Capitolo 10

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|18 luglio 2015|
The night we met - Lord Huron

Charles

Ancora adesso ricordo quel giorno come se fosse ieri. Mi ero appena svegliato, avevo i capelli spettinati e gli occhi semi aperti. Stavo facendo colazione quando mia madre mi si avvicinò dicendomi "Charles, caro, devo dirti una cosa". "Che cosa?" le chiesi. "Jules è morto" mi annunciò. La guardai con gli occhi spalancati e tremando. "No, dimmi che non è vero!!!!!" urlai agitato. "Invece sí caro. É morto questa notte, l'ha annunciato la famiglia su Facebook" continuò lei. Iniziai a respirare male, a tremare e a piangere. Non volevo guardare nessuno in faccia in quel momento e bagnai il tavolo con le mie stesse lacrime. Mia madre si avvicinò e cercò di consolarmi, anche se non ci riuscí. Finita la mia crisi, andai a vestirmi e a pettinarmi ed uscií a prendere una boccata d'aria. Andai al porto di Montecarlo e mi sedetti su un molo, guardando le onde che si infrangevano sugli scogli. Mi facevano ripensare ai momenti in cui io e Jules guardavamo il panorama monegasco con il mare in sottofondo al tramonto. Solo a pensarci, mi viene ancora adesso da piangere. Mentre ero immerso nei miei ricordi, sentií qualcuno avvicinarsi e sedersi vicino a me. Intuií subito che era Zoé. Voltai la testa e la vidi in tutto il suo splendore: i suoi capelli biondi erano legati in una coda, gli occhi azzurri erano gonfietti e illuminati dalla luce del sole e le sue guance erano rosse forse per il pianto. Anche lei ricambiò uno sguardo e mi sorrise. Feci un sorriso tirato, perché non era un buon momento. "Ebbene, se n'è andato" disse lei. "Già" dissi senza guardarla negli occhi. "Ma nonostante tutto non molleremo" continuò lei facendomi venire un dubbio. Che senso aveva continuare a correre se non c'era più Bianchi? Però questo voleva dire smettere di seguire il proprio sogno e la Formula 1 è il nostro sogno fin da ragazzi. Zoé aveva ragione, dovevamo andare avanti così potevamo far capire che la fatica che ha fatto Bianchi per farci diventare bravi piloti sarebbe stata ripagata. "Hai ragione Zoé. Non ci arrenderemo e andremo avanti" le dissi urlando. Lei si voltò e mi guardò sorridente. Anch'io mi voltai e la guardai. Le sue guance erano diventate tutte rosse e il suo sorriso era smagliante. La abbracciai e appoggiai la mia testa sul suo collo; era rilassante e comfortante. Zoé mi guardava negli occhi e tremava come se volesse dirmi qualcosa."Charles..." attaccò. "Dimmi" risposi. "In tutti questi anni che abbiamo passato insieme sembra che qualcosa dentro di me mi dicesse..." Forza Zoé diglielo". Ecco... Secondo me la nostra è più di un'amicizia, io... Sono innamorata di te. Il tuo carattere il tuo modo di fare, il tuo aspetto fisico, i tuoi occhi , TUTTO... Tutto mi piace di te. Quando ero bambina non l'avevo capito ma, crescendo, ho preso coscienza del fatto che tu sei la mia unica gioia. Senza di te ero triste, aspettavo tanto di riabbracciarti, parlarti, sorriderti. Quindi, in poche parole, io ti amo" concluse. La guardai colpito e senza parole. Davvero pensava quelle cose su di me? In un certo senso anch'io ero innamorato di Zoé ma non avevo mai avuto il coraggio di dirglielo. "Vai Charles, diglielo!!! Non stare lì impalato come un cretino e diglielo!!!!" disse la mia vocina interiore senza convincermi però. "Ti sembrerà banale, ma in realtà è così. Io ti amo Charles" disse Zoé riportandomi alla realtà. La guardai negli occhi e pensai alla mia vocina. Entrai in panico, non sapevo se dirglielo o se tenerlo segreto. Improvvisamente il mio cervello mi diceva di stringerla e di baciarla. Zoé stava per alzarsi quando io la presi per il braccio e la avvicinai al mio viso. In quel momento avvicinai le mie labbra alle sue baciandola. Sembrava che il tempo si fosse fermato, che eravamo solo noi due. Le sue labbra erano bellissime, non avevo mai avuto una sensazione di questo genere. Sudavo un botto e respiravo profondamente. Appena ci staccammo, la guardai negli occhi. "Zoé anch'io ti amo!! Ho dovuto farti aspettare troppo per dirtelo, ma è solo che non trovavo il coraggio. Io ti amo per le stesse cose che hai detto tu: mi manchi ogni giorno, ti penso ogni giorno, voglio sempre abbracciarti, sorriderti e tante altre cose. Sono stato stupido a non dirtelo, mi perdoni, vero? "dissi io. Zoé mi guardava sbalordita e con gli occhi lucidi. Ero sul punto di arrendermi quando lei mi si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia." Certo Charles, sei perdonato " rispose lei. Era sbocciato l'amore!!!

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