Karmgisa

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*piccola premessa
Nelle altre parti c'erano delle foto ma wattpad ha deciso che non si possono mostrare quindi non le vedrete mai. Diciamolo tutti insieme: GRAZIE WATTPAD CHE CI LASCI LIBERTÀ DI PUBBLICARE QUELLO CHE VOGLIAMO.

Karma con fatica e sacrifici era riuscito a raggiungere completamente il suo scopo, era arrivato ai vertici della politica e questo ovviamente gli aveva messo addosso una grossa soddisfazione, era felice del fatto che avrebbe potuto dire a Kuroko-sensei che aveva raggiunto il suo obbiettivo se solo egli fosse stato ancora in vita, questo perché, per quanto avesse tentato ostinatamente di negarlo, anche lui aveva sofferto per la sua morte, infatti  aveva cominciato a nutrire un certo affetto nei confronti del polipo giallo, come lui amava finemente chiamarlo.
Tuttavia c'era ancora qualcosa che aveva lasciato in sospeso, qualcosa che si era ripromesso di fare solo nel momento in cui avrebbe potuto dimostrare la sua serietà e la sua superiorità rispetto a tutti gli altri, aveva deciso che solo dopo essere riuscito a diventare uno dei diplomatici più importanti di tutto il Giappone avrebbe finalmente svelato a Nagisa i suoi sentimenti romantici e credeva di essere riuscito a tenerli segreti anche se era diventato presto ovvio a chiunque lo conoscesse quale desiderava fosse la sua relazione con l'esile ragazzo dalla chioma cobalto.
Karma, per quanto solitamente sprizzasse sicurezza da tutti i pori, con quel suo comportamento intriso di superiorità e con ovvie tendenze psicotiche che in qualche modo, crescendo, era riuscito a mascherare, non riusciva a trovare il momento e neppure il modo migliore per rivelare al ragazzo che lo amava, che era sempre stato così, che in lui aveva sempre visto quel qualcosa di diverso che non gli permetteva di abbassare le sue difese nelle sue vicinanze, che era l'unica persona che avrebbe desiderato sempre al suo fianco e l'unico che non trovava insopportabile.
E mentre il fulvo faceva avanti e indietro ansioso lungo la sua camera da letto, portando nervosamente la sua grande e maschile mano destra a tirare indietro le ciocche umide pensando a come rivelare quei sentimenti che non aveva mai provato e che non sapeva come affrontare il suo telefono vibrò, segno che gli era stato mandato un messaggio, questo era da parte di Hiroto che aveva creato un gruppo nel quale invitava tutti a proporre dei giorni così da trovare una data che avrebbe permesso loro di rivedersi dato che erano passati già un paio di anni dall'ultima volta che si erano ritrovati tutti insieme e inaspettatamente fu proprio Karma il primo a rispondere proponendo un giorno casuale, poteva prendersi qualche periodo di ferie quando desiderava se faceva le pressioni giuste e certamente ne era capace.
Pensò che quella sarebbe potuta essere l'occasione perfetta per sciogliere un po' la tensione che aveva in corpo con qualche bicchiere di birra per poi continuare la chiacchierata magari fuori dal locale nel quale Hiroto voleva organizzare l'incontro e sperava in quel modo di riuscire a dire a Nagisa quello che realmente egli significasse per lui con il timore nel retro della sua gola di un possibile rifiuto.
Una settimana passò da quel momento, lasso di tempo che al rosso parve durare infinitamente, con la sensazione di soffocare che non lo aveva lasciato per un solo attimo, motivo per il quale non aveva portato la cravatta cosa che, a quanto pare, fece andare in delirio tutte le ragazze cosa alla quale lui reagì con la sua solito fredda indifferenza che lo rendeva oggetto di odio da parte degli altri uomini, i quali non capivano come potesse essere così non curante del fatto che ogni donna avrebbe venduto la sua anima per finire nel suo letto e pensavamo questo solo perché non conoscevano ancora i sentimenti che egli celava nel suo cuore e quanto questi potessero essere pericolosi addosso a lui.
Qualche ora prima dell'orario stabilito per il fatidico incontro si dedicò una doccia rilassante, lasciò che le gocce bollenti accarezzassero la sua pelle bianca e perfetta, che scivolassero fra le linee della sua perfetta definizione muscolare come piccole gemme che riflettevano la luce calda del lampadario del bagno, ne uscì velocemente, con solo un asciugamano nero attorno alla vita, appoggiò i suoi palmi grossi e maschili sul marmo scuro del lavandino protendendo la schiena in avanti fissando la sua figura allo specchio.
I suoi occhi brillavano di una determinazione nuova, il suo aspetto era perfetto, dunque penso di non doversi preoccupare troppo, motivo per il quale scivolò nella sua camera da letto frugando nel suo armadio, prese degli abiti che sarebbero potuti essere stati casuali ma che lo avrebbero comunque reso irresistibile agli occhi di Nagisa, voleva fare colpo su di lui, togliergli il respiro così che non avesse potuto rifiutare i suoi sentimenti.
Karma indossò dei jeans strappati sulle ginocchia neri come la notte e una camicia candida mentre i suoi piedi vennero calzate da degli scarponcini neri che viravano fra l'eleganza e la casualità, così che il suo outfit fosse completamente bilanciato, questo perché in fin dei conti per quella settimana non aveva fatto altro che pianificare quella sera per fare in modo che fosse perfetta, dopotutto non aveva alcuna intenzione di accettare una risposta negativa e non aveva alcun tipo di obbligo morale a impedirgli di eliminare ogni ostacolo sulla sua strada, questo è quello che viene chiamato uno psicopatico.
Karma indossò il cappotto e la sua espressione migliore mentre entrava nella sua automobile nel retro, dicendo al suo autista dove portarlo rammentandosi di come molti anni prima, poco prima che conoscesse il ragazzo dalla chioma cobalto, sua madre preoccupata delle sue esagerate reazioni lo avesse portato da uno psicologo per avere una valutazione sperando che non avesse nulla di strano, tuttavia quando lui rispose onestamente a tutte le domande che gli vennero fatte, l'uomo ovviamente spaventato disse che lui soffriva di una forte psicopatia, sapeva cosa la giustizia imponeva e per convenzione tendeva a rispettare queste leggi ma non aveva realmente un animo buono e gentile, disse che con le condizioni peggiori sarebbe potuto diventare un serial killer e che quindi doveva essere tratto bene.
Nessun farmaco fu prescritto per lui, era ancora troppo giovane ed era poi cresciuto nascondendo la sua natura il più possibile, mostrando alla società i suoi ragionamenti inattaccabili ma non era mai cambiato, Nagisa e i sentimenti che lentamente aveva sbuppato verso di lui lo avevano reso solamente più stabile.
I suoi occhi lucenti accarezzavano il paesaggio deformarsi a causa della velocità con la quale la vettura sportiva viaggiava sulla strada, le sue labbra venivano ciclicamente inumidite dalla sua lingua in segno di agitazione che però celò facilmente, pensò che se non fosse riuscito gentilmente ad ottenere quello che desiderava avrebbe dovuto prenderlo con la forza e non aveva ancora incontrato qualcuno capace di batterlo quindi sapeva che in ogni caso il suo desiderio sarebbe stato soddisfatto quella notte.
L'autista lo lasciò davanti all'entrata del locale, lo salutò con garbo augurandogli una buona serata prima di tornare indietro pronto per ripartire non appena il ragazzo lo avesse chiamato.
Karma fu il primo ad arrivare e dovette aspettare a contatto con la fredda aria invernale, stretto nel suo cappotto, per qualche minuto mentre lentamente arrivavano tutti, l'ultimo a fare la sua comparsa fu proprio Nagisa, il quale aveva la chioma azzurra spettinata dal vento che aveva preso a soffiare, le sue guance erano arrossate a causa della corsa e per questo si fermò davanti alla porta, con le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato dicendo che aveva fatto tardi perché uno dei suoi studenti nel pomeriggio gli aveva chiesto aiuto  e si era trattenuto fin troppo, si scusò e sorrise tranquillamente senza notare lo sguardo castano di Karma fisso su di lui, quasi lo stesse esaminando.
Poco dopo erano in una sala riservata per loro solamente, tutti seduti attorno a un grosso tavolo bevendo birra, mangiando carne e rimembrando dei giorni nei quali erano solo degli studenti ignari e di come la loro vita fosse stata stravolta con il progetto della classe assassina, di come fosse triste che alla fine Kuroko-sensei fosse dovuto essere ucciso e di come aveva loro insegnato, a modo suo, come sopravvivere alla vita e come fare del proprio meglio in essa.
Karma sembrava partecipe nel discorso, anche se a dire la verità aveva il volto un po' annoiato posato sul palmo aperto della sua mano sinistra, con il gomito piantato sul tavolo ad osservare Nagisa parlare di come fosse la sua vita da insegnate, a dire il vero stava ascoltando solo lui, infatti gli altri avevano tentato di coinvolgerlo in altri discorsi ma erano stati tutti liquidati con uno sguardo annoiato e con qualche parola monosillaba, tutti pensarono che la situazione fosse dannatamente ovvia, o quasi.
Kaede infatti, seduta accanto al ragazzo dalla chioma cobalto, tentava del suo meglio per fare colpo, i suoi capelli neri e lunghi, lucenti, le ricadevano elegante lungo le spalle bianche mettendo in evidenza il petto parzialmente scoperto dall'abito bordeaux che me fasciava le curve femminili e sensuali, i suoi occhi ambrati erano civettuoli mentre versava sel sakè nel bicchiere di Nagisa, inclinandosi verso di lui, facendo sfiorare il braccio del ragazzo con il suo seno il quale si imbarazzò visibilmente distogliendo lo sguardo da lei.
«Nagisa-kun, sei certo che vada tutto bene, sai l'altro giorno sembravi giù...» disse lei portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio imponendo un sorriso seduttore sul suo viso appoggiando poi il suo corpo contro quello del ragazzo in un abbraccio amichevole che fece storcere il naso al rosso, il quale sul viso pose uno sguardo intimidatorio che non tutti furono capaci di notare, prestando attenzione solo a quella scena divertente nella quale il rosso sulle guance dell'esile ragazzo era tanto sgargiante da non poter essere nascosto.
Per la prima volta Karma vide Kaede come una nemica, non la vide come una ragazza, come una compagna di scuola e né tantomeno come un'amica, la vide solo come un ostacolo che andava eliminato, a questo suo pensiero il suo sguardo castano si scurì un po', il suo volto si fece cupo e le sue labbra si piegarono in quel sorriso poco rassicurante che suole solcare i volti di chi ha perso la lucidità, di chi è tutto fuorché normale.
Notando lo strano cambiento e l'ovvia rabbia nel volto del fulvo, Nagisa confuso si protese leggermente in avanti chiamando il suo nome con voce gentile e sinceramente preoccupata, questo fu abbastanza per riportare raziocinio e calma nel ragazzo sorrise in modo ambiguo bevendo il suo sakè, gli fece cenno con il capo e poi con voce estremamente profonda e rauca, seduttrice e ammaliante lo invitò a farsi più vicino perché doveva dirgli una cosa.
Con il respiro caldo sfiorò la pelle del ragazzo, la sua voce vibrò attraversandone il corpo facendolo rabbrividire, tutte cose nelle quali aveva sperato e poi sussurrò «Nagisa, devo davvero parlarti quindi dopo vieni con me, va bene?» l'altro, paonazzo in viso, fece un cenno con il capo ritraendosi velocemente, preoccupato al pensiero che Karma avesse potuto percepire a quale velocità il suo cuore battesse.
Il ragazzo dalla chioma cobalto infatti era terribilmente innamorato di lui da molto tempo ma non aveva mai avuto il coraggio di rivelargli i suoi sentimenti, temeva che il ragazzo avrebbe potuto trovarlo disgustoso dato che erano entrambi ragazzi e l'ultima cosa che desiderava era farsi odiare dall'uomo che tanto amava, anche se sospettava che l'altro avesse già compreso quel dolce amore nascosto nel suo cuore.
Quando l'ora si fece tarda le persone cominciano a defluire fino al momento nel quale rimasero solo in tre, cosa che certamente non mise di buon umore Karma, anzi, stava cominciando a perdere la pazienza, a dire il vero stava proprio per infuriarsi perché era certo che la mora avesse letto l'atmosfera è che avesse compreso le intenzioni del fulvo, dunque probabilmente stava solo cercano di ostacolarlo dato che l'obiettivo di entrambi era lo stesso: Nagisa.
Sebbene entrambi mirassero alla stessa persona c'erano delle differenze sostanziali fra i due, cosa che probabilmente mise in mente a Kaede che la vittoria sarebbe stata la sua, soprattutto quando cominciò a vedere dell'imbarazzo addosso al ragazzo dalla chioma cobalto nel percepire quelle avances palesi a lui rivolte, stava cercando continuamente di istaurare una conversazione con il ragazzo ma Karma, con un sorriso inquietantemente tirato, riusciva sempre in qualche modo a spezzare la bella atmosfera che si creava fra i due, a intromettersi nel discorso e portarlo verso la sua direzione.
Il tutto però precipitò in un singolo momento, il rosso ricevette una chiamata importante dunque si allontanò di qualche passo per rispondere, nel mentre la ragazza aveva preso ad attaccare senza sosta il suo obiettivo così, quando il ragazzo dalle iridi castana si voltò, vide qualcosa che offuscò completamente il suo senso della ragione ovvero Kaede che stava baciando Nagisa, il quale, quando il contatto terminò, era divenuto rosso fino alle orecchie, lei ridacchiò puntando per un breve attimo lo sguardo sull'altro dicendo «Nagisa-kun sono certa che saremmo proprio una bella coppia...».
Karma non riusciva più a ragionare, lentamente ogni briciolo di moralità lo aveva abbandonato e una sola frase sembrava rimbombare nella sua mente ovvero che lui gli apparteneva e che nessun'altro avrebbe mai potuto averlo, motivo per il quale impetuoso e minaccioso oltre modo si avvicinò ai due senza lasciare la possibilità a nessuno dei due di aprire bocca mentre rifletteva su cosa fare.
Sapeva bene che non poteva uccidere la mora davanti a Nagisa, lui non gli avrebbe mai perdonato una cosa del genere, erano amici, dunque lo avrebbe turbato e avrebbe rischiato di rendere impossibile il fatto di farsi ricambiare, non ci mise poi molto a progettare un modo per togliersi di mezzo quello ragazza senza sembrare ovviamente colpevole di quanto accaduto, dunque con quel pessimo sorriso sulle labbra invitò entrambi a mangiare qualcosa dato che lui aveva ancora fame.
Entrarono in un locale casuale e ordinarono qualcosa, si misero a parlare come se nulla fosse successo anche se Kaede aveva una pessima sensazione addosso, continuava a sudare freddo, il corpo le tremava leggermente e aveva dei brividi di paura che sembravano volerla spingere a scappare quanto più la conversazione con Karma si prolungava, ma non voleva demordere e per quanto il rosso si fosse dimostrato in passato una persona particolare non pensava che le avrebbe fatto del male, almeno non fino a quando Nagisa sarebbe stato presente.
E aveva ragione, per questo non accadde nulla finché il ragazzo dalla chioma cobalto non avvertì il bisogno di andare in bagno, lasciando dunque i due soli, Karma ne approfittò avvicinandosi alla mora, le strinse con irruenza una spalla e le disse a bassa voce «Non mi interessa quali sono le tue ragioni, tieniti alla larga da Nagisa o io farò in modo che tu muoia» «Oh, non mi farò paura» mentì lei cominciando a sentirsi davvero male a quel punto lui ridacchiò malignamente «Non serve. Sei già stata avvelenata da qualcosa che ho creato io stesso, non esiste una cura nota se non quella che ho sintetizzato da solo e questa sostanza non è rilevabile, quindi, cosa vuoi fare?» la ragazza sentì il respiro bloccarsi sul dorso della sua gola.
Le gambe non avevano più forza, non riusciva a sentire, gli occhi stavano perdendo la loro capacità visiva ma la risposta che diede era che non avrebbe mai lasciato che lui si mettesse con Nagisa e che era certa che quella del veleno fosse tutta una montatura, lui rise per poi tornare subito serio dicendole che se la ricordava molto più sveglia e inteligente, poco dopo la ragazza cadde a terra in preda alle convulsioni e morì.
Nagisa quando sentì il rumore era entrato nella sala dove molti uomini e donne preoccupati si erano radunati attorno al ragazzo e la morta, lui spiegò, con recitazione maestrale nel fingere stupore e preoccupazione, che si era sentita improvvisamente male e non era certo cosa le fosse preso, ma per quanto fosse bravo nel fingere un paio di occhi azzurri non erano stati ingannati e fu qualcosa che il fulvo notò da solo, motivo per il quale si apprestò a raggiungere l'altro nell'intento di impedirgli la fuga.
Lo portò con sé, a casa sua, una volta che l'autista li raggiunse, fra loro per tutto il viaggio ci fu solo un infinito e gelido silenzio fino a quando non furono certi di essere soli, che nessuno stesse ascoltando e cominciò una breve colluttazione fra i due, il tutto inasprito dalle parole pungenti di Nagisa ma fu inutile, fu Karma ad avere la meglio.
Nagisa era finito sul letto dopo una spintonata e una breve serie di botta e risposta, Karma era sopra di lui ansimante per lo sforzo, lo teneva fermo contro il materasso con lo sguardo stravolto e fu proprio in quel momento che l'altro in lui vide la pazzia, qualcosa che non poteva essere controllata, ma prima che potesse pensate il ragazzo parlò «Vuoi sapere perché l'ho fatto? Non è ovvio? Non potevo lasciare che lei continuasse ad interferire e l'ho anche avvertita, è stata una sua fottuta scelta. Ma io, io non avevo scelta dopotutto Nagisa, sei tu l'unica persona che mi ha fatto provare qualcosa di diverso dall'odio e dal disgusto, non potevo permettere che qualcuno ti portasse via da me, lo capisci?» la sua voce aveva tremato, un minimo di razionalità lo aveva attraversato quando si era reso conto che per le sue azioni rischiava di essere odiato e una lacrima, sfuggita al suo controllo, macchiò la sua pelle e scivolò sotto di lui sulla guancia dell'altro.
«Karma, lasciami» ordinò con autorità, il ragazzo rassegnato eseguì sapendo che insistere avrebbe solo potuto peggiorare la situazione, stava per rimettersi dritto sulla schiena quando le braccia di Nagisa si strinsero attorno al suo collo, portandolo contro il suo petto, con il cuore che gli palpitava velocemente nel petto e ascoltò la voce soave di lui dire «Karma non posso perdonare quello che hai fatto. Tuttavia sono comunque innamorato di te, lo sono sempre stato quindi non avere paura, non ti lascerò, ma devi promettermi che non farai più del male a nessuno, per nessuna ragione. Oppure non potrò stare con te» il rosso non so fecero ripetere il tutto una seconda volta e accettò la condizione.
Quella stessa notte i loro corpi vennero privati dagli indumenti, velocemente, solo la luce calda dell'abatjour illuminava la lussuosa stanza da letto del rosso, con un desiderio carnale che era espressione soltanto di quelle parole che non riuscivamo a convertire tutto quello che era racchiuso fra quei due.
Gli occhi scuri del più alto si erano fatti luminosi come due gemme a causa della felicità e l'eccitazione di quel momento, le sue mani calde e perfette scivolavano con adorazione lungo l'esile corpo del ragazzo che amava, lasciandosi dietro piccole ma visibili scie di brividi e qualche gemito che il più basso non riusciva a trattenere quando veniva sfiorato in quelle zone di sé più sensibili ma non intime.
La chioma scarlatta di Karma accarezzava quel corpo, seguita dalle sue labbra carnose e bramose che disseminarono di umidi baci Nagisa, delle volte questo miravano, con l'ausilio dei suoi denti bianchi e perfetti, in dei succhiotti che marchiavano quella pelle deliziosa lasciando delle vistose macchie scure che non sembrava sarebbero sparire tanto velocemente, cosa che il dominante amò alla follia perché tutto quello era il segno della sua possessione.
Nagisa rosso in viso tentava di nascondere il suo imbarazzo piazzando le sue braccia esili, ma pur sempre maschili davanti al suo viso colorito, cosa che ovviamente non sfuggì allo sguardo infuocato di chi lo stava condannato a una lenta e piacevole tortura, un sorriso maligno, divertito e provocante si affacciò sul suo viso maschile e bellissimo tornando su, lungo quel corpo che stava accendendo il suo desiderio fino a quei bottoncini di pelle sul suo petto che torturò facendo uscire dei gemiti acuti e femminili dalle sue labbra sottili.
Le loro pelli umide si scontravano bramose, Karma sapientemente faceva scontrare il suo bacino, con il membro eretto, contro l'intimità tremante dell'altro con l'intento di farlo soccombere sotto di sé in preda al piacere, così da impedirgli di fuggire da lui se mai un giorno lo avesse desiderato perché non glielo avrebbe permesso, qualsiasi fosse stato il metodo che avrebbe dovuto utilizzare per fare in modo che lui restasse.
Afferrò i polsi fini dell'altro bloccandoli con discreta delicatezza sopra il suo capo, incurvò la schiena mettendo bene in mostra quel suo fisico perfettamente allenato, sfiorò con il calore del suo respiro e la morbidezza della sua chioma il lato del suo volto e sussurrò predatorio «Ora non puoi più scappare e non puoi più nasconderti da me, Nagisa» quelle parole le pronunciò seduttore, con voce rauca, tono dominante e sornione mentre faceva scivolare la sua mano libera lungo il suo petto, poi in basso, lungo gli addominali ed infine nel suo interno coscia, senza sfiorare il membro eretto e tremante dell'altro che ansimava, con le iridi azzurre coperte quasi interamente dal nero della pupilla, dilatata a causa dell'eccitazione.
Mosse le sue labbra dedicandosi a uno dei suoi capezzoli ricevendo in cambio gemiti acuti, versi eccitanti e suoni sporchi dando finalmente attenzione all'attributo sofferente di lui, il ragazzo, gemendo il nome del ragazzo che aveva finalmente ammesso di amare, venne sporcando il petto di entrambi del suo liquido, ansimando come un animale incapace di ragione, con il corpo coperto di piccole gocce brillanti che riflettevano la calda luce della stanza e con le sue membra tutte che urlavano lui quanto quello non fosse certamente abbastanza.
Karma per quanto eccitato, sembrava desiderare prolungare quel piacere doloso ancora per molto, ma lo sguardo implorante dell'altro, di quell'azzurro bagnato di lussuria e desiderio e poi la voce tremante di Nagisa mandarono in fumo tutti i suoi piani «T-ti prego, Karama-kun, non ce la faccio più, lo voglio» gemette alla fine della frase mordendosi il labbro inferiore, con un fare seduttore che nessun'altro aveva mai visto su di lui e al quale nessuno avrebbe saputo resistere.
Il rosso sorrise e rispose con qualche battuta pungente per mascherare quanto realmente fosse anche lui al suo limite di sopportazione, si sporse si lato frugando nei cassetti alla ricerca del lubrificante, una volta trovato si spinse più avanti con il bacino, fra le gambe tremanti e scusate dell'altro, poi bagnò il suo orifizio e la base del suo membro con quel liquido che, a causa della gelida temperatura, fece genere il più basso che si portò una mano alle labbra per evitare di risultare ancora più imbarazzante, cosa che eccitò terribilmente l'altro.
Il più alto infilò un dito nell'apertura del ragazzo dalla chioma cobalto, lo mosse in modo circolare rilassando la muscolatura, ripetè questa operazione fino a che non ci fu spazio per tre delle sue dita, a quel punto fece un certo movimento che gli permise di sfiorare una zona che non aveva ancora toccato e quello che ottenne fu un gemito acuto, quasi più simile ad un urlo da parte di Nagisa, quella era la sua prostata, che data la reazione il fulvo aveva continuato a stimolare fino a far raggiungere un secondo orgasmo al più basso.
A quel punto, vedendolo privo di forza, con lo sguardo appannato dalle lacrime dovute al piacere, la chioma cobalto che risaltava contro il bianco delle federe, labbra dischiuse a causa del momento precedente Karma perse ogni ritegno, entrò con una spinta secca nel ragazzo, il quale si riflesso si avvinghiò alla sua schiena graffiando con le unghie corte la pelle di questa, lacerandola in dei solchi mediamente profondo che sarebbero rimasti su quel corpo ancora per molto.
Rimase fermo finché non sentì le interiora del ragazzo rilassarsi, poi comincio a muovere il bacino con spinte secche ed energiche, facendo in modo di stimolare quel punto più sensibile dell'altro, si mosse dunque a ritmo più che sostenuto, con l'adrenalina nel suo sangue che aumentava ad ogni spinta a causa della voce acuta e sommersa dal piacere dell'altro che gemeva contro il suo orecchio il suo nome.
Karma teneva le mani piantate nel materasso, i suoi occhi scuri brillavano come quelli di un predatore affamato e si muoveva come se nel corpo avesse avuto un fuoco inestinguibile a bruciarlo, fu lui il primo a venire, fortunatamente aveva messo il preservativo, ma certamente non sarebbe stato il culmine di quella notte.
I loro corpi continuarono ad intrecciarsi e caricarsi famelici finché le calde luci dell'alba rischiararono l'oscurità notturna, a quel punto ci furono gli ultimi spruzzi di piacere, le ultime parole piene di amore per quella notte.
La mattina, sul tardi, il rosso si svegliò con il naso stuzzicato dai capelli corti dell'altro, lo strinse di più fra le sue braccia accarezzando con i polpastrelli la sua pelle morbida del viso, poi il collo marchiato da succhiotti e morsi e promise che non avrebbe permesso a nessuno di essere un ostacolo a quella felicità che era finalmente riuscito a raggiungere, promise che a costo di fare un modo che rimanessero loro due e loro due soltanto avrebbe impedito a chiunque si portarglielo via o fargli del male.
Qualche mese dopo Nagisa, come tutte le mattine, era dietro la sua cattedra facendo l'appello in quella classe che aveva trasformato completamente, se prima era piena di cattivi elementi ora quegli stessi studenti erano divenuti i più brillanti di tutto l'edificio, cosa che lo rendeva sempre immensamente orgoglioso quando ci ripensava.
Chiamò il nome di uno dei suoi studenti, il quale era arrivato solo da pochi giorni, egli rispose alla chiamata ma in modo troppo provocatorio e sensuale, stava chiaramente cercando di sedurre il suo professore anche se il motivo non era ben chiaro, Nagisa aveva ignorato questo suo comportamento, ma la cosa non restò invariata quando entrò nell'aula Karma, il ragazzo salutò tranquillo come se il suo ruolo non fosse stato dannatamente importante e chiese «Posso prendere in prestito il mio professore preferito?» rosso in viso l'altro rispose «Karma, quando la smetterai di chiamarmi in questo modo?» disse gonfiando le guance senza darlo troppo a vedere e a quel punto il nuovo studente decise di interferire nella conversazione in modo piccante, con qualche battuta sul fatto che avrebbe potuto insegnare un po' di cosette al suo professore quando si trattava di sesso, ma lo sguardo che ricevette da entrambi lo zittì completamente.
Quello di Karma era assassino, una minaccia per nulla velata che avrebbe potuto spaventare il peggiore dei criminali e a gelare le vene a tutta l'aula fu la sua ultima affermazione «Sai perchè i serial killer sono definiti intelligenti? Perché sanno come non lasciare la minima traccia della loro colpevolezza e sanno come uccidere ovviamente. E tu? Sai come difenderti, ragazzino» chiese predatorio facendo sudare freddo il ragazzo, il quale da quel momento in poi ebbe troppa paura per fare nuovamente commenti indecorosi.
Karma e Nagisa ad un certo punto decisero di cominciare la vita di coppia nella stessa città, cosa che rassicurò molto il più alto perché poteva controllarlo molto più facilmente e fu un sollievo notare che erano davvero poche le volte nelle quali il ragazzo usciva, troppo indaffarato ed era stato ancora più felice nel sapere che tutti i suoi amici avevano delle relazioni p magari alcuni erano addirittura sposati e così la loro vita proseguì felicemente fra qualche battibecco, qualche scenata di gelosia eccessiva da parte di Karma in certi casi e delle notti bollenti.

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