Happy Ending?

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Forse, l'amore non era quello di cui tutti andavano fieri. Forse, non era davvero ciò di cui non si poteva fare a meno.

Se avesse potuto piangere, non lo avrebbe fatto lo stesso, perché lui non lo meritava. Nessuno lo meritava. Avrebbe dovuto capire tutto questo anni prima.

Recuperò la sua borsa in un angolo e non cercò neanche di chiamare i suoi due compagni, poiché uscito da lì, li vide stesi sulla terra fredda. Le teste mozzate di netto.

Ora, dietro la sua schiena avvertiva la presenza di qualcuno. Davanti a lui c'era un ragazzo con i capelli biondi, i lineamenti del viso momentaneamente marcati troppo. Forse a causa della rabbia.

Ma fu la ragazza dietro che sferrò il primo colpo.

Sentì bruciare una gamba, quando una frusta lo colpì; sperò solo di non perdere l'uso dell'arto.

Dai suoi capelli neri ed una vaga somiglianza, intuì che forse lei era la sorella di Alexander. Una sorella furiosa che stava per vendicarsi, ma nessuna punizione sarebbe stata dolorosa come le parole di Magnus.

Cameron cercò di bloccare l'avanzata del ragazzo biondo, verso di lui, ma la gamba era bloccata dalla frusta, che ora la ragazza dai cappelli corvini tirava più forte.

Gli insulti e le loro minacce arrivavano sottovoce alle sue orecchie, nonostante i due ora stessero urlando.

Tutto finì nell'istante in cui la lama gli tranciò di netto la testa. Ebbe solo il tempo di dire: «Dite a Magnus che lo amo.»

La risposta sarcastica del ragazzo non la udì: era già steso a terra, morto.

Il corpo di Alec era poggiato ad un pilastro di cemento freddo ed umido. Intorno a lui c'erano pozze di sangue di varie grandezze. Il sangue era scuro, segno che era lì da un po', ormai.

Magnus, avvicinatosi al corpo notò le varie catene, ma riuscì facilmente, con l'aiuto della magia, a spezzarle.

Prese tra le braccia il corpo del ragazzo, il respiro era flebile, ma c'era.

Poi avvenne tutto troppo velocemente: Isabelle entrò nel prefabbricato, seguita da Jace. Jace iniziò ad applicare iratze sulla pelle bianca del Parabatai. Solo infine, quando Magnus stese Alec sul proprio letto, cominciò a curarlo con la sua magia. Un'azione che aveva compiuto già troppe altre volte.

La luce del sole gli disturbò la vista, ma riuscì ad adattarsi con facilità, poco dopo.

Si chiese dove fosse, che ore fossero, dove gli altri...

Un dolore lancinante al capo gli fece tornare alla memoria ogni cosa.

Ora era circondato da lenzuola color magenta di seta, quindi quello era sicuramente il letto di Magnus.

Quando il suo sguardo si spostò sul ciglio della porta, si accorse della presenza del suo ragazzo.

Lo guardava con occhi colmi di gioia, ma anche disperazione.

«Fiorellino, come ti senti?»

Dal suo tono di voce, Alec capì che si sentiva in colpa.

«Meglio, direi. E tu? Isabelle? Cosa è successo? Cam..»

"Shh", stava sussurrando Magnus, mentre lo Shadowhunter non smetteva di fare domande su tutto l'accaduto. Gli avrebbe spiegato tutto non appena si fosse sentito meglio.

«Alec, mi dispiace. Io... Io non credevo che qualcuno altro dal mio passato potesse nuocerti. Mi sento così colpevole, amore mio. Se ti fosse accaduto qualcosa, io non so cosa avrei fatto. E nonostante tutto questo risulti patetico e ripetitivo, è la verità. Alec... »

Ora era Alexander quello che sussurrava di fare silenzio. Magnus era steso sul letto al suo fianco, e Alec avvicinò il viso al suo per baciarlo.

Forse, era quella la sensazione che avrebbe rimpianto di più, se fosse morto, ma per fortuna, o solo grazie a lui - e sicuramente Izzy e Jace - lui era lì, amato, tra le braccia dell'amore della sua vita.

Come back to me, Mr Bane.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora