Olivia!” urlo il suo nome dalle scale. Dove diavolo è finita?!
Adesso mi sente quella lì!
Lo sapevo che non potevo fidarmi della cameriera, non poteva portare a nulla di buono. Sono stato troppo clemente nel fargliela passare liscia, quante volte? Trenta?
Appena la vedo giuro che le strappo quei capelli che si ritrova e ne faccio una cintura.
Sei troppo sadico Harry!
Il mio subconscio mi dice di fermarmi, ma io non lo faccio. E che cazzo, ero venuto qui per trovare un po’ di pace e invece, quella dannata cameriera ha dovuto rovinare tutto.
Chiedo a ogni singolo membro della servitù di trovarla e portarla nel mio studio, ma quell’impiastro di ragazza sembra essere sparita.
Forse è con Emily.
Corro per le scale, non c’è tempo per aspettare l’ascensore, e mi precipito in camera mia. Ti prego fa che sia qui.
Corro nella camera di Emily e…
Oh, porca puttana!
S’è presa pure la bambina!
Prendo a calci tutto quello che mi capita davanti. Sono troppo furioso per tornare a lavorare.
La mia bambina è sparita. Ed è fuggita con una depravata mentale. Dove sono andate? Quando sono uscite? Perché sono uscite?
Oggi è martedì, sono le dieci e trenta e loro sono uscite dall’hotel senza essere viste da nessuno. Cosa impossibile dato che siamo circondati da paparazzi. Sembra strano, ma quella che mi ricorda una sprovveduta è piena di risorse.
Ah Olivia, Olivia, Olivia…
Dove sei? Chi ti ha insegnato ad essere così? Ah Olivia, sei così…donna! Il tuo aspetto, la tua mentalità da bambina ma allo stesso tempo da ragazza adulta mi ricordano quella di mia moglie.
Mi stendo sul divano cercando di calmarmi e di analizzare la situazione ancora.
Oggi è martedì, sono le dieci e quarantacinque, i fotografi bloccano l’hotel, loro sono uscite, non le ha viste nessuno, manca qualcosa?
Corro in camera di Emily e manca il suo cappottino rosso. Mi passo una mano tra i capelli e cerco di capire dove possono essere andate a finire.
Chiamo Louis e siamo nel mio ufficio a parlare.
“Non chiamare la polizia, sarebbe un invito per i paparazzi a restare e qualcuno di loro è già andato via, bisogna solo aspettare” dice Louis mentre io mi reggo a stento sulla sedia.
“Ma capisci che mia figlia è stata rapita?!” urlo alzandomi e camminando per tutta la stanza.
“Oh andiamo Harry, lei non è stata rapita, per quello che ne sappiamo potrebbe averla portata al parco” il suo tono di voce è alquanto alterato.
“Voglio la mia bambina, senza di lei sono perso” mi getto sul divano sedendomi e Louis mi raggiunge.
“Ehi Harry, calmati e pensa a cose positive”
“Voglio Emily, solo lei” sono disperato, sto per piangere e non voglio farlo perché sono sconvolto e devo restare forte.
“Olivia è la cameriera che sta simpatica ad Emily?” mi chiede Louis e in questo momento penso che la mia piccola mi parla sempre bene di lei.
“Si, l’ha voluta anche come babysitter e io non ho potuto dire di no” spiego e Louis che sorride.
“Se le hai assegnato l’incarico significa che ti fidi di lei?”
“No, non mi fido di lei…e solo che…”
“Ti fidi di lei” conclude per me “Bene adesso non ti resta che aspettare, potrebbero entrare da quella porta da un momento all’altro”
“E non stare così, hai il suo numero di cellulare?” annuisco
“Beh, allora chiamala e vedi di farmelo segnare un giorno di questi” va via dalla stanza.
Solo adesso mi rendo conto che quello non è solo il mio avvocato, ma anche il mio migliore amico. Forse ha ragione, sono solo uscite per fare un passeggiata, torneranno presto.
Adesso sono più rilassato, anche se quei paparazzi hanno letteralmente rotto le scatole. Non riesco comunque a prendere nessun documento, voglio aspettare che Emily torni e mi racconti cosa hanno fatto per tutto il tempo.
Guardo fisso l’orologio, adesso è ora di pranzo e non ho voglia di andare a sedermi con quella gente falsa che mostra il proprio denaro anche quando infilano la forchetta in bocca.
Ricchi si, ma spacconi no.
Passano due ore e bussano alla porta. Scalpito frenetico, forse sono loro.
“Avanti!” dico con tono calmo e penso che Olivia non busserebbe mai ad una porta. Pamela mi viene incontro con un carrello stracolmo di cibo e lo porta nel raggio della mia visuale. Mi fa stano vederla in vesti di cameriera, non me la immagino proprio. Le sue mani delicate sono state create per fare altro.
I ricordi della notte scorsa diventano vividi e lei mi sorride maliziosa.
“Ehi”
“Ehi” dico triste e le faccio segno di sedersi sulle mie gambe.
“Ho saputo di Emily” dice quando mi si è accoccolata sopra. Annuso il suo profumo ed è il più buono che abbia mai sentito.
“Sai Harry, di quella cameriera non ci si più fidare, dovresti prendere provvedimenti seri” mi consiglia lei lasciando baci su tutta la superficie del mio collo.
“Non preoccuparti” le dico continuando a bearmi del suo tocco.
“Sai…è una povera orfanella, ha una mente malata e subdola” dice e io mi irrigidisco di colpo.
“E allora per quale cazzo di motivo lavora qui?!” la allontano
“Mia madre ha avuto pena di lei e così le ha offerto il posto di lavoro” spiega riprendendo a baciarmi.
“Una volta, mentre serviva ai tavoli rovesciò un piatto di pesce se non mi sbaglio, sulla testa di una donna di alto borgo e credimi non è stato un incidente” diventa seria di colpo e mi guarda negli occhi.
“Non ricordi la mia festa di laurea? E poi l’hotel sta avendo dei piccoli furti proprio da quando è stata assunta lei, non credo che queste siano solo coincidenze” spiega.
“Perché si comporta così?”
“Credo che il motivo sia il fatto di essere povera, sai la sua famiglia era disastrata, la madre una donna di quartiere e il padre un drogato e alla fine sono morti entrambi”
Sto letteralmente morendo di paura, avevo una malata mentale nell’albergo e non me ne sono nemmeno accorto.
La paura di perdere la mia Emily è tornata e adesso non posso fare niente perché non mi sono messo subito sulle loro tracce.
Ok, chiamare la polizia è stupido, non posso farlo.
Pensa Harry, pensa…
Emily ne ha parlato per due giorni interi.
Chiudo gli occhi e mi ritrovo in camere di mia figlia mentre lei mi racconta cosa ha fatto per tutto il giorno. Hanno comprato dei vestiti e mi ha mostrato quello che Olivia le ha regalato. Hanno mangiato fuori e mi ha detto che la torta al cioccolato le era piaciuta molto. Hanno comprato dei braccialetti ad una bancarella e hanno provato anche delle parrucche. Poi sono andate al parco e in quel momento le ho chiamate io.
Ripetono le stesse cose che hanno fatto l’altra volta.
“Grazie Pamela” le dico lasciandole un bacio sulla fronte.
“Per cosa?” chiede lei sorridendo, ma io l’ho già lasciata cadere a terra per correre alla mia auto e andare a cercare quelle due.
Guardo l’orologio e a quest’ora potrebbero essere già al parco, il problema è che io non so in quale parco si trovino.
Stupida Olivia, perché non mi hai fatto un itinerario?
Sono le sette di sera, ho chiamato Louis quindici volte per controllare che fossero tornate lì, ma no. Ho visitato tre parchi e questo è il quarto.
Però devo ammetterlo, l’aria e l’atmosfera dei parchi e molto rilassante.
Ho provato a chiamare Olivia e lei non mi ha risposto nemmeno una volta, anzi, si è scomodate soltanto per inviarmi un messaggio con scritto: “Scusa”.
Cammino per il parco e guardo da tutte le parti. Chiedo a un paio di persone se le hanno viste e finalmente un ragazzo non molto giovane mi indica una panchina.
“Olivia!” la chiamo e lei sembra visibilmente agitata.
“Olivia! Non ti faccio niente, lo prometto” mi giustifico correndole incontro e lei si alza cercando di scappare.
Può essere più ridicola di così? No, non può.
“Sta ferma!” le dico.
Vorrei ucciderti, piccolo mostro che mi molesta anche quando dormo. Che mi molesta in camera quando mi cambio e che viene molestata lei stessa quando c’è un ricevimento all’hotel.
Lei che è riuscita a farmi aggredire da un cane, lei che si trova nel posto giusto al momento sbagliato. Lei che è una malata mentale, ma credo che lo sia in senso buono. Lei che è riuscita a far aprire la bocca alla mia Emily è la stessa ragazza che adesso piange disperata tra le mie braccia.
“Ti chiedo infinitamente scusa, non sapevo che fare e poi ti sto pure antipatica.”
“Non si dice antipatica, si dice antisimpy” le dico scatenando la sua risata isterica mentre Emily mi corre incontro insieme a due bambini che battono le mani contenti.
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Do you want to be my wife?
RomansaHarry Styles, famoso imprenditore londinese decide di comprare l'hotel più famoso di tutta Londra per desiderio della figlia di cinque anni. Olivia Wilson è una ventunenne da poco laureata. Adottata all'età di cinque anni si trova a vivere in una fa...