Capitolo 3

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-Destiny

Siamo arrivati all'aeroporto di Londra-Heathrow da una ventina di minuti e James sembra più nervoso del solito, non riesco a capire tutta questa agitazione e lui si rifiuta di parlarmi.

Quindi opto per la soluzione più semplice: il silenzio.

Nel frattempo, mi guardo intorno meravigliata. L'aeroporto è davvero grande e sopratutto affollato, cerco di indovinare il motivo per il quale le persone si trovano a viaggiare ma risulta alquanto difficile data la scarsa fantasia che posseggo, guardo una coppia con due figli al bar che fanno colazione, probabilmente si stanno preparando per una vacanza insieme, sorrido malinconica guardandoli, mi manca la mia famiglia, sopratutto Ethan, e il fatto che questa vacanza non sia iniziata nel migliore dei modi non fa altro che peggiorare il mio umore.

Dopo aver ritirato tutti i bagagli, chiamiamo un taxi, che arriva dopo circa cinque minuti, e porgo il foglio con l'indirizzo all'autista, il quale annuisce con un sorriso cordiale, James non ha ancora spiccato parola, si limita a tenermi stretta a se, lanciarmi veloci occhiate e a guardarsi intorno, come se avesse paura che qualcuno o qualcosa possa arrivare.

Questo ragazzo è un mistero.

Dopo circa tre ore passate in uno stato di dormiveglia con il sottofondo di qualche vecchia canzone alla radio, arriviamo a destinazione: Holmes Chapel.

Dopo aver pagato il tassista, scendo dal veicolo insieme a James, che appoggia le valige per terra esausto, stringo la sua mano sorridendogli ma evita ancora il mio sguardo, sospiro e sposto lo sguardo sull'abitazione di fronte.

Sgrano gli occhi alla vista della casa, non è molto grande ma è davvero bella, ha un'aria piacevole, familiare, ma ciò che mi colpisce è il giardino, è molto curato, ci sono tante varietà di fiori di cui non so nemmeno i nomi e c'è un dondolo che, per quanto semplice, attira la mia attenzione, è come se ci fossi già stata ma è stupido dato che non sono mai venuta in questa città, dannazione non sono nemmeno uscita dallo stato del Canada.

Scaccio via questi pensieri, mi dirigo verso l'entrata e suono il campanello. Dovrebbe aprirmi la governante, Grace, mia madre mi ha parlato di lei, andavano molto d'accordo e spero di avere lo stesso rapporto anch'io.

Mi apre una donna anziana, minuta, dalle rughe sotto gli occhi posso dire che è stanca, come se ne avesse passate tante, ma mi mostra comunque un sorriso raggiante.

"Destiny? sei proprio tu?" chiede con tono gentile e gli occhi lucidi, ha un accento particolare, non sembra inglese.

Come fa a conoscermi?

"Uh...sì. E lei dovrebbe essere... Grace?" Chiedo esitante.

"Sì, tesoro sono io. Non posso crederci, sei sempre bellissima Destiny, mi ricordi così tanto tua madre"

Mi dice entusiasta, esteticamente sono molto simile a mia madre ma non ho il suo carattere, mormoro un "grazie", distogliendo lo sguardo.

"Entra pure, ti preparo una cioccolata calda, sarai stanca"
Annuisco ringraziandola nuovamente, in risposta ridacchia assicurandomi che è un piacere per lei. Ad interromperci è un colpo di tosse fin troppo finto.

James.

"Lui è James, il mio ragazzo" mi affretto a presentarlo a Grace, la quale lo guarda con una smorfia sul viso che, però, viene subito sostituita da un sorriso falso, James ricambia con lo stesso sorrisetto.
Mi sono persa qualcosa?

"È un piacere conoscerti- Grace sposta lo sguardo dal mio ragazzo a me- allora entrate pure, vi mostro la vostra stanza"

Prendo le mie borse e, assieme a James, entro nell'abitazione, mi guardo intorno meravigliata, potrei vivere qui per sempre.
Perché i miei genitori hanno cambiato casa vivendo in un paradiso del genere?

Believe in our souls ||Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora