Rabbia e ricordi.

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Le guance di Alexander avevano cambiato colore durante il racconto di Magnus, passando dal rosso al viola.

Il Nephilim lo aveva pregato di non tralasciare nessun particolare, e lo Stregone aveva raccontato - non senza un certo disappunto - anche i più piccanti o scabrosi dettagli.

Ora Alexander scuoteva la testa, troppo contrariato per formulare una frase degna di senso logico.

«Ma tra me e lui non c'è più niente!» diceva lo Stregone e scuoteva in aria le mani, lasciando che scintille azzurre colpissero gli oggetti tutt'intorno.

«Lui ora è solo contrariato, per il modo in cui ci siamo lasciati...»

Incontrai Cameron circa quarant'anni fa. Soffrivo ancora per Etta, lei era stata il mio ultimo dolce amore.
Cameron si presentò a me, e subito i miei occhi furono attratti dalla sua bellezza. Aveva capelli scuri, neri. Troppo neri.
Ed i suoi occhi erano altrettanto scuri e riflettevano la luce delle piccole lampadine blu del locale.
Faceva parte del clan di vampiri di Los Angeles, ed era a New York in "vacanza".
Non conosceva Camille, quindi non avevo motivo di pensare che lei lo avesse convinto in qualche modo a conoscere il Sommo Stregone di Brooklyn.
A me piaceva tanto ed io piacevo a lui; era da poco un vampiro e tratteneva in lui ancora una sorta di umanità.
Inutile dire che la passione e l'alcool ebbero la meglio, la notte della nostra conoscenza, ma non immaginavo che lui fosse così... appiccicoso. E troppo geloso.
Quasi uccideva il mio bel postino Clark.
Quando decisi che tra noi era finita -sai cosa significa avere un vampiro super geloso tra i piedi? - era troppo tardi. Voleva persino impedirmi di organizzare le mie favolose e scintillanti feste.
Ci lasciamo in un modo mostruoso. Io gli dissi cose orribili, ma non le pensavo, ero solo arrabbiato.
Lui mi disse: «bene, lasciamoci. Sappi che però non troverai mai nessuno che possa amarti davvero, come ti amo io. Sei solo un mostro, ma non un mostro come me: sei un mostro dentro.»
Io mi sentii davvero in quel modo, dopo tanto tempo. Come se avessi ucciso una miriade di persone e ne fossi stato contento.

Alec si avvicinò a Magnus. I suoi occhi ora erano comprensivi e pieni d'amore.

«Nessuno dice al mio ragazzo che è un mostro e poi sopravvive.»

Strinse la mano intorno all'elsa della sua spada, che si era portato dietro dopo l'allenamento, come d'abitudine, ormai.

Avrebbe fatto qualunque cosa per Magnus, specialmente fare a pezzi quel Cameron.

E dato che lui era uno che rispettava le Leggi del Conclave, sarebbe stato un lavoro pulito.

Non gli importava se Magnus glielo avrebbe impedito.

Accarezzò i capelli del suo ragazzo e lo tenne stretto a sé.
Un moto di rabbia e gelosia stava per avere la meglio.

Come back to me, Mr Bane.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora