Capitolo 6

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''La prima cosa che imparerete oggi sarà sparare con una pistola. Poi passeremo al combattimento corpo a corpo '' annunciò Tomlinson, mentre faceva il proprio ingresso nella palestra. Il suo atteggiamento era lo stesso della sera precedente, sembrava ancora seccato.  Il suo sguardo si spostò sulla fila di ragazzi che aveva davanti. Non erano ancora tutti, solo la metà era riuscita ad arrivare alla palestra. 

I corridoi di pietra sembravano tutti uguali e perdersi era molto facile. Questo Harry e Niall l'avevano constatato, dopo aver sbagliato per due volte di fila, prendendo sempre il corridoio sbagliato.

I pochi di loro che erano stati puntuali, erano ancora intorpiditi dal sonno e non ancora del tutto svegli. Le ore di sonno che avevano avuto a disposizione, erano state poche. Nessuno si sarebbe aspettato, che ľ allenamento sarebbe cominciato direttamente ľ indomani.

Harry era distrutto. Il corpo era indolenzito e pieno di lividi violacei, che spiccavano su la sua pelle pallida. Aveva anche molto sonno. Con Kendall si erano messi a parlare fino a notte fonda, dato che nessuno dei due era stato capace di addormentarsi con facilità. Harry era convinto che non avessero dormito più di due ore. E lo sguardo assonnato di lei lo confermava.

Il risveglio era stato traumatico per tutta la camerata. Harry era forse ľ unico, tra tutti e nove, ad essere abituato alla sveglia prima delle sei. Forse per una volta essere un Pacifico, era stato un vantaggio.
Lui per quanto si sentisse stanco, si era alzato velocemente, infilato i vestiti per l'allenamento e diretto immediatamente verso la palestra, seguito da Niall, Stephen e Andrew.
"Mi sa che dovremmo aspettare, eh?" borbottò, per poi voltare le spalle agli iniziati ed iniziare ad armeggiare con le pistole sul tavolino lì affianco.
"La puntualità è uno delle caratteristiche che noi Intrepidi apprezziamo di più " spiegò, mentre il resto degli Iniziati varcava la soglia della palestra. I ragazzi si guardarono colpiti. Come aveva fatto ad accorgersi di loro se era di spalle.
"Siete in ritardo" constatò, girandosi finalmente verso di loro. "Spero per voi che questa sia la prima e l'ultima volta. Anche perché vi assicuro, che se continuerete ad essere allenati da me, la prossima volta mi assicurerò che sia il vostro ultimo giorno in questa Fazione."
Non c'erano tracce di ironia nella sua voce. Era serio e faceva paura.
" Bene, come dicevo. Oggi impareremo ad usare queste" disse sollevando una delle pistole.

"Ora vi chiamerò uno alla volta e ve ne darò una ciascuno."
Quando fu il turno di Harry, il ragazzo si trovò in difficoltà. Gli sembrava un oggetto così strano nelle sue mani. Lui non era fatto per sparare, ne per fale male alla gente in generale. O almeno ne era sempre stato convinto. Alzò lo sguardo verso ľ istruttore.
I loro occhi si incrociarono per qualche secondo. Tanto quanto bastava perché il maggiore leggesse il terrore nei suoi occhi. Indugiò un attimo, il tempo giusto per rivolgergli quello che sembrava uno sguardo di incoraggiamento per poi consegnare un'arma a ciascuno degli altri iniziati che nel frattempo, si erano disposti in una fila ordinata.

''Ieri non abbiamo spiegato bene come funzioneranno le diverse fasi. Come vi abbiamo già detto l' iniziazione è composta da tre moduli, in cui misureremo i vostri progressi per poi classificarvi in base alle prestazioni in ciascuno di essi. Però non hanno tutti lo stesso peso per decretare il risultato finale, per cui in un certo senso potrete migliorare i vostri risultati '' spiegò. 

''Noi crediamo che potrete sconfiggere codardia con una adeguata preparazione sia fisica che mentale, dovrete sempre essere pronti a tutto, ad agire anche nelle situazioni di pericolo e in generale, quando avrete paura'' continuò Tomlinson.

''Ogni parte dell' iniziazione ha uno scopo specifico. Il primo di tipo fisico, il secondo prevalentemente emotivo, il terzo mentale'' concluse il liscio.

''E cosa c'entrerebbe sparare con una pistola con il coraggio? ''lo interruppe un ragazzo dai capelli lucidi, il cui nome doveva essere Brett. Si erano presentati velocemente la sera precedente, poco prima di andare a dormire. Con alcuni di loro aveva anche scambiato qualche parola, ma faceva ancora fatica ad associare i nomi ai volti. Gli altri sembravano cavarsela meglio di lui perché erano tutti o nella stessa fazione o nello stesso corso. Erano tutti Candidi o Eruditi dopotutto. A lui sembravano, tutti estranei, eppure almeno una volta doveva averli incrociati per i corridoi della scuola.

Be Brave || L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora