Capitolo 20

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“Cosa? Non azzardarti a dire che sono io la stupida!” Anne se la sta prendendo con il nuovo postino che ci sta consegnando delle tinte per capelli ordinare da Pamela che vuole essere più bionda che mai alla festa.
 
Ovviamente lei non sa che è in suo onore, ma si sta preparando alla grande anche se è costretta sulla sedia a rotelle. È stata anche capace di rimandare la festa a sabato prossimo perché lei non è pronta per poter presentarsi in una sala piena di gente. Harry, ovviamente, ha accettato e mi ha costretta ad organizzare tutto nei minimi particolari.
 
Ricordo la nostra conversazione di due giorni fa. L’ha data vinta a Pam un’altra volta e io sono stata zitta e non mi sono fatta valere perché tanto non mi avrebbe dato ascolto.
 
Sospiro rassegnata e continuo a guardare Anne da dietro il bancone della hall. Adesso è diventata la mia nuova postazione. Non solo devo occuparmi della pulizia dell’hotel  e devo servire ai tavoli mattina, mezzogiorno e sera e devo anche occuparmi di Emily perché Harry è troppo impegnato a credere alla farsa di Pamela, ma devo anche occuparmi di accontentare i clienti e le loro strane richieste sulle stanze che ogni mattina preparo.
 
E a tutte queste cose, si aggiunge anche l’organizzazione della festa, visto che ormai mi madre è praticamente andata. Si, andata.
 
Sono sicura che volete sapere cosa è successo, per cui…
 
Mia madre era in piedi vicino alla piscina e dirigeva alcuni uomini su come posizionare i vasi pieni di fiori e io stavo spingendo Pamela sulla carrozzella. Nostra madre, quando l’ha vista è praticamente svenuta ed è caduta in acqua provocandosi un bernoccolo in testa perché è sbattuta contro lo scalino.
 
Ammetto di aver goduto interiormente per la sua brutta fine, ma ho avuto compassione e l’ho tirata fuori anche se ho sperato con tutta me stessa che fosse affogata e che non si svegliasse più, ma non è successo.
 
Ed ecco cosa è accaduto in due giorni. Oh, aspettate…
 
Harry è ancora arrabbiato con me e la sua ira si è scagliata sulla mia faccia quando Emily ha scoperto che vuole fidanzarsi con quella putty di Pam e scommetto che ora è ancora di sopra a convincere la sua bimba ad accettare la nuova fidanzata.
 
Disegno su un foglio il bellissimo vestito che vorrei indossare quella sera. Non sono riuscita a risparmiare abbastanza per poterlo comprare perciò, non credo che potrò indossare qualcosa di decente quella sera.
 
E poi era rosso e il tema è il bianco e nero. Avrei solo attirato l’attenzione, per cosa poi? Harry non mi guarderà mai dopo quello che ho combinato.
 
Quello che non hai combinato. Te lo ha detto anche Anne!
 
Rudolf sta cercando di tirarmi su di morale. E pensare che il nostro rapporto è iniziato con mille offese. Adesso siamo grandi amiche e credo di essere riuscita a riappacificarmi con il cervello siccome la voce di Rudolf non mi assilla più così tanto.
 
Ti voglio bene Rudolf!
 
“Voglio che tu ritorni qui con cinque o sei toni più scuri!” la voce di Anne mi riporta alla realtà. Lei continua a sbraitare contro il fattorino che la guarda in silenzio e annuisce ad ogni sua parola.
 
Avresti dovuto fare anche tu così con Harry.
 
Scaccio via questo pensiero e torno a disegnare. Coloro il vestito con la penna che ho in mano e disegno uno strascico che non esiste però mi piace un sacco.
 
La schiena e leggermente scoperta, ma non troppo,  tanto quanto basta per lasciare galoppare l’immaginazione.
 
Sono sicura che quel vestito mi farebbe sembrare seducente, audace, bella.
 
A volte mi chiedo cosa pensano le persone di me. Insomma, oltre a dare l’impressione di essere una che si diverte con tutti, vorrei sapere se piaccio come persona, come me stessa.
 
“Missione compiuta” Anne si trova di fronte a me e mi guarda sorridendo. Credo di fare un brutta impressione con queste occhiaie sotto gli occhi e le labbra screpolate. Ultimamente è piovuto a Londra, ma poi è riapparso il sole.
 
Luglio sta finendo. Siamo quasi ad agosto e io non sono andata nemmeno una volta al mare.
 
“Urlerà quando vedrà i suoi capelli di un altro colore”
 
Ammetto che Anne ha delle idee davvero brillanti. Questa della tinta per capelli è solo un assaggio, ma in questi due giorni ne ha combinate delle belle.
 
Ad esempio, ha messo della colla in tutti i tacchi di Pam, ha sostituito il suo dentifricio con del colorante nero e ha combinato qualcosa con tutti i prodotti di mia sorella, anche se non so di preciso cosa ha fatto.
 
“Il prossimo passo e lasciare il cane nella sua cabina armadio” afferma emozionata. Credo che le piaccia combinare scherzi.
 
Alla fine, abbiamo ritrovato Briciola. Era finito nel capanno degli attrezzi e Taylor gli portava da mangiare ogni giorno perché si è affezionato a lui. Abbiamo deciso di regalarglielo, di sicuro è un padrone migliore di Pam.
 
Puoi farlo entrare in sala quella sera.
 
Ci penso per un attimo.
 
No, voglio essere più originale.
 
Penso ad un piano ben architettato mentre vedo Anne incupirsi. Cerco di capire il motivo del suo cambiamento quando vedo Grace entrare nell’hotel seguita da Louis.
 
Adesso capisco. 
 
“Cosa vuoi sgualdrina?” certo che questa donna ci va pesante con le parole.
 
“Nulla che possa interessarti, e se non ti dispiace, dovrei prenotare” dice Grace togliendosi gli occhiali neri e provando a superare l’ex suocera dirigendosi verso il bancone. Louis mi sorride e io vorrei sprofondare.
 
“Tutto ciò che fai è affar mio e di mio figlio, quindi…” afferra il braccio di Grace in modo da portarla davanti a se e guardarla atrocemente negli occhi.
 
“Harry mi ha invitata alla festa e ora, Louis andiamo” afferra il marito per la cravatta e arrivano davanti al bancone.
 
Consegno la chiavi della stanza che ha prenotato ieri per telefono e mi avvicino alle valigie per aiutarla.
 
Afferro un borsone bianco e proprio in questo preciso istante Louis si piega per aiutarmi. Le nostre mani si sfiorano e sento il suo sguardo su ogni mio movimento. Cerco di evitare i suoi occhi, sono sicura che se ricambiassi le sue attenzioni mi sentirei talmente male che la colazione che ho in corpo verrebbe rigettata nel gabinetto.
 
“Ti accompagno” Grace mi segue insieme a Louis in ascensore e arriviamo al penultimo piano con una lentezza assurda.
 
Sono circondata da traditori. Prima Grace con Harry, poi Louis con Grace, adesso Pamela con il nuovo aiutante giardiniere.
 
Aspetta! Cosa?
 
Oh. Porco. Panda.
 
Ci troviamo nel corridoio ben arredato dell’hotel e il nipote di Taylor, Niall è piegato sulla carrozzella di Pam e se la slinguazza alla perfezione. La lingua li lei naviga su tutta la sua faccia e vedo la saliva scorrere a terra.
 
Può fare più schifo di così?
 
Sento Louis, al mio fianco tossicchiare falsamente per richiamare l’attenzioni dei due. Pamela si volta subito a guardarci e il povero ragazzo, non capendo la situazione si limita a fischiettare in imbarazzo.
 
Ammettilo, se non fossi innamorata di Harry, avresti fatto degli apprezzamenti su questo figo della Madonna.
 
Cosa? No, certo che no. E poi chi ti ha detto che sono innamorata di Harry?
 
Vuoi mentirmi? Faccio parte di te al cento per cento e conosco ogni tuo sentimento.
 
E va bene. Si, sono innamorata di Harry. Cioè, sono invaghita di lui.
 
 
 
Ho appena finito di aiutare Grace a sistemare le valige sotto la tutela di Louis che non ha mai smesso di sussurrarmi di perdonarlo.
 
L’ho fatto? No. 
 
Mi ha ferita e non credo che lo dimenticherò facilmente. Non gli renderò la vita un inferno, ma non lo perdono. Sarò io a decidere cosa fare a tempo debito.
 
Passeggio per il corridoio in cerca di qualche conversazione da origliare, ma fino ad ora ho sentito solo che una donna ha intenzione di lasciare l’hotel perché non ha ricevuto la sua fottuta stanza con vista sul mare.
 
Ma voglio dire. Ci troviamo al centro di Londra. Dove la trovi una stanza con vista sul mare?
 
Ricconi incontentabili.
 
“Ti odio!” un urlo mi fa fermare. Guardo davanti a me e vedo la porta immacolata della suite di Harry. Sorrido sadicamente perché ho capito che sta litigando con Emily sul suo imminente fidanzamento.
 
Dobbiamo dedicare un monumento a quella bambina! 
 
Ho deciso! Preparerò una petizione, chi vuole può firmare e lasciare una piccola somma per ricavare i fondi per costruire questo monumento.
 
“Vai via!” un altro grido della piccola risuona nel corridoio e io, con tutto il coraggio di questo mondo, decido di entrare.
 
Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle guardo il casino che c’è qui dentro. I cuscini sono sparsi in quattro diversi punti della stanza, le tende sono strappate e una lampada è frantumata sul pavimento.
 
La mia attenzione viene catturata da alcuni cartoncini bianchi sul tavolino posto tra i due divani. Mi inginocchio a terra e leggo, con stupore, ciò che c’è scritto.
 
Sono gli inviti per la festa, che quel piccolo genio di Emily ha rovinato con la scritta…
 
Rullo di tamburi prego…
 
“Puti”
 
Sul serio, io non averi potuto fare di meglio.
 
Sono commossa. Ha imparato così tanto da me che potrebbero scambiarci per madre e figlia.
 
Certo, ha una scrittura imprecisa da ultimo anno di asilo, ma almeno ha fatto capire il concetto. Altro che monumento, io le dedico una città intera.
 
“Lasciami spiegare!” questa volta è Harry a parlare. Mi avvicino alla porta della camera di Emily e con estrema lentezza la apro.
 
Sorrido ingenuamente verso Harry che mi guarda scioccato. Ha la bocca aperta, le guancie rosse e la fronte sudata. Guardo il suo abbigliamento. Ha una bellissima maglietta bianca con lo scollo a V che lascia intravedere anche dei tatuaggi, dei quali non sapevo nemmeno l’esistenza. Indossa un pantalone di jeans che ricade in un modo estremamente sexy sui fianchi.
 
Mi guarda da capo a piedi e forse, in questi due giorni di puro odio reciproco, gli sono mancata almeno un po’.
 
Sto per sorridergli quando una bambola di schianta sulla sua guancia e Emily prende a tirargli oggetti su oggetti e lui per difendersi si copre con le braccia.
 
“Le hai insegnato tu a colpire sempre il bersaglio?” mi chiede sorridendo appena.
 
Come osi? Infame!
 
Mi getto con le ginocchia a terra e gattonando, sotto gli occhi di Harry, mi avvicino ad Emily.
 
“Sparisci!” la piccola continua a discutere con il padre, mentre io mi sistemo sulle ginocchia e incrocio le braccia al petto seguita da Emily.
 
Mettiamo il broncio e alziamo la testa senza udire minimamente le spiegazioni di Harry.
 
Chiudo le palpebre leggermente, tanto quanto basta per guardare ogni movimento del fotomodello che ho davanti.
 
Certo che vestito così è la fine del mondo.
 
“Volete ascoltarmi?” Harry si ferma per un momento prima che io lo colpisca con un cuscino proprio sul naso.
 
“Adesso ti ci metti anche tu?” mi guarda arrabbiato.
 
Si passa una mano tra i capelli e poi si inginocchia davanti a noi. Cerca di far finta di niente, ma averlo a questa vicinanza ha i suoi effetti. Stringo ancora di più le braccia al petto e mi acciglio con tanto di verso bambinesco.
 
Certo che potrei fari invidia a tutti i bambini così.
 
È abbastanza imbarazzante comportarsi da bambina davanti ad un uomo, ma questa volta sono d’accordo con Emily e nulla mi farà cambiare idea.
 
Abbasso Pamela, abbasso Pamela, abbasso Pamela.
 
Rudolf canta la cantilena all’infinito.
 
Harry ci prende in giro e comincia ad imitare le nostre facce facendo ridere sua figlia.
 
“Smettila” dice tra un sorriso divertito e una smorfia di fastidio.
 
“Oh, lo so che ti faccio ridere” continua ad imitarla e a prendersi gioco di me e dei miei capelli che non sono riuscita a domare questa mattina. Afferra una ciocca a la porta tra il naso e la bocca.
 
“Sono bellissimo con questi baffi” con una mano sposta i capelli lunghi che non ha dalla spalla.
 
“Voi mi volete bene, ma siete troppo orgogliose per ammetterlo” infila una mano tra i miei ricci e si avvicina di più a me.
 
“Su, abbraccio di gruppo”
 
Ed è così che io e la mia squadra abbiamo ceduto alla sua dolcezza.
 
Emily ed io siamo rannicchiate contro il petto di Harry che da quello che posso vedere, sorride beatamente.
 
“Prometto che risolverò questa situazione al più presto” sussurra.
 
“Quindi non la sposi più?” chiede la bambina.
 
“Non  ho detto che la sposo. Voglio solo che sia la mia fidanzata, vedremo come andrà in futuro” spiega e mi accarezza la schiena in cerca di aiuto.
 
“Ehi” guardo Emily che si strofina l’occhio con un pugno. Le accarezzo la guancia e prendo un fazzolettino dal mio grembiule.
 
“Tesoro, devi capire che il papà ha bisogno di una donna al suo fianco” delicatamente passo il tessuto sulla riga delle sue lacrime.
 
“Io non voglio Pamela come mamma” afferma in preda dalla disperazione. Allontana la mia mano e scappa fuori dalla stanza sbattendo la porta con forza.
 
Sono tante le cose che non vogliamo. Nemmeno io lo voglio, ti renderebbe la vita difficile.
 
Mi affretto a seguirla prima di perderla di vista. Harry è ancora inginocchiato a terra e guarda un punto indefinito.
 
“Olivia?” mi richiama quando sto per uscire.
 
Volto di poco la testa per ascoltare le sue parole.
 
“Stalle vicino” annuisco impercettibilmente, ma lo faccio.
 
 E con un groppo in gola esco in cerca di sua figlia.

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