CINQUE

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Quella sera stessa, mentre si trovavano seduti intorno al tavolo intenti a cenare, qualcuno ruppe quel loro momento di calma, iniziando a suonare il campanello di casa con insistenza.

Patrick sbuffò, mentre Vince, stranito da quella visita improvvisa, si mise all'erta, seguendo il compagno nell'ingresso, lasciando Andy da solo in cucina.

Una volta aperta la porta di casa, Vince rilassò immediatamente i muscoli delle spalle, mentre il suo amante si scostava, lasciando il passo a Johnny Boy, che entrò dentro l'appartamento come una furia – una furia dell'umore decisamente allegro e con un enorme sorriso stampato sulle labbra.

«Dolcezza! Che outfit delizioso! Cos'è? Mi stavi aspettando, eh?» esordì l'uomo, rivolgendo all'altro uno sguardo malizioso.

Patrick arrossì e incrociò le braccia sul petto.«È il maglione di tuo fratello» disse, senza fare nulla per celare il tono risentito con cui gli si rivolse. «E la tua visita è sempre non benvenuta, in questa casa!» aggiunse, aggrottando la fronte.

J.B. ridacchiò e si protese verso di lui, afferrandolo per le spalle prima che il giovane potesse sgusciare via dalla sua presa, coinvolgendolo in un abbraccio. Vince scosse la testa, divertito, ma poi vide le mani del fratello scivolare verso il fondoschiena del suo compagno e una gamba di Patrick scattare verso l'alto. Johnny Boy riuscì ad allontanarsi in tempo, prima di rimetterci i gioielli di famiglia.

«Prima o poi ti farai ammazzare.» borbottò Vince e suo fratello rise di nuovo.

«Il vostro ospite?» chiese l'uomo, ignorando quell'insinuazione e gli insulti che Patrick gli stava rivolgendo.

«In cucina.» e così dicendo gli indicò la direzione con un dito, voltandogli le spalle.

«No. Aspetta.» lo fermò J.B., poggiandogli una mano su di una spalla per trattenerlo. Quel gesto riuscì a placare anche il monologo iroso di Patrick, che aveva fatto da sottofondo a quel loro breve scambio di battute sino a un istante prima.

«Che succede?»

«Beh, Pat, credo che sia meglio discuterne tra di noi.» disse Johnny Boy, facendosi di colpo serio.

Vince aggrottò la fronte. «Perché?»

«Ci hai fatto mettere un criminale in casa?» insinuò Patrick.

«No, no. Non è questo il punto. A quanto pare è... Vi racconto dall'inizio, così evitiamo confusione. Ho contattato degli amici alla polizia. Hanno fatto una piccola indagine sul suo conto. Siamo riusciti, tramite il suo identikit, a risalire a una denuncia di scomparsa di qualche anno fa.»

«Vi siete mossi velocemente.» disse Vince, colpito dal fatto che suo fratello fosse riuscito a scovare informazioni sul loro ospite in poche ore e, per giunta, di domenica, quando in molti si spacciavano per irreperibili.

«È stato facile, al dir il vero. Perché si tratta di un caso di minore...»

«Credevo che fosse maggiorenne. L'hanno ipotizzato pure in ospedale.» lo interruppe Patrick.

«Adesso sì. Ha ventisei anni. Ma quando è sparito ne aveva quindici, quindi era minorenne.»

Patrick rabbrividì, percependo improvvisamente freddo. Si sfregò le mani contro il maglione, cercando di confortarsi e Vince se ne accorse. Gli si fece vicino, passandogli un braccio intorno alle spalle e aggrottò la fronte. Nonostante quello che avevano ipotizzato riguardo la sua situazione, aveva davvero creduto che Andy fosse molto più giovane, ma aveva appena scoperto che non li dividevano neanche dieci anni di età. Faceva strano avere a che fare con un quasi coetaneo: innescava pensieri che – prima d'allora – non lo avevano mai scalfito.

RICOMINCIO DA QUIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora