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"Ok ragazzi, quello è il posto" ci dice Simon puntando il dito in direzione di un grande cancello grigio fatto probabilmente in ferro.

Non appena lo varchiamo, lo spettacolo che ci appare davanti è a dir poco stupendo.

Un grandissimo giardino, tutto addobbato con tavoli per il cibo e le  bevande e con la console da dj con tanto di grandi casse poste ai lati di essa, si affaccia su un paesaggio completamente illuminato dalle luci di migliaia di case presenti nella piana sottostante.
Ah già, perché se non si era capito, questo posto si trova in collina.

Inoltre, sono presenti anche un albero che ha l'aspetto di essere centenario, sotto al quale è presente una panchina che si affaccia, appunto, sulla piana.
Infine, sparse un po' ovunque, sono presenti diverse lucine molto simili a quella che si usano a Natale, molte delle quali sono state aggrovigliate attorno ai numerosi rami dell'albero.

"CIBO!!" Urlano Val ed Ele, per poi gettarsi subito sul buffet.
"Bene ragazzi, che la festa abbia inizio!" Urla Max.
"Aspettate!" Esclama però Simon.
Tutti lo guardiamo, confusi.
"Prima volevo presentarvi una nostra amica che ha progettato e ci ha aiutato a realizzare il tutto." Dice, facendo avvicinare a lui una ragazza che fino a poco prima non avevo neanche notato.

"Piacere, io sono Alexia, ma potete chiamarmi Ale." Si presenta lei.
"Beh Ale, grazie di tutto!" La ringrazia Rick, facendola sorridere.
"Oh, è stato un piacere. Ora però basta chiacchiere e fate in modo che io non abbia sprecato tempo per tutto questo!" Dice lei con finto tono di rimprovero, facendoci ridere tutti.

Parte la musica, e in men che non si dica, partono i balli più sfrenati.

"Vieni a ballare?" Mi chiede Mark, allungando una mano nella mia direzione.
Nego con la testa.
"Non sono un tipo da balli. O feste in generale in realtà." Dico arrossendo.
"Oh andiamo! Almeno stasera lasciati andare dai!" Mi supplica.
"Fallo per me". Dice quest'ultima frase avvicinandosi di più e mettendomi le mani sui fianchi.

Deglutisco, probabilmente bordeaux in volto.
"O-ok" balbetto.
Lui, con un sorriso vittorioso dipinto sul volto, mi prende per mano e mi trascina in mezzo alla "pista".

Mark

"Puoi venire un attimo?" Mi chiede Rick dopo un po' che siamo lì.
Annuisco e mi allontano dagli altri che stanno ballando, George compreso.

"Ok: tu adesso lo prendi, lo porti su quella panchina e fai quello che mi hai detto l'altra sera sulla terrazza." Mi dice con sguardo serio.
Deglutisco.

"C-cioè dovrei chiederglielo? E se rifiutasse?" Dico, probabilmente pallido in volto per l'ansia che mi sta venendo.
"Mi prendi in giro?" Dice, tirandomi uno scappellotto sulla testa.
"Ahi! Ma sei scemo?" Gli dico, toccandomi con la mano il punto colpito.
"ORA VAI! Al resto ci penso io" conclude facendomi un occhiolino.

Decido allora di prendere tutto il coraggio che ho in corpo e mi avvicino a George.

Cavolo, tutto avrei pensato tranne che sarebbe stato così difficile. Cioè, davvero io, Mark, il bulletto della scuola, quello popolare, quello che ha vissuto da solo praticamente tutta la vita, sto andando in ansia per una cosa del genere? Eppure... è più forte di me. È troppo importante per me e non voglio nemmeno pensare cosa potrebbe succedere in caso rifiutasse.
Penso tutto questo nel mentre che mi avvicino.

"Ehi George" lui si gira subito.
"Ti va se ci andiamo a sedere un po' là?" Indico la panchina.
Annuisce subito, così dopo pochi passi entrambi ci sediamo e ci mettiamo a contemplare il panorama in silenzio.

"Senti...George..." Spezzo dopo un po' il silenzio "In realtà c'è qualcosa che vorrei dirti..."

George

Mille pensieri mi ronzano per la testa.
Oddio, mi vuole lasciare? Ma noi non stiamo insieme. Vorrà dire che è stato tutto uno sbaglio? Deciderà di ricattarmi?
Scaccio quei pensieri e decido ci concentrarmi sulle sue parole.

"Beh..." Sbuffa "Cavolo! Non pensavo sarebbe stato così difficile" dice con una risatina ansiosa. Decido di prendergli la mano per dargli coraggio. Ricambia il gesto e mi sorride.
"Allora: non sono abituato a fare molti giri di parole, ma per non spaventarti proverò a spiegare." Deglutisco, mentre continuo a fissarlo.
"È vero, ti ho preso di mira per tutto questo tempo, ti ho dato fastidio in ogni modo possibile, sia a te che ai tuoi amici, ma non l'ho fatto perché ti volevo fare del male. La verità è che dalla prima volta che ti ho visto hai fatto scattare un sentimento che fino ad allora mi era stato del tutto sconosciuto, o almeno così credevo. Ho iniziato a stuzzicarti perché era l'unica maniera con la quale potevo avvicinarmi a te e "studiarti" in qualche modo. E sì, so cosa stai pensando: "potevi parlarmi semplicemente". Pensi che non ci abbia mai pensato? Avevo paura. Ero riuscito finalmente a diventare il tipo più rispettato della scuola, e avevo paura che se qualcuno mi avesse visto parlare con un "nerd" come te, avrebbero smesso di seguirmi e sarei ricaduto nella solitudine con la quale avevo vissuto per anni. Devi sapere, infatti, che i miei genitori mi hanno abbandonato appena hanno potuto perché si vergognavano di me, della mia figura. Pensavano che gli potessi rovinare l'immagine, perciò ora l'unica cosa che si limitano a fare è darmi in soldi mensilmente." Lo guardo e noto che è sul punto di piangere. Quando se ne accorge, però, si asciuga velocemente gli occhi con un braccio e continua.

Intanto, sentiamo partire in sottofondo una canzone che conosco molto bene: All Of Me di John Legend.
"Oh ma andiamo! Sul serio?!" Dice Mark girandosi.
"ZITTO E CONTINUA!!" Gli urla Rick.
Entrambi facciamo una risatina, per poi ritornare subito seri.

"Comunque, non voglio divagare troppo. Ciò che voglio dirti è che...credo di essermi innamorato di te." Dice, facendomi perdere come minimo tre battiti.
"Tra amici falsi e genitori assenti, tu sei stata l'unica cosa positiva che mi è davvero capitata in questi anni. Mi avete aiutato tutti, sia te che i tuoi amici, ma più di tutti te. Sono stato fortunato a trovarvi, ma soprattutto a trovarti e non smetterò mai di ringraziarvi per questo."

Sono senza parole. Non solo mi ha raccontato quelle cose praticamente col cuore in mano, ma per di più ha detto di essere innamorato di me.

Non sto sognando, vero? Mi tiro un pizzicotto, al quale lui mi guarda confuso.
Accortomi che non è un sogno, decido anch'io di parlare.
"Wow" esordisco "Non mi aspettavo che fossi in grado di dire delle cose simili, in senso buono ovviamente! Mi hai letteralmente lasciato senza parole, però una cosa sono in grado di dirtela: anch'io sono innamorato di te. Lo sono sempre stato, dal primo momento che ti ho visto, e nonostante tutto, non ho mai smesso di esserlo."

Entrambi con le lacrime agli occhi, ci scambiamo un lungo e forte abbraccio, pieno d'amore e desiderio.

"In realtà...ci sarebbe un'altra cosa che vorrei chiederti a questo punto." Dice, staccandosi dall'abbraccio.
Lo guardo confuso.
"George" dice lui, per poi inginocchiarsi davanti a me "Vuoi diventare ufficialmente il mio ragazzo?"

L'ha detto davvero? Non l'ha detto davvero. No aspettate, invece l'ha fatto eccome.

"S-sei sicuro?" Gli rispondo titubante.
"Non sarei in questa posizione se non lo fossi" dice mentre mi guarda sorridendo.
"Ommioddio sì, certo che voglio essere il tuo ragazzo!" Rispondo contento come una Pasqua.

Entrambi ci alziamo e, dopo esserci avvicinati ulteriormente, mi prende il volto con le mani e comincia a baciarmi.
È un bacio diverso dagli altri; è un bacio più bello, pieno d'amore e consapevolezza.
Consapevolezza che in quel momento eravamo diventati ufficialmente l'uno parte integrante dell'altro.

E nel mentre che ci baciamo, un unico suono si può sentire nell'aria, anzi, una canzone in realtà: quella che era stata messa poco prima dal mio amico.

Cause all of me, loves all of you
Love your curves and all your edges
All your perfect imperfections
Give your all to me,
I'll give my all to you
You're my end and my beginning
Even when I lose, I'm winning
Cause I give you all of me
And you give me all of you...

~All Of Me~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora