QUATTRO

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Dopo che Andy si fu addormentato, i due uomini tirarono un sospiro di sollievo, sperando di potere, finalmente, terminare quella giornata infinita e approfittarne per dormire un po' anche loro. Per fortuna era domenica ed entrambi non avrebbero lavorato per quel giorno, ma dato che Johnny Boy era a conoscenza di quello che era accaduto, speravano che nessuno della sua associazione li contattasse per invitarli a correre ad aiutare qualcun altro, lasciandoli riposare un po'.

Di solito, la domenica era proprio il giorno della settimana in cui si dedicavano maggiormente a quelle loro attività. Ma si sentivano abbastanza sfiniti dalla nottata appena trascorsa, tanto da augurarsi di essere lasciati fuori dal mondo almeno per un giorno.

«Dov'è il tuo maglione preferito?» sbottò all'improvviso Patrick, chiudendo le ante dell'armadio, dopo che era stato lì a frugare dentro il mobile per qualche minuto.

«Quale maglione preferito?» gli domandò Vince, aggrottando la fronte. Accese i paralumi sui comodini, per poi avvicinarsi alla finestra e chiudere le imposte, cercando di schermare, in qualche modo, la luce solare proveniente dall'esterno.

«Ne hai più di uno?» ribatté l'altro, infastidito dal modo in cui si sentiva ignorato dal proprio compagno.

Patrick dovette quasi farsi violenza per impedirsi di corrergli incontro e aggrapparsi a lui, cercando di scacciare, con un abbraccio, la spiacevole sensazione che – già da un po' – aveva preso a indispettirlo, rendendogli i movimenti nervosi e l'animo inquieto.

«Se ti riferisci a quello verde militare, sta sulla spalliera della sedia, sotto ai jeans che ho messo ieri.» disse Vince, sollevando un sopracciglio con fare scettico, mentre chiudeva la porta della camera.

Patrick si precipitò in quella direzione, smuovendo la pila di biancheria accatastata sulla spalliera e sulla seduta, imprecando per il modo disordinato con cui il compagno si curava delle proprie cose.

«Che ci devi fare? Non vorrai scendere giù a mettere la lavatrice! Pensavo volessi dormire.» disse l'altro, sempre più allibito dal suo comportamento.

Patrick sbuffò e tirò fuori l'indumento che stava cercando, ignorando le sue parole, consapevole che se avesse finito per decidersi a rispondergli come minimo lo avrebbe insultato. Quando si sentiva a quel modo non riusciva a controllarsi e sapeva che rischiava seriamente di dire cose che non voleva né pensava. Era soltanto un modo – buono come un altro – per scaricare la tensione e non voleva sfogarsi con il suo compagno, rischiando persino di ferirlo e senza un valido motivo.

Gettò il maglione sul letto, si spogliò velocemente, togliendosi il pigiama che aveva precedentemente indossato, ripiegandolo con cura e conservandolo nel cassetto più in basso del suo comodino. Rimase con addosso soltanto gli slip, e si infilò il maglione, per poi guardarlo cadere mollemente sul proprio corpo. «Mi viene grande!» protestò.

Vince gli si fece vicino, cercando di coinvolgerlo in un abbraccio. «Hai meno massa muscolare di me, amore, non è mica una novità.» disse con tono accondiscendente e l'altro gli rivolse un'occhiataccia.

«Certo, perché tu sei Mister Macho e io un mucchietto di ossa!» esclamò furioso, allontanandosi da lui e correndo a nascondersi sotto le coperte.

Vince alzò gli occhi al soffitto e gli si avvicinò di nuovo, consapevole che, in quel loro tira e molla – che si presentava puntuale in ogni loro piccolo, grande litigio – Patrick non avrebbe fatto altro che scappare, mentre lui si sarebbe dovuto impegnare a inseguirlo.

Il suo compagno detestava litigare, soprattutto con lui, e spesso finiva per tenersi tutto dentro con il rischio, poi, di esplodere all'improvviso o peggio, iniziando a deprimersi.

RICOMINCIO DA QUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora