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- ok alle 21:00 facciamo iniziare il concerto va bene? - domandò Jacopo ma vide che Martina insieme ad Adriano scossero la testa

- no Jà, deve iniziare alle 21:12. non un minuto di più e non un minuto di meno – rispose il ragazzo

- so che ti sembra strano ma il 12 è il suo numero fortunato, in più essendo la data zero è agitatissimo. Non ha mai cantato davanti a così tante persone – spiegò la sorella mentre sistemava il seggiolino del pianoforte

- va bene, se è il suo numero portafortuna, assecondiamolo e iniziamo alle 21:12 – rispose il manager annotando qualcosa su un foglio e dopo andare nel back stage. La ragazza stava per scendere quando Adriano la chiamò di nuovo

- aò dimme Adrià -

- so arrivate queste da Roma – dalla tasca della giacca tirò fuori tre collane, c'era una chiave appesa e in fondo in numero romano era formato il numero 12

- una è tua e l'altra è di Nicco, noi le abbiamo già – rispose il ragazzo indicando lui, Irene e Anastasia. Martina le prese e le guardò

- sono bellissime, hai avuto una bella idea Adrià. Queste andranno a ruba nel merch – rispose Martina e dopo si avviò nel camerino dove un agitato Niccolò era attaccato alla macchina della pressione nonostante mancassero ancora due ore all'inizio del concerto

- dai amò, andrà tutto bene vedrai. Ci siamo noi vicino a te e lo sai che non ti lasciamo da solo – stava dicendo Irene nel tentativo di calmarlo ma con scarsi risultati. Il moro continuava ad andare avanti e indietro tra il divanetto e il tavolo dove era sistemata la macchina della pressione che ogni tre minuti si misurava e vedendo che non scendeva si agitava ancora di più

- questa bastarda ipocondria nun te vole lascià stà, vè? - domandò Martina entrando e chiudendo la porta alle sue spalle. Dopo si sedette sul divanetto e subito il fratello si sedette vicino a lei

- Adriano mi ha dato queste – gli dette una collana e come la vide il moro sorrise

- è bellissima e guarda Martì ce sta er dodici in romano – disse infilandosela al collo

- ha pensato a tutto, si vede che te conosce bene Cassiolino nostro. Abbiamo anche parlato con Jacopo e il concerto inizia esattamente alle 21:12 quindi ora te voi calmà un po'. Annamo a magnà? De la ce sta un buffet con stuzzichini e birra – alla parola magnà gli occhi di Niccolò si illuminarono

- ce stà pure a carbonara? - chiese con l'acquolina in bocca. A quella faccia Irene e Martina risero

- dopo er concerto te porto a magnà a carbonara promesso – rispose la sorella scoppiando a ridere di nuovo per l'espressione felice del fratello.

- Niccolò, allora faccio spegnere le luci, parte la musica e dopo sali ok? - gli disse Michael, il fonico che si occupava delle luci sul palco

- si ma posso fa na cosa? - domandò il moro e prese il microfono che il ragazzo gli porgeva avvicinandoselo alla bocca. Prima di parlare guardò la sorella e i suoi amici che gli sorridevano

- noi stamo sotto il palco, vicini a te facce volà Peter – gli aveva detto Irene dandogli un bacio a stampo, lui sorrise a quella frase e si avvicinò il microfono

- THREE, TWO, ONE...BUIO – di colpo le luci si spensero e un boato rimbombò per tutto il palazzetto. Dopo la band partì a suonare "colpa delle favole" e subito dopo il moro salì sul palco e si lasciò trasportare dalla musica. Piano piano che cantava e suonava Niccolò si accorse che l'ansia era stata sostituita dalla sicurezza e dalla calma. Stare sul palco con davanti i suoi amici, la sua ragazza e sua sorella insieme a tutti i suoi fan lo faceva stare bene. Aveva capito che era questa la sua vita e che tutti gli sforzi e sacrifici che aveva fatto lo stavano ripagando di tutto. Proseguì con la scaletta cantando Chiave, Sabbia, Wendy, vuoi volare con me e anche Piccola Stella, fino ad arrivare a Sogni appesi

- questa canzone che sto per cantare adesso è un inno per tutti noi Ultimi, racchiude tutti i miei sogni e le mie sensazioni di come mi sono sentito quando la gente non mi capiva e mi rideva in faccia, se la conoscete cantatela con me. Facciamo sentire a tutto il mondo il nostro inno – la folla urlò e applaudì perché avevano capito che canzone era. Il moro accarezzò i tasti del pianoforte e iniziò a cantare:

"

Provo a dimenticare
Scelte che fanno male
Abbraccio le mie certezze
Provo a darmi da fare
Ma ancora non riesco a capire
Se il mondo un giorno io potrò amarlo
Se resto chiuso a dormire
Quando dovrei incontrarlo
Quello che cerco di dire
Da quando scappavo da tutto

Quando ridevano in gruppo
Tornavo e scrivevo distrutto
È che ho gridato tanto
In classe non ero presente
Sognavo di vivere in alto
Di mostrare che ero un vincente
E quando ho incontrato me stesso
Mentre correvo di notte
Gli ho urlato di odiarlo contro
E lui ha diviso le rotte
Ma guarda che strana la sorte
Oggi che mi sento bene
Io lo rincontro per strada
gli chiedo di ridere insieme

Dimmi che cosa resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
Lascio che la vita viva per me

Dimmi che cosa senti

Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
E dimmi che cosa vedi
Quando pensi al domani
Quali domande?
Quante risposte?
"Forse domani" ripeti "forse"
E vivo coi sogni appesi
Vivo coi sogni appesi
Girano le pareti, vivo, vivo coi sogni appesi

Quando ascoltavo la gente parlare
Mentre dava lezioni
Non ho saputo imparare
Ed ora disegno le delusioni, le conclusioni
È facile avere ambizioni, un po' meno concretizzarle
Ero un bambino diverso
Odiavo chi amava e aspettavo l'inverno
Sempre collocato
Nel gruppo dei perdenti
In questo percorso a chi c'ho intorno
Ho dato un sorriso e mille incidenti
Ma mando avanti la ruota lascio che giri da sé
Riesci a capirmi solo se hai sempre voluto qualcosa che non c'è
E adesso tirando le somme
Non sto vivendo come volevo
Ma posso essere fiero di portare avanti quello che credo
Da quando ero bambino, solo un obiettivo:
Dalla parte degli ultimi per sentirmi primo.

E dimmi che cosa resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
Lascio che la vita viva per me
E dimmi che cosa senti
Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
E dimmi che cosa vedi
Quando ripensi al domani
Quali domande?
Quante risposte?
"Forse domani" ripeti "forse"
E vivo coi sogni appesi
Vivo coi sogni appesi
Girano le pareti, io vivo coi sogni appesi
Dimmi che cosa resta
Se vivi senza memoria
Perdo la voce, cerco la pace
Lascio che la vita viva per me
E dimmi che cosa senti
Se scopri di avere paura
Brucio i consigli, alzo il volume
L'ansia nasconde i sorrisi che ho
E dimmi che cosa vedi
Quando pensi al domani
Quali domande?
Quante risposte?
"Forse domani" ripeti "forse"
E vivo coi sogni appesi
Vivo coi sogni appesi
Girano le pareti, vivo, vivo coi sogni appesi"

continuò a suonare e dopo ripetè una frase la sua frase

- da quando ero bambino solo un obiettivo, dalla parte degli ultimi per sentirmi primo – e tutto il pubblico lo seguì gridando insieme a lui quella frase, il suo e il loro inno. Con gli occhi lucidi Niccolò si alzò, allargò le braccia e fece un mega inchino davanti ai suoi bimbi sperduti che lo applaudivano e urlavano felici. Aveva visto molte ragazze con le lacrime agli occhi e li capì che loro avevano "indossato" le sue canzoni sentendo la gioia, la tristezza, la felicità e la voglia di vincere contro tutte le persone che non hanno mai creduto in loro.

- questa è il nostro inno. Io sono solo un ragazzo di 23 anni e nun so bono a fa i discorsi ma volevo solo dirvi che se avete un obiettivo nun smettete mai di crederci. Mandate a fanculo chi non crede in voi e non importa quanto tempo ci mettete per arrivare a realizzarlo, non smettete mai di crederci, questo è stato il mio obiettivo almeno una parte perché è grazie a mia sorella e ai miei Miserabili se io ora sono qui, perchè non ho mai smesso di crederci. - si tolse gli occhiali e guardò sua sorella e aspettò che Adriano le passò un microfono

- come dico sempre io Martì? - la ragazza rise e scosse la testa. Dopo guardò il moro e insieme dissero

- ANNAMO A PIJARCE L'OLIMPICOOOO – urlarono insieme facendo ridere tutti.

Con "la stazione dei ricordi" e il lancio del palloncino arrivò la fine del concerto. Appena si riunirono tutti nel backstage corsero al suv nero che li aspettava fuori dal palazzetto diretti alla prossima tappa del tour.



Angolo Autrice:

prima tappa del tour e primo concerto. buona lettura, al prossimo capitolo con Eboli. 

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