Capitolo 6

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Cammino il più veloce possibile, in modo da superare quelle belve. Quando giro l'angolo mi ritrovo in una piccola via, oscurata dal mondo intero.
Sono stanca, debole, incapace di fare qualsiasi passo. Devo capire cosa stia  succedendo, perché la gente pensa questo di me, ma devo anche stare calma.

Mi siedo su un sasso e inizio a pensare. La mia mente si riempie di voci, faccie, parole.
Penso a com'era calma e normale la mia vita prima di tutto questo.
Mi sembra davvero che sia passata un'eternità da quando sono stata "assaltata" dai bulli, ma in realtà è passato solo un giorno.

Mi chiudo la faccia con due mani e mi strattono i capelli. Una lacrima mi scende dall'occhio. E poi un'altra. dopo circa due minuti mi ritrovo singhiozzante e arrossata.
Mi guardo intorno,ma sta volta, questa piccola via piena di cassonetti ricolmi di sacchi  riesce a calmarmi.

Finalmente, dopo essermi calmata mi alzo in piedi e penso a cosa fare.
Non ho la minima voglia di tornare a casa insieme a Eliah e i miei genitori, perché sicuramente mi chiederanno dove sono stata, con chi, se mi sono divertita.
Mentre mi sollevo dai sporchi sassi della viuzza, scuotendo i miei jeans in modo da fare cadere tutta la sporcizia accumulata, sento squillare il telefono. Lo accendo e vedo sul display "Michelle❤️".
Oddio. Come posso essere così stupida e ignorante?! Mi ero completamente dimenticata che avevo promesso a Michelle di andare a casa sua, e naturalmente ora ho leggermente molta paura di arrivare da lei.
Perché?
Semplicemente perché mi farebbe tante di quelle domande sul perché non sono arrivata in orario e ho tardato di ben un'ora e mezzo.
Beh, in realtà per altra gente arrivare leggermente in ritardo potrebbe essere anche normale, ma sicuramente non per la mia migliore amica.
Se con lei tardi anche solo di dieci minuti si innervosisce e si preoccupa all'infinito.
Lo so, lo so è un po' esagerato, ma provate voi ad aspettare una persona ritardataria senza morire di ansia!

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