PROLOGO

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«Wow! Stasera ti sei proprio dato alle follie!»

«Follie?»

«Beh, sì. Cenetta romantica, ristorante carino. Ti sei pure vestito come piace a me e non dimentichiamo i fiori!» esclamò Patrick divertito, oscillando davanti al viso del suo compagno il piccolo mazzolino di rose rosse che teneva in una mano. «Devi farti perdonare qualcosa?» chiese, ironico.

«Nah. Avevo solo voglia di viziarti un po'.» disse Vince, rivolgendogli uno sguardo furtivo e divertito. Patrick si fermò in mezzo al marciapiede, ignorando i numerosi passanti che lo affollavano in quel sabato sera. Gli si fece ancora più vicino, nonostante fino a quel momento avessero camminato a braccetto – sin da quando erano usciti dal ristorantino in cui avevano cenato – cercando i suoi occhi scuri, obbligandolo a sostenere il suo sguardo indagatore.

«Sai che non hai bisogno di tutti questi espedienti per sedurmi.» gli sussurrò in un orecchio, scostandogli dal viso un lungo dread scuro, sfuggito dalla coda bassa con cui aveva legato gli altri sulla nuca.

«Mi stai proponendo qualcosa di indecente, signor Norwood?» chiese Vince, soffiando quelle parole direttamente sulle sue labbra.

«Non lo so. Lei che dice, signor Vaughn? C'è la speranza che questa serata si faccia ancora più calda

Vince si protese verso di lui, azzerando la breve distanza che li separava, baciandolo. Patrick rispose prontamente, muovendo le proprie labbra incontro a quelle dell'altro, con un sorriso che presto si spense, divorato dall'esigenza della bocca del compagno.

«Cristo!» esclamò subito dopo Vince, scostandosi da lui e alzando gli occhi al cielo scuro di New York. «Sta iniziando a piovere!» sbottò indispettito e Patrick ridacchiò.

«Siamo senza ombrelli.» fece notare e l'altro scosse la testa, calandosi il cappuccio della felpa sulla fronte, cercando di coprirsi i capelli.

«Rischiamo di infradicirci per bene.» borbottò e il suo amante rise di nuovo.

«Un pulcino bagnato!»

«Sì, certo. Perché si vede tutti i giorni un pulcino grosso, nero e di novanta chili. Rientro proprio nella categoria dei pulcini, io.» ribatté Vince, sollevando un sopracciglio, assumendo un'espressione scettica.

«Forse potrei avere la soluzione adatta per rimediare a questo piccolo inconveniente.»

«Facendomi ottenere la cittadinanza onoraria dai pulcini? Wow! Poi non saprei se essere più orgoglioso di quella o della mia Green Card

«Ma smettila! E non approfittarne per dare il via a uno dei tuoi soliti comizi politici che proprio non ne ho voglia, stasera.»

«Nah! Sono troppo impegnato a pendere dalle tue labbra per avere tempo per 'ste cazzate.» esclamò l'uomo divertito, baciandolo di nuovo. Concluse quel nuovo contatto leccandosi le labbra e sgranando gli occhi che sembrarono accogliere le flebili luci notturne, illuminandosi di emozioni giocose e maliziose.

«Non vuoi stare a sentire la mia proposta?» chiese Patrick, accarezzandogli la mandibola con un dito.

«Che proposta?» lo incalzò Vince, divertito dal cipiglio di sfida assunto dall'altro.

«La mia geniale idea per rimediare all'esito disastroso di questa serata.»

«Addirittura disastroso? E io che credevo di avere fatto poker!»

«Non sei un grande giocatore. Credo che ormai lo sappia tutta Manhattan.»

«Oh, ma davvero?»

«Un bel bagno caldo?» lo interruppe il compagno, accarezzandogli il collo in punta di dita, come se stesse cercando di raccogliere le goccioline di pioggia che gli scivolavano sulla pelle. «Sarebbe di suo gusto, signor Vaughn?» lo punzecchiò.

RICOMINCIO DA QUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora