"Almeno tu
rimani fuori
dal mio diario degli errori"Il diario degli errori - Michele Bravi
***
A Federica, colei che ha sempre creduto in me, anche quando sembravo solo una causa persa.
***
Sto correndo verso Simone, voglio raggiungerlo e voglio spiegargli tutto.
Lui, però, sta cercando in tutti i modi di non farsi affiancare e di scappare via da me.
Ma, effettivamente, come potrei biasimarlo? anche io scapperei da me stesso se potessi.
"Simone!" urlo, correndo a perdifiato.
Non voglio perderlo.
Lui, in risposta, affretta il passo e si butta tra la gente che affolla il centro di Firenze.
Io, di rimando, corro ancora più forte, fino a raggiungerlo.
Una volta vicino a lui lo prendo per mano e, velocemente, lo trascino in un vicolo e lo blocco con le spalle al muro e il mio corpo attaccato al suo. Con le mani gli prendo i polsi e glieli blocco contro al muro ai lati della sua testa.
'Così non scappi più.'
Lui si dimena e "lasciami!" mi urla.
"No, non ti lascio, fammi spiegare."
"Non devi spiegarmi niente, non me ne frega."
"Ed io te lo dico lo stesso." dico a denti stretti, fermo, stringendo un po' più forte i suoi polsi.
"Sono scappato da te perché quello che hai detto è vero." affermo.
"Che cosa è vero?" mi chiede calmandosi un po'.
"Hai detto che - deglutisco - hai detto che io non stavo facendo in modo di non affezionarmi a te, che non ti stavo allontanando."
"E?" mi chiede. Vuole ch'io mi giochi il tutto per tutto.
"E hai ragione. Io non ti ho allontanato perché non voglio allontanarti, ma ammetterlo a me stesso era più difficile di fuggire." ammetto, lasciandogli andare i polsi ma restandogli appiccicato col corpo.
L'ho detto. Mi sto affezionando a lui.
"Ma tu mi hai detto che non ti affezioni più a nessuno."
"Purtroppo non è una cosa che posso controllare. Ci ho provato, te lo giuro, ma non ci son riuscito."" rispondo, quasi sconfitto.
"Non mi è sembrato che tu ti fossi fatto problemi a lasciarmi al parco come un idiota e a rintanarti in un bar subito dopo con un altro" mi dice, spingendomi via dal suo corpo e creando distanza fra di noi.
"E' questa la cos divertente, - sorrido - io non sapevo chi fosse fino a quando non gli sono sbattuto contro mentre scappavo via. Ci siamo presentati una volta scontrati e lui mi ha praticamente obbligato a prendermi un caffè insieme; ha pure ordinato per me ed ha preso un caffè al thè verde che faceva letteralmente schifo e che è finito tutto sul tavolo."
Lui sorride: "perché sul tavolo?" mi chiede.
"Eh, quando sei passato davanti al bar lo stavo bevendo e appena ti ho visto mi è preso il panico e la tazzina mi è scivolata." mi gratto la nuca imbarazzato.
Lui ride, ride di gusto.
Ed è così bello quando lo fa.
Io sorrido con lui."E quello che era cin te cosa ha detto?"
"Ti giuro, era basito un botto, ma non voleva farmi andare via. Mi ha proposto di chiamare un cameriere per pulire il tavolo, di riordinare un altro caffè e di sedermi nuovamente. Ma io non vedevo l'ora di andarmene e di chiarire con te." ammetto.
Lui si avvicina leggermente a me e: "Luca - mi chiama - scapperai ancora da me?"
"Non... - deglutisco - non lo so. Spero di no, ma non posso prometterti niente. Non ho relazioni stabili da non so più nemmeno quanto." detto questo, mi avvicino a lui.
Siamo ormai faccia a faccia.
"Possiamo essere amici" mi dice.
"Non lo so, non so se resisterei."
"A cosa?"
E' confuso.
Lo sono anche io.
Non so più cosa sto facendo, so solo che devo farlo prima di perdere coraggio e di scappare un'altra volta e rovinare tutto di nuovo."Non so se resisterei alla tentazione di fare questo" dico per poi avvicinarmi, poggiare il palmo della mano sulla sua guancia, avvicinare il mio viso al suo e guardarlo negli occhi.
"Se vuoi puoi fermarmi" gli dico in sussurro: siamo molto vicini, so che mi ha sentito.
"Io... - balbetta - io non so se sono gay, ma so che voglio provarci." mi dice.
Io sorrido, è palesemente gay o, comunque, non etero.
Così, mi avvicino alle sue labbra e le sfioro piano con le mie.
Inizialmente è un bacio a stampo ma, quando sto per allontanarmi, lui mi riavvicina e comincia a baciarmi più intensamente. Così, chiudo gli occhi e mi lascio andare alle emozioni.
Mi tremano le gambe per ciò che sto provando, sono cose che non sentivo da tanto tempo.
Lo sento sorridere sulle mie labbra e sorrido anche io, felice del fatto che si stia trovando.
Quando interrompiamo il bacio lui è affannato e arrossito.
"Okay, ora sono in crisi. Non sono etero sicuro" sorride.
Sorrido anche io, per davvero.
E lo bacio nuovamente.
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Feelings
Teen FictionBenvenuti ai nuovi, bentornati ai vecchi. Questa è la storia di Luca, un ragazzo gay di Firenze che ha smesso di provare emozioni dopo la morte del padre. Dalla sua perdita, la vita ha iniziato a scivolargli via dalle mani e lui sembra solo una comp...