Oh merda, ci sono i fantasmi!
Cerco di mantenere la calma mentre Emily mi abbraccia forte perché si sente uno strano rumore e poi è buio pesto. Sarà l’una di notte.
“Ho paura Oliv!” la piccola mi si aggrappa addosso e io le accarezzo la schiena.
“Non devi preoccuparti, non esistono i fantasmi” la rassicuro e sentiamo qualcosa che cade e si frantuma in mille o forse più pezzi..
Oh porco di un panda.
Non eri tu quella che diceva che i fantasmi non esistono?
Ok spettro, prendi tutto quello che vuoi, ma lascia stare i miei capelli.
Ed Emily?
La offriamo come sacrificio se vuole qualcosa.
Olivia!
Rudolf mi richiama e Emily comincia a singhiozzare perché la finestra si è spalancata di botto e io urlo dalla sorpresa.
E se entra un fantasma appena la chiudo?
Cazzo, cazzo, cazzo!
“Su piccola, non piangere, è solo il vento” le accarezzo i capelli e porto lei come scudo per chiudere la finestra, nel caso in cui il fantasma decidesse di colpirmi con una lancia al petto.
Non ditemi niente, sono troppo giovane per morire.
“Visto? Fuori non c’è nessuno” dico chiudendo la finestra e tornando a letto.
“Olivia!” tralasciando il fatto che ho perso diversi battiti in un solo secondo, posso sapere perché il fantasma conosce il mio nome?
Madonna Santissima, sto per svenire!
“Ok fantasma, vuoi la guerra? E che guerra sia” prendo la prima cosa che mi capita in mano e sempre con Emily attaccata come una vongola, che tra l’altro sono buonissime con gli spaghetti, esco dalla camera e lancio l’oggetto che ho in mano all’ombra che si aggira per la stanza.
“Ahi!” l’ombra si muove e si dimena dal dolore.
Dove l’ho colpito? E se m’ammazza adesso?
“L’hai fatto fuori?” Emily si stacca leggermente per vedere se il fantasma è ancora qui.
“No, però mi ha quasi staccato un occhio e con cosa mi hai colpito? Con una bambola?” il fantasma parla e…
Harry!
“Papà!” Emily si scaglia addosso all’ombra e la luce della lampada sopra al tavolino accanto al divano viene accesa mostrando la figura di Harry.
Sorrido amabilmente e lui mi guarda mezzo sconvolto.
“Abbiamo avuto così tanta paura che ci fossero i fanta…”
“Ladri, che ci fossero i ladri” intervengo io prima che Harry scopra che ho pensato che fosse un fantasma.
“Non è la prima volta che Olivia mi scambia per un ladro” sorride mentre abbraccia la sua bambina guardandomi.
Che figura di merda.
Te lo avevo detto io che non erano i fantasmi.
Non fare la saputella che ti ho vista mentre ti nascondevi sotto le coperte!
Ovviamente, anche Rudolf, come qualsiasi coscienza normale indossa il suo pigiama con i panda e le ciabatte a paperella.
Devo dire che ha copiato il mio stile, ma che posso dire…ho gusto.
Anche se per questa notte ho trafugato il pigiama di Harry, lui ne ha così tanti che uno in meno non farà la differenza, sempre se non se ne accorge.
“Quindi perché hai urlato Olivia?” mi chiede sogghignando.
La luce è fioca e da quello che posso vedere indossa dei pantaloni bianchi e una camicia nera, completo che io, personalmente, non approvo. Sinceramente sembra un cameriere con quelle orrende giacche sgualcite che detesto.
“Sono caduta…una botta, che guarda c’ho pure mal di testa” mi tocco la fronte e mando un’occhiata ad Emily facendole capire che non deve dire niente, detto in parole povere:”Stai zitto brutto mostriciattolo o ti decapito tutte le bambole”
“Oh, hai messo del giaccio?”
“No, sto bene così, non c’è bisogno del ghiaccio e ora io e Emily dobbiamo dormire, abbiamo in programma una grande giornata per domani” sono in imbarazzo, lo ammetto.
Il problema è che lui è così dannatamente sexy e io sembro un bradipo che fa pipì. Ora che ci penso, ho la vescica piena e devo farla immediatamente.
Sto scoppiando Rudolf!
E che ci posso fare io?
Stronza.
Emily è tornata in camera e io sto fissando il pavimento mentre Harry si è gettato sul divano e mi guarda.
Beh…cos’hai da guardare? Nemmeno tu sei la fine del mondo in pigiama che vuoi?
Arrossisco visibilmente e vado in bagno.
Passo buona parte del tempo a guardarmi allo specchio cercando di essere accattivante con il suo pigiama, ma riesco solo a fare smorfie e tutto questo dopo aver fatto la mia benedetta pipì.
“Olivia? Stai bene?” la voce di Harry blocca i miei movimenti strambi e goffi allo specchio.
Ci vuole solo un miracolo con te.
“Si, va tutto bene” e senza che io gli abbia dato il permesso entra in bagno in tutto il suo splendore.
Come posso competere con una come Pamela? Come?
“Sei tutta rossa…e comunque me ne sono accorto” con la mano indica il mio abbigliamento alludendo al fatto che ho preso il pigiama dal suo cassettone.
“Sempre meglio di quei panda colorati” ride e io vado via indignata.
Come può prendere in giro i miei gusti in fatto di moda?
“Buona notte, Olivia” urla dal bagno e io non gli rispondo.
“Cosa fai?” mi chiede Emily che si è vestita e adesso si è seduta sul divano accanto a me che sono tutta rannicchiata con la testa tra le gambe e pensierosa.
“Faccio l’ortaggio, ti insegno” toglie i sandali e si rannicchia anche lei.
Prende le gambe tra le mani, io le abbasso la testa e lei ride.
Cosa ci trova di divertente questa qui non s’è capito!
L’ortaggio? Ma dai.
“Cosa siamo?” urlo dopo che mi sono riposizionata nella mia posizione da ortaggio.
“Ortaggi!” grida Emily.
“E cosa vogliamo?”
“Le patatine fritte!”
Oh, amore, vuoi le patatine fritte.
“Andiamo a prepararle!” mi alzo e la prendo in braccio trotterellando per la stanza e lei ride di gusto.
Sono felice! Questa mattina Harry ha ordinato la colazione in camera e dopo averci raccomandato di non distruggere nulla ci ha promesso che nel pomeriggio saremmo andati tutti al parco, l’unica pecca è che con noi dovranno venire anche Pamela e Louis.
Che bella idea quella di invitarli, Harry.
Gli do una pacca sulla spalla mentalmente e poi lo vedo uscire dalla sua camera da letto. Si è rinchiuso lì per tutta la mattinata a usare quel suo dannato computer, per il resto si è comportato come fa di solito.
Mi ha ignorata, ha fatto finta che non esistessi, in pratica mi ha trattata come la cameriera.
Bastardo!
“Ascoltatemi bene ortaggi” mi fermi di colpo perché ne sono sicura, ha ascoltato la nostra conversazione.
“Mangiate quelle stupide patatine e poi tornate qui immediatamente” mi dirigo verso l’uscita.
“E tu signorina” mi tira per la maglia del suo indumento che non ho ancora tolto.
“Mettiti qualcosa di decente, e anche un cappotto, fa freddo fuori” mi lascia e io fuggo dalla stanza per la troppa vicinanza accanto al suo corpo.
E mentre lascio Emily a mangiare io vado a prepararmi e ne approfitto per fare anche una doccia.
Il pantalone nero che ho indosso mi fascia perfettamente le gambe, la camicia e molto, ma molto graziosa anche se non è particolarmente scollata, ai piedi ho le mie solite scarpe da ginnastica e prendo la mia borsa e il giacchetto bianco.
In questi giorni fa leggermente freddo anche se c’è il sole. Dicono che il tempo migliorerà e spero proprio di si perché ho voglia di prendere il bus e andare al mare.
Forse porto pure Emily.
Sempre se Harry ti da il permesso.
“Hai fame, tesoro?” Louis mi tiene un braccio sulle spalle. C’è un leggero vento che scompiglia i capelli che sono riuscita a domare in una coda alta, che mi fa sembrare anche più alta di quanto sono.
“Uhm…conosco un posto che fa dei panini buonissimi, ci passiamo?” lo guardo e lui mi sorride e asseconda a quello che ho appena detto.
Il posto che ho proposto è una bettola, ma vi assicuro che il cibo è migliore di quanto si pensa. Harry e Pamela sembrano alquanto schifati del luogo e quando vedono che io e Louis mangiamo come delle scimmie decidono che non è posto per loro e ci lasciano soli con la bambina che (brava la mia piccola) mangia senza dare nessun fastidio.
“Questo è diventato il mio posto preferito” afferma Louis.
“Perché?” chiedo addentando il mio panino pieno di carne e di salsine varie.
“Perché ci sono venuto per la prima volta con te” mi sorride e io ricambio arrossendo leggermente.
Ma non vedi quanto è dolce?
Si che lo vedo! Solo che…
Cosa?
Nulla, lascia perdere.
“Senti, volevo chiederti, perché lei sta qui?” indica Emily.
“Beh, come sai sono la sua babysitter e poi Harry me la lascia per tutto il giorno”
“Mentre lui va a svagarsela con Pamela”
“Non fa solo questo, lui lavora anche e…” mi fermo di colpo.
“Non parliamo di Harry, se voglio mantenermi il lavoro devo fare quello che mi dice” gli prendo la mano libera e accarezzo le nocche.
“Hai ragione, scusami”
Dopo essere usciti dal posticino ci rincontriamo con Harry e Pamela. Emily fa di tutto per ottenere un palloncino e Louis me ne regala uno a forma di cuore.
“Grazie” gli lascio un bacio sulle labbra e lui sorride spensierato. Pamela sbuffa e Harry le poggia un braccio sulle spalle e le sussurra qualcosa all’orecchio.
Stiamo per attraversare la strada per arrivare all’hotel. Louis mi ha lasciata finalmente un po’ libera, il suo braccio sulle spalle stava per diventare pesante e poi ho bisogno di sgranchirmi le gambe, quell’oca di Pam non ha fatto altro che muoversi a piccoli passi perché rischiava di rompersi l’osso del collo con quei tacchi.
La strada è libera e decido di attraversare quando un camion, che sembra sbucare dal nulla decide che è il momento di accelerare. I fari mi accecano la vista e non riesco quasi a muovermi per la troppa vicinanza tra il mio corpo e il veicolo che sta per travolgermi.
“Olivia!” un braccio mi trascina in dietro quando il metallo del camion sta per toccarmi. Il suono del clacson riecheggia nella mia mente e due grandi braccia mi stingono la vita.
“Ma sei completamente impazzita?!” Harry comincia ad urlare mentre io completamente sconvolta e bianca in viso lo guardo e la sua faccia è infuocata dalla rabbia.
“Ti rendi conto che poteva travolgerti e ucciderti?!” non riesco quasi a reggermi in piedi, ho la gola secca e gli occhi spalancati.
“Calmati amico, tesoro stai bene?” il tono calmo di Louis copre la rabbia di Harry.
“Certo che non sta bene, no vedi che faccia ha?!” Harry si passa una mano tra i capelli e Pamela lo tiene per un braccio. Emily mi prende la mano e Louis mi accompagna fino all’hotel.
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Do you want to be my wife?
RomanceHarry Styles, famoso imprenditore londinese decide di comprare l'hotel più famoso di tutta Londra per desiderio della figlia di cinque anni. Olivia Wilson è una ventunenne da poco laureata. Adottata all'età di cinque anni si trova a vivere in una fa...