Capitolo 7

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Non ebbi altra scelta; al calar del sole, tornai all'ospedale. Mio zio doveva essere solo in quel momento e, per quanto potessi essere turbata, non mi sembrava giusto abbandonarlo in una situazione così critica.

Ripercorsi in silenzio i numerosi chilometri che mi avevano portata nel parco ricoperto di neve. Una volta arrivata in ospedale, dissi subito il mio nome all'infermiera seduta dietro al bancone della sala d'attesa. Per fortuna mi riconobbe quasi immediatamente e, senza esitazione, propose di accompagnarmi nella camera da letto di mio zio.

"Ti stava aspettando." Mi sussurrò aprendo con delicatezza la porta. Mio zio ero steso su un letto dalle lenzuola immacolate, con gli occhi chiusi e la bocca leggermente aperta. Stava dormendo così profondamente che per un breve istante pensai che fosse morto, e che l'infermiera mi avesse portata fin lì solo per annunciarmi il suo decesso.

"Sta bene. Si sta riprendendo." Mi fece cenno con il capo di entrare nella stanza. "Non svegliarlo, mi raccomando." Sorrise lievemente prima di rigirarsi e incamminarsi con il capo chino verso il suo ufficio.

Stando attenta a non far rumore, mi addentrai nella stanza e, camminando sulla punta delle dita, andai a sedermi sulla poltroncina azzurra accanto al letto dello zio. Restai così per qualche minuto, osservando il cielo che piano piano stava diventando sempre più scuro fuori dalla finestra. Sobbalzai quando alla mia destra, senza preavviso, sentii un fragile mugugno.

"Angelica?" Guardai mio zio. Nei suoi occhi lucidi si rifletteva la mia immagine, l'immagine di una ragazzina di appena diciassette anni, già stanca della vita e senza alcuna voglia di continuare a camminare.

"Come stai?" Gli chiesi a bassa voce, quasi in un sussurro. Mi sorrise debolmente, richiudendo gli occhi che molto probabilmente non riusciva a tenere aperti per via della stanchezza. "Bene... bene."

Ci fu un lungo silenzio. Nessuno dei due sapeva cosa dire, o forse non avevamo voglia di parlare. Eravamo entrambi esausti.

"Natale lo passo con te." Lo zio riaprì di nuovo gli occhi, ma questa volta non girò il volto per guardarmi. "In che senso?" "Nel senso che resterò qui, in ospedale. Non puoi festeggiare Natale da solo." Restò un attimo in silenzio, probabilmente cercando le forze per rispondermi. "Angelica... non puoi. Sarà tristissimo." Forzai un sorriso. Era da quella mattina che non sorridevo. "Non sarebbe comunque stato un Natale felice."

Lo zio non aggiunse altro. Non annuì né approvò quello che avevo appena proposto, ma è risaputo che chi tace acconsente. Mi fece però promettere che per Capodanno sarei andata dai miei nonni, in campagna. Per farlo felice, acconsentii. Era da tanto tempo che non vedevo i miei nonni, ma a me sembrava ancora troppo presto.

∘ 〄 ∘

Natale passò più rapidamente del previsto. Non fu di certo allegro, né tantomeno divertente, ma almeno lo festeggiai con una persona a cui volevo bene. E il fatto che quest'ultima fosse sopravvissuta ad un arresto cardiaco, era di certo il regalo più bello che potessi ricevere.

Il giorno dopo l'incidente, i dottori mi avevano spiegato che lo zio aveva avuto un problema al cuore e che per il momento sarebbe dovuto restare all'ospedale per ulteriori esami:"Non siamo ancora riusciti a capire che cos'ha avuto. Il suo cuore si è comportato in maniera anomala. Dovremo tenerlo sotto osservazione per almeno due settimane." E così ero finita a passare interi pomeriggi nella sua camera d'ospedale, a leggere e a disegnare, a bere cioccolata e a guardare la televisione con lui, per tenerci compagnia a vicenda. E chiaramente, non ero andata alla festa della scuola.

Non sentivo Oscar da esattamente quattro giorni. Lo zio mi aveva proposto di chiamarlo, ma c'erano due problemi: uno, non ricordavo il suo numero, due... non me la sentivo.

Nel momento in cui mi ero ritrovata completamente da sola per le strade di Londra avevo tanto avuto bisogno di lui, ma ora le cose erano cambiate. Necessitavo di tempo, di un po' di calma per riflettere a tutto ciò che era accaduto negli ultimi giorni. Certo, un amico mi avrebbe sicuramente portato un po' di gioia in questo periodo così buio, ma non ero ancora pronta per rivedere Oscar. Né per risentirlo. Questo era il mio problema: quando ero sola, volevo qualcuno; quando avevo la possibilità di vedere qualcuno, volevo stare sola.

"A che ora parte il treno?" Mi girai verso lo zio, ancora sdraiato nel suo letto e con in mano il fumetto di Tex che gli avevo offerto per Natale. "Te l'ho già detto dieci volte." Sorrise. "Scusa... Lo sai che sono vecchio. Inizio a perdere la memoria." Per quanto la cosa potesse in realtà preoccuparmi, sorrisi a mia volta:"Domattina alle dieci. Ora preparo le valigie."

Cosa mettere nelle valigie, poi, era un altro problema. Avevo pochissimi vestiti, più che altro maglioncini sgualciti e felpe rattoppate. Speravo tanto che i nonni, piuttosto che darmi una busta con dentro cinquanta euro, quest'anno mi avrebbero regalato un nuovo paio di pantaloni o di mutande.

"Prima però vado a prendere una cioccolata. Torno fra dieci minuti." Lo zio annuì distratto; era troppo concentrato sul suo fumetto in cui si era ormai completamente immerso.

Mi alzai quindi dalla poltrona su cui avevo dormito per tre notti di fila e mi avviai con passo lento verso la macchinetta del cafè che si trovava infondo al corridoio. E lì, la cosa più assurda e meno prevedibile del mondo accadde.

Se qualche giorno prima l'arrivo della psicologa mi aveva stupita, in quel momento la vista di quella persona mi lasciò completamente senza parole. Non riuscivo a capire. Perché si trovava in ospedale? Il giorno dopo Natale, per di più. Forse aveva qualche parente malato a cui voleva augurare buone feste. Oppure quella malata era lei...

"Evalyn!" Mi aveva ignorata fino a quel giorno, ma in quel momento sembrò voler fare un'eccezione. E così, in men che non si dica, i nostri sguardi si incrociarono per l'ennesima volta, e in un attimo le quattro mura dell'ospedale svanirono per trasformarsi negli abissi del mare più profondo che un essere umano possa immaginare.

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Di solito non scrivo lo "spazio autrice" ma vi amo troppo e non posso resistere: grazie a tutti quanti per le visualizzazioni, le stelline (che sono tanto carine 🌟🌟🌟) ma soprattutto per i commenti che mi hanno fatto ridere tantissimo! In particolare ringrazio le mie care sooffaaaaaaa e gaiaaa_kr che credo abbiano commentato ogni singolo paragrafo. VVB. Ringrazio anche Skadegladje che ha realizzato la splendida nuova copertina del libro. E infine BanxEleine03 e ValyBel78 che mi hanno dato la spinta per ricominciare a scrivere. Grazie veramente di ♥️.
Nel prossimo capitolo si torna nell'Endline... preparatevi! 🌊

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 24, 2021 ⏰

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