"Con una barca di carta
non ci arrivi di certo in America."peter pan - rovere
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Sono le 8.07 di mattina e sono in ritardo per la lezione di matematica ma, nonostante questo, cammino con calma lungo il corridoio della scuola, indeciso sul saltare o meno la prima ora.
Mentre salgo le scale per il secondo piano noto il ragazzo nuovo che gira terrorizzato per il corridoio e osserva ogni porta di ogni aula.
Cerco di passare inosservato per evitare che mi chieda la strada ma, quando noto che mi ha già visto, capisco di essere fottuto.
Ma non parla.
Mi guarda, abbassa gli occhi e continua la sua ricerca.Come se avesse paura di me.
Pensandoci, penso sia la prima volta in cui mi ha guardato. Ieri a lezione ha guardato fisso il banco o il professore e non si è quasi mai mosso. Temevo avesse avuto una paralisi. Io invece l'ho guardato, era sicuramente più interessante della lezione di biologia.
Mentre lui continua la sua ricerca io lo osservo per un'altra manciata di secondi e poi mi avvio verso il cortile. Sì, la prima ora la pacco.
Quando sto per scendere le scale, sento chiamarmi debolmente.
"Hey"
'Merda.'
Prendo un grande respiro, mi giro e lo guardo incitandolo a continuare con lo sguardo.
"Scusa se... Se ti disturbo, ma sto cercando l'aula di matematica"
Ha la voce flebile e ho fatto difficoltà a capire quello che mi ha detto.
Lo guardo, indeciso.
'Ma perché hanno scelto me?'
Mi decido ad aiutarlo, imponendola come prima ed ultima.
Senza rispondergli mi incammino verso la classe convinto che lui mi segua ma, quando mi giro per vedere se è al passo, noto che è fermo in mezzo al corridoio, con l'aria sconsolata.
'Ma che cazz?'
"Hey!" lo chiamo, lui si gira e mi guarda stranito.
"Hai cambiato idea, non vieni più?" gli chiedo. Lui mi guarda, sorride e con una piccola corsetta mi raggiunge.
'Silenzioso il ragazzo, mi piace.'
A passo lento raggiungiamo la classe, bussiamo e, dopo l'"avanti" dall'interno, apriamo la porta ed entriamo insieme.
A quella vista la professoressa Verdi mi guarda e sorride contenta ed io inizialmente non capisco, ma poi tutto mi viene chiaro.
'Oh Nina, se tu pensi che io abbia accettato l'incarico di badante di quello nuovo ti sbagli e alla grande.'
Le sorrido fintamente e vado a sedermi al mio posto accanto a "quello nuovo" che, dopo avermi guardato ed avermi sussurrato un flebile "grazie", si gira e non mi guarda più.
Così io lo guardo per un altro po' e poi poso la testa sul banco cercando di dormire.
SPAZIO ARCOBALENO:
Leonà non far viaggiare troppo la mente, non è detta l'ultima parola. :)
Vi ricordo di mettere la stellina e di farmi sapere cosa ne pensate.
Alla prossima!//Fre
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Feelings
JugendliteraturBenvenuti ai nuovi, bentornati ai vecchi. Questa è la storia di Luca, un ragazzo gay di Firenze che ha smesso di provare emozioni dopo la morte del padre. Dalla sua perdita, la vita ha iniziato a scivolargli via dalle mani e lui sembra solo una comp...