La prima notte di guardia andò bene e nei giorni successivi imparai tutti i nomi dei miei nuovi compagni: Sel era il più forte, non per questo il più stupido, infatti era molto intelligente. Nonostante le sue numerosi doti non se ne vantava e non gli piaceva stare al centro dell'attenzione. Era alto, grosso e pelato. Poi c'era Temori, non era particolarmente forte o saggio, ma era il più simpatico e nelle cene tra di noi era lui l'intrattenitore. Lui invece come statura era magro, dei capelli indomabili e indomati e degli occhi vispi verdi scuro. Dalissa era l'unica femmina del gruppo. Era agile, forte e quando si allenava tutti volevano essere gli avversari per essere ''picchiati'' da lei. Era inconfondibile, aveva delle trecce che partivano da sopra la fronte fino ad arrivare alle spalle attraversando tutta la nuca, inoltre i capelli avevano delle sfumature sul viola chiaro. Temori aveva ancora un occhio viola perché quel pomeriggio aveva voluto essere lui il manichino a tutti costi. Poi Dalissa l'aveva steso dopo che lui gli aveva fatto l'occhiolino. Si era scusata dicendo che per un po' non l'avrebbe più fatto. Ma Temori non era uno che molla così facilmente. Kalel era Il tipico ragazzo perfettino. Faceva tutto quello che gli veniva chiesto senza un obiezione e non partecipava alle radunate tra guardie. Era il ragazzo che mi aveva accompagnato dal signor Kan il primo giorno da guardiano. Ah, tra l'altro era il bersaglio preferito di Temori. Samat era il supervisore, era lui la mente, noi i muscoli. Aveva molti incarichi: organizzare i turni, controllare il nostro stato emotivo e fisico e se possibile curare eventuali malattie o ferite. Era lui l'insegnante noi gli alunni. Il suo corpo non dimostrava 65 anni, ma era completamente operativo, sia fisicamente che mentalmente. Da quanto avevo sentito era un ex generale a cui il re aveva tolto la carica. Non seppi bene il motivo.
La cena non era un granché: minestra, verdura e frutta: dovevamo tenerci in forma, e poi tutti sanno che a pancia piena si dorme meglio, ma noi eravamo guardie e dormire diventava riposare. Mangiavamo in separata sede dagli altri servi e un po' mi dispiaceva non vedere Shi. Avrei voluto conoscerla e farmi conoscere, ma non la vedevo neanche durante il giorno. Io facevo la guardia fuori dalla casa centrale, mentre lei era dentro. Mi vidi passare davanti agli occhi una mano grande e una voce che mi diceva:'' Zhan? Sei tra noi? '' mi girai e mi ritrovai la facciona di Sel che mi guardava come per dire: ma ci sei o ci fai?
'' Si ehm, scusami. Cos c'è? ''
'' Ragazzo, sei stanco, ti conviene andare a dormire, se non vuoi fare la guardia in sonnabbula'' si intromise Temori.
'' Già mi sembri stanco, o innamorato'' Propose Dalissa.
''Oh'' fecero in coro tutti, meno ovviamente Kalel.
'' Si in effetti sono molto stanco, vado a dormire'' risposi facendo capire che non ne volevo parlare.
'' Qui qualcuno ha dei segreti'' disse Temori guardandomi con un sorrisetto malefico.
'' Temori stai zitto, se è stanco lascialo andare'' rispose Dalissa.
'' Dalissa, oh mia Dalissa, le tue corde vocali sono come il suono di un'arpa. Ma purtroppo un rinoceronte la suona con il suo corno rovinando TUTTO'' disse partendo da una voce soave a una voce indemoniata, ovviamente tutta recitata.
Dalissa si trattenne dallo schiaffeggiarlo, mentre io mi allontanavo e andai a fare una passeggiata nel prato davanti alla casa centrale. Il giardino di Kan era grosso e pieno di rose, fiori e siepi. Mentre camminavo mi toccai l'anello di legno che avevo ancora addosso. Lo accarezzai con il pollice dell'altra mano e mi si inumidirono gli occhi. Mi sedetti sotto uno degli alberi che circondavano il giardino e mj concentrai sui rumori della notte: i gufi, i grilli, gli uccelli notturni. Sentii dei passi dietro di me. Presi il coltello, perché la spada la usavo solo quando ero di guardia, e con il riflesso della lama vidi una decina di metri dietro di me un ombra scura. Immagini fosse un ladro o qualcosa di simile così mi girai di scatto e corsi all'attacco. Non l'avrei mai fatto in circostanze normali, ma la sagoma non aveva un corpo da guerriero ne ero certo. Infatti non lo era, perché riuscii a placcare la figura senza nessuno sforzo, e sentii un gridolino acuto venire da sotto la cappa. Rotolammo per due o tre metri, poi gli puntai il coltello alla gola, e gli tolsi il cappuccio.
Appena vidi il volto pensai ad alta voce:'' Shi?! ''