e allora realizzai che avevo trovato il vero Alfa ed ero al sicuro.

Persi conoscenza.

Non più Omega.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora