Disappointment

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"Ma tu lasciami qui
sopra a questo dance floor
che mi hai deluso come l'ultima stagione di GOT."

come ha fatto jon - rovere

***

Sono a casa, steso nel letto, immobilizzato.
Anestetizzato.

Scoprire che quel ragazzo viene dalla Svizzera mi ha scatenato dentro emozioni che non provavo da tanti mesi.

Mi sento come i primi giorni dopo la morte di mio padre.

E' tutto come se il tempo si fosse fermato, come se non esistessero rumori, come se i miei muscoli fossero cemento e io non avessi abbastanza forza per muoverli.

Poco fa è passata mia zia per portami il pranzo e i soldi, ma non ho aperto.
Avrà pensato fossi uscito, anche se non esco con nessuno da più di otto mesi.

Odio questa sensazione, odio sentirmi vulnerabile, odio essere un soldatino sotto il comando delle emozioni.

Da quando mio padre se ne è andato e mia madre si è trasferita, ho deciso di non affezionarmi più a niente e nessuno e ho sempre fatto il possibile perché la gente mi stesse lontano e non volesse avere a che fare con me.

Ho capito che tutto passa e che nulla è per sempre.

Che senso ha affezionarsi alle persone, amarle, dargli tutto per poi vedersele scomparire davanti e non avere la possibilità di fermarle?

Non voglio più stare male.

E, se non mi affeziono, non sto male.

Ma allora come cazzo è possibile ch'io stia male solo per aver saputo che quel ragazzo viene dalla Svizzera?

Anche mio padre veniva da lì, e allora? Non sono collegati, non c'è minimamente logica, eppure ho una sensazione nel petto che mi distrugge.

Ecco cos'era quella nota di diverso ma di familiare.

Ecco cos'era che lo faceva stonare in mezzo a tutte quelle persone.

Sono stremato. Non ho versato lacrime ma sento la stanchezza che ti portano ore e ore di un pianto incessante e distruttivo.

Stremato, mi addormento.

---

Mi sveglio con il sole che mi punta negli occhi.

Metto a fuoco la stanza e mi torna in mente tutto: ieri sera mi sono addormentato senza quasi rendermene conto.

Prendo il telefono e guardo l'ora.

'In che senso le 10 e 40? Ho dormito più di dodici ore di fila?!'

Esco dalla stanza e vado in cucina, è decisamente troppo tardi anche solo per pensare di voler andare a scuola.

Mentre entro in cucina e scorro i messaggi non mi rendo nemmeno contro dell'altra persona presente nella stanza che, quando entro, mi fa quasi saltare per lo spavento.

"Mamma?!"

Anche lei, che era girata di spalle intenta a preparare la moka per il caffè, appena si sente chiamare salta dallo spavento, si gira e si mette una mano sul cuore.

"Luca! Che ci fai qua?! Non dovresti essere a scuola?!"

"Oh... No, ieri sera mi sono addormentato di botto ed ho dimenticato di impostare la sveglia, che ci fai qua?"

E' sabato ma non mi aspettavo che sarebbe tornata.

"Torno per il fine settimana, lo sai."

Lei si gira e torna a preparare il suo caffè nella moka.

"Beh... Negli ultimi non sei tornata." rispondo a denti stretti.

"Ho avuto da fare."

'Giusto, hai avuto da fare per evitare il tuo ruolo di madre.'

"Luca - si gira - dobbiamo parlare"

"Mh."

Si gira e mi guarda intensamente.

Noto stanchezza sul suo volto e molte rughette in più. Non so nemmeno più da quanto non ci vediamo.

"Ho parlato con il tuo preside e non ha potuto fare a meno di farmi notare i tuoi voti. Sono calati dall'anno scorso, perché non studi più? Eri così bravo"

'E te ne sei accorta ora che i miei voti fanno schifo? Ormai è un anno che vado avanti così.'

"Sì beh Non me ne frega più molto della scuola." dico per tagliare corto e mi avvio verso la mia stanza.

Ma lei mi ferma.

"Dove pensi di andare, eh? Scappi dai tuoi problemi? Mi sembra tu sia bravo in questo."

Okay vuole decisamente litigare. E allora litighiamo.

"Oh certo, sono io quello che scappa, vero, non tu? Da quanto è che non torni a casa? Un mese ormai? E ti sei mai preoccupata di me in questo tempo? Mi hai mai chiamato, chiesto come stessi... Hai mai pensato a come stessi io? Ti sei lavata le mani di tuo figlio e lo hai mollato nelle mani di tua sorella. Sono io quello che scappa dai propri problemi? Ne sei sicura?"

Il suo sguardo è di fuoco ma penso che il mio non sia da meno.

"Stai scherzando?"

"No, cazzo mamma, non sto scherzando! Mi hai scritto in un mese una cosa come tre messaggi e tutti solo per dirmi che non saresti tornata a casa e mi hai chiamata una volta sola per dirmi del postino. Ti sembra normale? Dopo la morte di papà sei scappata e te ne sei fregata di me e mi hai lasciato nella merda. Credi di esser stata l'unica ad aver sofferto?"

Mi guarda carica di odio.

"Sono andata via per trovarmi un lavoro che potesse permetterci di vivere la nostra vita senza grandi cambiamenti."

La scruto sperando che stia scherzando.

"Senza cambiamenti? La nostra vita era già cambiata dal bianco al nero, cosa poteva succedere di peggio?"

"Restare senza soldi e morire di fame!"

"E la soluzione a questo è stata partire senza dirmelo e farti vedere di rado? Lavori anche il weekend tu?"

"Non ho avuto tempo, te l'ho detto."

"Bene, allora sai cosa? Nemmeno io, ora, ho tempo per stare con te. Fai quel che devi fare e, mi raccomando, quando riparti non dirmelo direttamente, lascia pure il post-it al frigo."

La guardo per l'ultima volta, poi mi avvio verso la porta, prendo la giacca dall'attaccapanni ed esco di casa sbattendo la porta.

Che vada a quel paese, non ho bisogno di una madre che torna quando vuole solo perché le fanno presente di quanto faccia schifo come genitore.

Pensavo che un minimo ci tenesse a me, ma oggi ho capito che mi voleva bene solo perché anche mio padre mi amava.

SPAZIO ARCOBALENO:

Hey amici!
Scusate per l'assenza ma è stato un momento un po' cupo but ne sto uscendo.
Una persona voleva una dedica sotto questo capitolo ma avrei troppe cose da dirgli e non voglio farlo qua.
Voglio solo che sappia che è una delle persone più importanti della mia vita.
Sai chi sei, grazie, senza te sarei persa.
Vi ricordo la stellina e di farmi sapere cosa ne pesate.
Un bacione,

//Fre

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