Cosa ho fatto?
Già, cosa hai fatto?
Mi rigiro nel letto senza capire più nulla. Ho bisogno d’aria, non respiro. Il braccio di Louis mi stringe ancora la vita e…
Cosa diavolo ti è saltato in mente?!
Non lo so!
Devono essere le quattro o le cinque, dalla finestra la città è ancora buia e avvolta dalla sua tipica foschia. Apro la portafinestra e mi ci infilo senza fare il minimo rumore. L’aria è fresca e sono sicura che questa sarà una bella giornata o almeno lo spero.
Appoggio le mani alla ringhiera e respiro a pieni polmoni e ripenso a quello che ho fatto questa notte.
Mi è piaciuto, ma mi sento in colpa.
E sentiamo, centra Harry per caso?
Non lo so. Sono confusa!
Ma, adiamo, sono una donna adulta! Posso fare quello che mi pare.
Lo conosci da ieri mattina!
Un leggero venticello colpisce la mia pelle accaldata e io non posso fare a meno di contemplare il paesaggio che mi si presenta davanti. La città non è del tutto addormentata, ci sono ancora delle luci accese. Posso vedere i lampioni che non si spengono mai, adornare le strade di quella che è casa mia.
Ora che ci penso non ho mai lasciato questo posto, ma mi piacerebbe viaggiare. Andare a Parigi, a New York, in Italia.
E mentre mi immagino su un aereo in viaggio per il mondo, delle labbra morbide mi baciano il collo e io sospiro perché mi ha ossessionato per tutta sera.
“Cosa ci fai qui?” mi chiede tra un bacio e l’altro.
“Avevo caldo” mi giustifico girandomi e gettandogli le braccia al collo. Gli sorrido dolcemente e lui mi lascia un bacio sul naso.
“Vogliamo rientrare dentro, sono solo le cinque e qualcosa, sarai stanca” mi bacia sulle labbra e io ricambio.
“Fra qualche minuto devo preparami per andare a lavoro e poi, non riesco più a dormire” spiego e lui annuisce pensando a quello che ho appena detto.
Poi rientra dentro e io lo seguo.
Puttana. Sono solo una puttana.
Lo conosci solo da un giorno.
Rudolf si sbatte una mano in fronte non capacitandosi del fatto che sono andata a letto con Louis.
Beh, è quello che mi serviva da mesi e non possiamo farci nulla se gli piaccio. E poi potrebbe essere una buona scusa per dimenticare Harry e lasciarlo nelle grinfie di Pam.
“Allora io vado” dico dopo aver fatto una doccia e aver messo la mia divisa. Forse Harry ha ragione. Questo vestito è troppo grande.
“Un ultimo bacio, credo che oggi non ci vedremo molto, ho un processo” mi dice e si avvicina per baciami sulla guancia.
Vado via sorridendo. E meno male che oggi non c’è, devo pensare su quello che è successo e devo farmi un idea di cosa potremmo essere in futuro.
Tralasciando il fatto che sono già inciampata tre volte per scendere le scale, oggi devo pulire il pavimento perché qualcuno si è divertito a lasciare del fango a terra.
“Se scopro chi è stato…” non termino la frase perché vedo una mamma piuttosto irritabile. Cammina con passo pesante lasciando cadere la sua vestaglia a terra, il viso ricoperto da una sostanza bruna e i bigodini in testa.
Questo significa…altro ricevimento.
Bastardi! Ma sempre a magiare state?!
“Ho scusami, il fango non asciuga subito e mi è colato tutto dalla faccia, comunque ci pensi tu, sei la sguattera” e mi supera colpendomi con la spalla.
So che non dovrei mettermi nei guai, ma l’istinto di saltarle addosso e tirarle i capelli come a sua figlia, mi stringe lo stomaco in una morsa. Perché io sono impotente e loro no, perché hanno ereditato tutto e io no, perché non ho un soldo bucato e loro possono permettersi di comprare tutto quello che desiderano.
Arrivo nella hall e non c’è nessuno, sono quasi le sette adesso e io non ho combinato un bel niente.
Appena avrò risposta dai diversi colloqui che ho fatto giuro che sparisco senza dire nulla a nessuno!
Così sembri una disperata!
Perché lo sono Rudolf!
Caso perso, io non posso farci più niente con questa qui.
Non lamentarti e fai il tuo lavoro.
Ma se non mi ascolti minimamente.
Ha ragione, non lo faccio. E sapete quel’è il motivo? Lei continua a dirmi di fare cose stupide come…
Ecco, giusto l’altra mattina, mentre addentavo il mio cornetto lei mi richiama dicendomi che mangio come un cammello che deve fare la pipì e mi ha pregata di avere un po’ più di contegno quando mangio così io l’ho mandata gentilmente a quel paese nel modo più carino che conosco…
“Ma vaffanculo!” sbraito e una donna che è appena entrata nell’hotel mi guarda ridendo.
“Mi scusi”
“Non preoccuparti, cara” mi sorride gentilmente.
“Posso esservi d’aiuto signora?” le chiedo perché mi sta simpy e non voglio fare altre brutte figure.
“Si, vorrei prenotare una stanza, fra due settimane vorrei trovarne una libera”
“Certo” mi dirigo dietro il bancone della reception e dopo che mi ha consegnato i documenti le prenoto una camera. È una donna molto ricca, siccome ha chiesto una suite ai piani alti.
“Quello è il nuovo proprietario?” mi chiede indicando dietro le mie spalle. Mi volto e Harry ci sta guardando. Non ha ne giacca né cravatta, le mani sono stese nelle tasche del pantalone grigio e il suo sguardo e fisso su di noi. Mi sorride e mi saluta con la mano e poi lo vedo sparire nella porta del suo ufficio.
Mi rendo conto di essermi soffermata troppo a lungo sul punto in cui è sparito così mi scuso e rispondo alla domanda della signora.
“Alla prossima, signorina” sorride mostrando dei denti bianchissimi.
“Alla prossima, signora” dico a mi volta non capendo il motivo di tutta quella gioia.
Eh ma io ho capito di non essere bellissima, però se mi ridi in faccia mi offendo, oh.
Ma infatti, sta gente è proprio coi caz…
Cosa?! Rudolf che dice parolacce? Credo che sto avendo una cattiva influenza su di te. Insomma, dovresti essere tu a calmare me, ma… Ehi, un po’ di sfacciataggine non ha mai fatto male a nessuno quindi Rudolf, bestemmia quando vuoi.
Ma sei impazzita? Comunque chiedo scusa, non è nel mio stile dire parolacce.
Adesso Rudolf ha le guanciotte rosse per la vergogna, il vestitino da renna con il cappello a cui sono attaccate le corna che le va grande e le braccia dietro la schiena.
Sei stupenda Rudolf!
Saltello fino in cucina e trovo tutti i miei conoscenti che sono già pronti all’opera per portare la colazione in tavola.
Ci sono già quattro ordini e io e Mary ce li dividiamo, poi gli altri camerieri aiutano un po’ in cucina.
Mentre prendo i piatti rubo gli auricolari e l’mp3 a un mio collega, tra l’altro sexissimo. Fa una faccia indignata e poi mi lascia andare perché sa che non può raggiungermi.
Potere alle donne!
E mentre porto la colazione al signore scivolo su un fazzoletto buttato lì per caso.
Io lo sapevo che sarei caduta. Questa è la maledizione del barbone, ne sono sicura. Lancio un piccolo urletto, giusto per far capire a quelli che stanno arrivando che sto per cadere a terra e rompermi l’osso del collo.
“Attenta” due braccia forti mi reggono e io mi ritrovo due bellissimi occhi verdi che mi guardano giocosi.
Non posso fare a meno di sorridere a quella visuale e sapere che si sia preoccupato di venire a salvarmi mi fa sentire la persona più felice del mondo.
“Grazie” mi ricompongo e mi ritrovo a guardarlo in faccia.
“Vorrei ordinare” indica il tavolo dove andrà a sedersi e mi fa capire che devo essere io a portargli la colazione.
Sto per svenire. Rudolf, reggimi! Ho detto reggimi!
Scusa, ma io non sono fatta di carne ed ossa.
Ah, giusto.
Faccio preparare un nuovo piatto per quel povero signore che ha appena visto la sua colazione andare a farsi benedire sul pavimento.
Pulisco il guaio che ho combinato e ho deciso, devo prendere il carrello.
Con il mio bel carrellino mi dirigo al tavolo di Harry e con mio grande sdegno noto che è arrivata quell’arpia di Pam. Ma la buona notizia è che c’è anche Emily.
“Te l’ho già detto, per questa settimana non ci sarò” dice Harry quasi scocciato.
“Posso sapere il perché?!” Pamela sbraita.
“Starò via per lavoro”
Ecco, adesso non lo vedo per tutto il resto della settimana.
Spero che tua sia contenta, Pamela!
“Prendete qualcos’altro?” chiedo mentre Emily continua a fare linguacce alla mia adorata sorella.
Brava bimba.
Le accarezzo di sfuggita i capelli prima di ricevere la risposta alterata di Pam.
“Pure la sguattera si ci mette, ma vai un po’ a fare in culo!” si alza e da quello che posso notare, in questo momento tutti gli occhi sono puntanti su di lei.
Per una volta non sono stata io a fare brutta figura.
Mi viene solo da sospirare. Questa situazione di sguattera non cambierà mai.
La bionda tinta va via e io resto con la mia Emily ed Harry che mi chiede gentilmente di perdonare la frase poco cortese.
“Senti, volevo chiederti di passare questa settimana con Emily, credo che avrai sentito la mia conversazione no?” annuisco perché tanto non posso fare l’innocente.
“Non ci sono problemi”
Ed è così che ho firmato la mia condanna morte.
Sapete perché?
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Do you want to be my wife?
RomanceHarry Styles, famoso imprenditore londinese decide di comprare l'hotel più famoso di tutta Londra per desiderio della figlia di cinque anni. Olivia Wilson è una ventunenne da poco laureata. Adottata all'età di cinque anni si trova a vivere in una fa...