Il Vigilante (Capitolo 4 - parte 1)

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20 Ottobre 2035

Erano già un paio di giorni che mi allenavo da solo, i progressi furono più veloci di quanto mi aspettassi e non solo nel combattimento, ma anche nello studio. Ormai con una sola lettura molto veloce riuscivo a ricordarmi tutto perfettamente, i calcoli più complessi potevo farli a mente in poco tempo e le solite sette ore di sonno erano diventate solamente tre, senza la minima ripercussione sulla qualità e la lucidità. Stentavo a credervi, era incredibile come il mio corpo e la mente stavano cambiando, il mio tempo libero sembrava infinito rispetto a pochi giorni prima, decisi così di sfruttarlo principalmente per tre scopi, ovvero allenarmi, imparare argomenti più avanzati di quelli che avremmo mai fatto normalmente a scuola e infine per salvare le persone che veniva aggredite di notte. Usavo al stessa tecnica con cui avevo aiutato Angela, ovvero uscire dalla finestra di camera mia, usare la scala lì vicino per salire e camminando di tetto in tetto, cercavo di udire qualche eventuale urlo sospetto. Negli ultimi giorni, usando questo stratagemma per non farmi scoprire dai miei genitori, ero riuscito a mettere in salvo due persone da un'aggressione non molto distante da casa mia, ormai più niente era come prima. Visti i grandi risultati ottenuti decisi così di rilassarmi per un giorno.

«Volevo chiedertelo ancora tempo fa, ma ogni volta mi dimenticavo... Allora qual è il tuo segreto?» domandò Jack con lo sguardo di chi stava morendo dalla curiosità.

«Quale segreto scusa!?» risposi perplesso.

«Dai su! Ti abbiamo visto tutti, nella partita di basket che abbiamo fatto a scuola il 1° Ottobre giocavi come un professionista!»

Alzai le mani bene aperte all'altezza delle spalle. «Beh lo ammetto! Ho avuto parecchia fortuna, infatti dopo quella partita non ho più giocato particolarmente bene»

«Sarà, ma non ci credo, hai giocato troppo bene per chiamarla solo fortuna, secondo me stai facendo apposta a non di giocare così bene» per quanto avesse ragione non potevo ammetterlo, era meglio sembrare il solito me. Dopo un attimo di pausa mi tirò una pacca sulla spalla «Dai è ovvio che è stata fortuna! Non puoi avermi superato in così poco tempo dai» si mise a ridere e lo assecondai.

«A proposito dove vi va di andare?»

«Io direi di andare in centro visto che siamo vicini» propose Silvia.

«Per me va bene» affermò Alexander.

Ancor prima che Fabrizio e Jack aprissero bocca intervenni «Anche per me. Beh la maggioranza ha deciso»

Tutti quei piccioni liberi in cielo non facevano altro che ricordarmi uno dei miei più grandi sogni, volare, anche se allo stesso tempo avevo ancora molta paura delle altezze, nonostante tutto. Segui gli uccelli con lo sguardo, finché non mi accecai guardando il sole, purtroppo i miei occhi erano particolarmente sensibili alla luce, così riportai lo sguardo a terra. C'era pieno di gente come al solito, era praticamente impossibile sentirsi soli o annoiati, per via delle innumerevoli attrazioni che ti facevano rimanere sopraffatto da cotanta bellezza.

Gli altri si diressero verso la galleria, mentre mi fermai un attimo ad ammirare il Duomo di Milano e di colpo sentii dentro di me un'energia sconosciuta, mi pervase tutto facendomi sentire più libero e ambizioso, ma non ero ancora pronto per cominciare gli allenamenti con Rey.

«Non vieni con noi?» chiese Alexander avvicinandosi a me.

«Adesso arrivo» e poco prima che se ne andasse lo interruppi. «Pensi sia così difficile scalare il Duomo a mani nude?»

«Come scusa!?» e mi guardò sconcertato.

«Cioè ho visto farlo in un video su internet» improvvisai.

Stealth - L'origine di una leggendaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora