Capitolo 3

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Una volta terminato il test, Harry fece come gli aveva consigliato Lottie, decidendo di prendersi un po' di tempo per riflettere. Perché se prima non sapeva quale sarebbe stata la sua scelta adesso era ancora più confuso.

Divergente

Lui era un divergente

Ma perché? Perché proprio lui? Cambiava qualcosa? Ma soprattutto cosa significava, il terrore che aveva letto negli occhi della bionda, una volta visto il risultato di Harry?

Nessuno gli aveva mai detto che fosse possibile per una persona, appartenere a più di una fazione o addirittura a quasi tutte, come nel suo caso. Escludendo i Candidi ovviamente. Era sempre stato troppo bravo a mentire. Aveva mentito anche durante il test. E adesso avrebbe dovuto farlo per il resto della sua vita. Perché quello era un segreto che non avrebbe dovuto mai a rivelare a nessuno, nonostante non capisse neanche il perché.

Per tutto il pomeriggio girovagò per la città, cercando di assimilare la notizia, di chiarirsi le idee. Aveva il disperato bisogno di fare domande a qualcuno, di sfogarsi con qualcuno. Ma non poteva. Nemmeno con la sua famiglia o con Liam.

Non era abituato a rimanere in città fino al calar del sole. Per anni aveva visto il tramonto solo dalle mura della recinzione. Non aveva mai visto i riflessi del tramonto sulle vetrate degli immensi palazzi della città.

Sarebbe stato bello viverci un giorno, pensò. Poteva diventare realtà, dipendeva solamente dalla sua scelta.

Come tutta la sua vita dopotutto.

* * *

Il treno si fermò quando il sole era ormai stato sostituito totalmente, dalla luna e dalle stelle. Per tutto il tragitto aveva provato a distrarsi, o pensare ad altro. Non doveva farsi scoprire, doveva sembrare tranquillo.

Harry però non aveva tenuto conto di quello che l'aspettava a casa una volta tornato. Ovvero la reazione dei sue genitori, alle sue tre ore di ritardo.

'' Dove sei stato? '' chiese la madre, non appena il ragazzo varcò la soglia della propria casa.

'' Io ... non sono stato molto bene dopo il test,'' mentì.

'' Se sei stato male perché non ci hai avvertiti, perché non hai avvertito Liam? Eravamo così in pensiero Harry,'' disse la madre, sforzandosi a non alterare il tono della voce.

'' Non pensavo vi interessasse qualcosa della mia vita,'' sbottò il riccio, per poi lasciare la madre nel salotto, dirigendosi nella propria stanza.

'' Non usare quel tono con me Harry,'' lo minacciò la donna ''Non si litiga in questa casa, è la regola,'' gli ricordò.

'' Non me ne importa nulla di quelle stupide regole sinceramente,'' ribatté Harry, dirigendosi verso le scale che portavano al piano di sopra.

'' Abbassa il tono di voce, sveglierai tua sorella e tuo padre,'' lo ammonì la donna.

'' Buonanotte mamma, '' disse sprezzante entrando nella propria stanza, chiudendo a chiave la porta sulla quale si appoggiò, per poi lasciarsi cadere per terra.

Non aveva mai litigato con la madre, anzi con nessuno. Non poteva. Era vietato.

Le lacrime iniziarono a pizzicargli gli occhi, per poi uscire silenziose, cadendo sulle guance arrossate del riccio, il quale cercò di soffocare i singhiozzi con il braccio per non farsi sentire.

Non voleva fosse quello l' ultimo ricordo con la madre, ma allo stesso tempo non voleva andare da lei, perché, il riccio sapeva che se avesse passato un solo secondo di più con la sua famiglia, la voglia di rimanere per loro, rinunciando alla libertà, sarebbe aumentata.

Be Brave || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora