Capitolo 7

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Zoé

|5 ottobre 2014 |

Non mi sarei dovuta svegliare quella mattina per vedere il Gran Premio del Giappone. Jules non avrebbe dovuto nemmeno gareggiare. La direzione gara avrebbe dovuto cancellare il Gran Premio , perché le condizioni non erano adatte per gareggiare, ma siccome non si fa altro che pensare ai soldi, hanno preferito farla. E non avrei pensato che avrebbe potuto mietere una vittima. Vedere la Marussia di Jules impattare contro la gru che stava trasportando la macchina di Sutil mi fa venire i brividi ancora adesso che ci penso. Quel giorno tremavo dalla paura e piangevo. Non volevo uscire di casa, ma siccome non potevo stare bene senza la luce del sole, decisi il pomeriggio stesso di fare una passeggiata per il molo di Montecarlo. Mentre mi diressi verso il molo, incontrai Charles. Era tutto rosso in faccia e gli occhi erano tutti lucidi. Forse anche lui aveva visto il Gran Premio e l'incidente di Bianchi. Vederlo in quel modo mi faceva così tanta pena che lo abbracciai iniziando a singhiozzare. Lui cercava di consolarmi, anche se io sono molto sensibile e non mi calmo così in fretta. Mentre lo stringevo molto forte, mi calmai e lo guardai nei suoi occhi verdeacqua illuminati dal sole. Avevo ancora gli occhi pieni di lacrime e mi colava il naso. Charles, essendo uno dei ragazzi più gentili che io abbia mai conosciuto nella mia vita, mi porse un fazzoletto che usai. "Grazie" gli dissi singhiozzante. "Di niente. Farei di tutto per renderti felice" mi disse lui azzardando un sorriso. Vederlo sorridere era un fatto che non mi sarei mai immaginata avvenisse in una situazione di questo genere. Anch'io gli feci un sorrisino e lo abbracciai per confortarlo. Insieme ci dirigemmo al molo di Montecarlo e ci sedemmo. Il mare era leggermente in tempesta e tirava un filo di vento. "Spero che Jules si riprenda" azzardai a dire. Avevo appena detto una cazzata, sembrava già scontato che Jules non ce l'avrebbe fatta. "Non so, ma spero tanto. So solo che ha un trauma cranico" rispose lui. Gli raccontai che Jules avrebbe affrontato un intervento per ridurre un ematoma al cervello e che era in coma. Lo vidi preoccuparsi ancora di più e cercai di aiutarlo e di confortarlo. Erano le uniche cose che potevo fare. Eravamo molto preoccupati per Jules, era stato il nostro mentore e non potevamo perderlo proprio adesso.

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