Kiribaku pt. 3

152 5 0
                                    

Ci stavamo avvicinando alla licenza provvisoria.
Erano successi un sacco di casini, fra la nostra punizione, la Lega dei Villain e il Festival Sportivo, ma io avevo solo una cosa in mente: Bakugo.
Era patetico, lo so.
Ma vero, anche se non era la mia preoccupazione principale.

Fingevamo di essere i soliti amiconi, ma io volevo di più.
Ci nascondevamo da i nostri compagni, ma io volevo di più.
Negli spogliatoi non potevo fare a meno di vedere il suo corpo perfetto, ma io volevo di più.
Nessuno poteva essere felice per noi, ma io volevo di più.

Non era per niente un comportamento virile quello di nascondere una relazione così bella a tutti, perciò decisi di parlarne con lui.

Ci avevano concesso due ore buche da passare in supplenza, ma dato che il professore in questione era Aizawa, ci lasciò fare quello che volevamo mentre lui dormiva. Era il momento.
-Bakugo!- sussurrai, afferrandolo per una manica. Eravamo nei soliti gruppetti, io, lui, Mina, Sero e Pikachu. Quando si voltò gli indicai la porta.
Non capì, ma intuì che la faccenda era seria; si immobilizzò.
-Ti devo parlare.- mormorai piano, mentre Kaminari stava ridendo con Sero.
Annuì rigido; ok, non era un buon inizio..
Denky arrivò nel momento peggiore, poggiando una mano sulla sua spalla e facendo lo scemo. -Hey Bakubro, sai quella..-
-Chiudi quella fogna di bocca, Denki!!!- urlò girandosi di scatto verso l'altro biondo. Prima che potesse replicate (o che Iida potesse anche solo richiamarlo) si alzò dal banco verso l'ormai sveglio professore.
-Devo andare in bagno!- sputò fra i denti, tanto nervoso da non aspettare nemmeno una risposta che si era già incamminato fuori dall'aula.
Il casino riprese a poco a poco, e chiesi anch'io di poter uscire.
Appena fuori, tirai un sospiro di sollievo. Fino a qui era fatta.
-Oi! Di che diavolo devi parlarmi?- ruggì a pochi metri da me Bakugo.
-Meglio se discutiamo nei bagni.. potrebbero sentirci..- dissi accennando al piccolo corridoio alla sua destra.
Lo fissò per un secondo prima di spostare lo sguardo di nuovo su di me. Era davvero.. arrabbiato? O forse preoccupato?

Mi prese il polso, lanciandomi praticamente dentro la stanza piastrellata.
-Ok, ora spiegati.- sibilò con le sopracciglia corrugate; non sembrava particolarmente a suo agio.
Gli presi la mano e mi avvicinai fino a stamparli un bacio leggero sulle labbra.
Sospirai. -Voglio che anche gli altri sappiano di noi, non voglio più essere un segreto. Voglio che sappiano che ho scelto il meglio del meglio, te.-
Si staccò, ma non fu violento. -No, assolutamente no, ne abbiamo già parlato, e ho detto no!-
-Daiii..- insistei ironico.
Non rise, anzi mi guardò freddo ed incazzato.
-Basta, ho detto no, ok?!-
-Ma non ti sei nemmeno sforzato di ascoltarmi!- sbottai sulla difensiva.
-Io ti ho ascoltato, solo che tu non hai sentito me: non se ne parla!-
-Ma perchè!?- quasi gridai. -Che male c'è?-
-Nulla, solo che... ah!!!-
-Cos'hai da perdere?? Almeno dirlo ai nostri genitori!-
Sembrò impallidire. -No! È ancora peggio!!-
-Bakugo ti prego; fallo per me!-
-Ho detto no!-
-Ma!..-
-No!-
-Non ti sei nemmeno spiegato!!!-
-É cosa dovrei spiegare, eh?!-
-Beh! Tutto!!!
-Stai zitto, Kirishima, per favore!!-
-No, dobbiamo risolvere questa cosa!- esclamai andando sempre più vicino a lui.
-Tu non sai niente, mutati!!!-
-Cosa?! Cos'è che non so?!-
-Ho detto di no!!!-
-Stai cambiando argomento!!! PERCHÉ??!!-
-SMETTILA, OK!!?-
-NO!- urlai sul punto di piangere; non avevamo mai litigato così, addirittura in un luogo pubblico. -SOLO PERCHÉ TI AMO NON VUOL DIRE CHE DEBBA DECIDERE SOLO TU!-
-INVECE SI! CIOÈ... NO!- ringhiò passandosi la mano sul viso. Stava iniziando a sudare tantissimo. -CAPELLI DI MERDA, NE PARLEREMO DOPO!!-
-NON CI PENSARE NEANCHE AD USCIRE DAL BAGNO, BAKUGO KATZUKI!!- gridai, la voce spezzata, bloccandolo con una mano quando tentò di uscire.
Non oppose resistenza, anzi, mi ascoltò.
Quando si voltò, dopo qualche secondo, la sua espressione sembrò farsi carica di preoccupazione.
Stava fissando le mie lacrime.
Sospirò, stringendomi in un abbraccio; ne avevo bisogno, dopo quel piccolo momento di inferno.
-Kiri..- sussurrò. -Senti, non è che non voglia che gli altri non lo sappiano, ma..- deglutì, stringendomi la mano sulla spalla.

Aspettai.

Non rispose.

Sapevo che teneva di più a solo una cosa dopo di me (speravo): essere il numero uno; me ne resi stupidamente conto in quel esatto istante.

-...ma hai paura che questo ti impedisca di diventare il migliore.- alitai sulla sua spalla, un flebile sussurro, che però sentì.
-..si.-
Non dissi nulla, ma lo strinsi più forte a me.

Non avevo il diritto di frantumare i suoi sogni solo per un mio pretesto, anche se ciò significava stare ogniuno per la sua vita. Ma ero egoista, e lo volevo davvero. Volevo che lui fosse felice, ma io lo sarei stato? Fra tre, dieci, vent'anni ci saremmo ancora amati o per lui era solo una cotta da nascondere, una macchia da coprire? Soprattutto, ero disposto a non far sapere nulla ai miei amici di quanto mi sentissi amato in quel momento?
Non ne ero sicuro, sentivo che sarebbe stato un segreto troppo difficile da mantenere.
Ma di Bakugo mi fidavo.
Volevo che lui diventasse il migliore, e iniziare la carriera circondato da omofobi era il punto peggiore su cui partire..
L'avrei sempre supportato da lontano. Lo sapeva, e l'avrebbe fatto anche lui per me, ne ero certo.

-..Va bene, scusa.- sussurrai sorridendo piano e sciogliendo l'abbraccio. -Va bene così.-
Nei suoi occhi per la prima volta vidi il rimorso, ma non volevo che soffrisse. Non per me.

Mi baciò, molto dolce, più dolce di qualsiasi Bakugo visto in quel momento: l'avevo visto arrabbiato, nervoso, allegro e triste, ma mai dolce.
Fino ad ora...
Ricambiai più per necessità che per istinto; non mi sentivo dell'umore giusto per passare un solo secondo senza di lui.
Mi massaggiava la schiena con una mano, una bella sensazione. E lui che diceva di non essere romantico! Quel gesto fu la cosa più romantica di sempre!

Quando sentimmo la campanella (segno che eravamo nei guai) ci staccammo, guardandoci furtivamente in giro. Nessuno in vista.
-Grazie, e hai ragione tu. Non possiamo rischiare di rovinare il nostro futuro solo con questo storia.. io penso.. penso che va bene se non lo diremo.- dissi sicuro, il solito sorriso che mi illuminava il volto.
Per un nanosecondo anche lui sorrise, prima di arrossire sotto il mio sguardo stupito.
-Anche se nessun altro lo saprà.. beh ti amo, Kirishima, ficcatelo bene in testa.-
Mi si prestò una paralisi. -Oh man! Voglio discutere più spesso con te se puoi mi dici queste cose dolci!-
-Ehi!!- mi sgridó facendo una piccola esplosione, proprio minuscola.
Risi un po', prima di colpirgli la spalla. -Anche tu non sei male! ❤️-
-Tch.- sbuffò, ma si avvicinò a me, spettinandomi i capelli. -Capelli di merda.-
-Quante volte te lo devo dire? I miei capelli non sono tanto diversi dai tuoi!-

Rise.
Per vendetta, prima di uscire definitivamente dai bagni, lo baciai di sfuggita.
Ghignò. -Oi, non hai ancora capito chi comanda??-

Si, se ve lo state chiedendo, mi sbatté al muro.
Già, effettivamente me l'ero cercata...
-Bro, forse è meglio rimandare, sai, il professor Aiza- Le sue labbra mi bloccarono nel bel mezzo della frase. Non gliene faccio una colpa, sono pur sempre irresistibilmente morbide ed attraenti, dannazione!
Misi le mani docilmente dietro la sua testa, le sue sul mio collo, il respiro che si confondeva. Avevo gli occhi serrati ed il suo odore nella mente, inebriante. Spezie, cannella e paprika, un solletico per le narici, un sussulto per il cuore.

Da casto e dolce, in meno di un due minuti il bacio divenne feroce e sensuale; la sue mani strinsero di più, il suo bacino mi fece scontrare anche con il muro.
Eravamo giovani ragazzini irresponsabili, ma quello che c'era fra noi non era per niente futile, e sarebbe durato.

-Oi, Kirishima~...- sibilò allontanandosi.
Rabbrividii involontariamente.
-Si?..-
-Non è che stai cercando di farmi saltare le lezioni?-
Risi di gusto, il fiato un po' corto. -Bro, ma se fino a.. boh, cinque minuti fa ti ho chiesto di rimandare!-
Arrossì, ma mi guardò solo male. -Andia-

Pam.

Andò a sbattere subito contro una figura scura che si era precipitata dentro ai bagni, mandando Bakugo a poco dal cadermi addosso.
Una figura che palesemente aveva ascoltato tutto da dietro la porta.
Una figura spaventosamente familiare.
-Ma che ca??!!- urlò il mio ragazzo prima di interrompersi.

Aizawa ci fissò per un secondo.
Il suo sguardo era strano.
Mi si chiuse la bocca dello stomaco. "È colpa mia. Non dovevo discuterne adesso, non qui. È tutta colpa mia." pensai mentre il biondo al mio fianco si fece immobile, di pietra. Non lo sentivo neanche respirare.
-Ragazzi, dobbiamo parlare. Ora.-



Beh.
Merda.

🤜🤛 Pillole KIRIBAKU💥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora