CAPITOLO 12

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Erano passate ormai alcune settimane, le quali le avevo passate ancora a casa di Jules.
Mi sentivo tremendamente in colpa, lui era sempre stato disponibile con me, e io? Io gli ero piombata in casa portandoli solo un guaio dopo l'altro. Non potevo negare che stessi meglio tuttavia, stavo bene con lui e lui con me, eravamo cugini alla fine e siamo sempre stati legati.
Suo papà era il fratello di mia mamma, si dice che il sangue sia più spesso dell'acqua e forse è vero, perché nonostante gli anni di lontananza, Julian è tornato nella mia vita e come un turbine e ha riempito parzialmente quel vuoto lasciato dalla perdita della mia famiglia.
Dopo la morte dei miei genitori, ho sempre cercato di ritrovarlo, ma Jules sembrava come sparito dalla circolazione e ora avevo anche scoperto il motivo della sua sparizione.
Facevamo metà di tutto, come quando eravamo piccoli, dai lavori di casa, alla spesa, al cibo, a chi toccasse  cucinare...

Oggi sarebbe toccato a me andare a fare la spesa.
Uscii di pomeriggio, ma essendo gennaio, si era già fatto buio.
Mi copriti meglio con la sciarpa, presi le chiavi e uscii di casa.
Camminai a passo veloce fino al piccolo supermercato di provincia ed entrai svelta, seguita dal freddo.
Feci la spesa assorta nei miei pensieri, rividi tutto quello che era successo solo qualche settimana prima.
Non avevo più visto Matt, nè nessuno dei Bloody Hippies.
Non avevano mai smesso di cercarmi, dibchiamarmi al cellulare, mandarmi messaggi, a cui puntualmente non rispondevo, avevo bisogno che si calmassero le acque prima di affrontare la cosa sia con Matt che con Blue, non avevo intenzione di rimanere sotto al fuoco incrociato.
Ad un tratto, mentre tentavo di raggiungere uno scaffale in alto, ebbi come la strana sensazione di essere osservata. Gettai velocemente un'occhiata in giro e sospettosa cambiai corsia.
Mi affrettai a finire la spesa, spingendo il carrello fino alla cassa, pagai il più veloce possibile, misi tutto in una borsa di stoffa e uscii, ma proprio in quel momento, sentii qualcuno chiamare il mio nome, distinsi due voci ed entrambe erano a me sin troppo familiari. Una era la voce che per tante notti mi aveva cullata nel sonno quando non riuscivo a dormire, tormentata dagli incubi dopo aver perso i miei genitori, l'altra mi era entrata nel cervello con quel suo solito tono di strafottenza e non mi voleva lasciare in pace.

"Amelia! "

Una chioma azzurra spuntò in fondo agli scaffali alla mia sinistra. Girai la testa di scatto. Una chioma nera sbucò nella stessa posizione di quella azzurra ma dalla parte opposta. Entrambi si misero a correre verso di me.
La mia testa cominciò subito a ragionare su quale fosse la via di fuga più vicina e veloce, abilità sviluppata in anni di furti nella zona.
Tirai su il cappuccio, mi girai e cercai di confondermi tra la gente, senza correre, visto anche lo zaino contenente la spesa, con molta calma, per non insospettire nessuno.
Continuai a camminare, voltando il meno possibile la testa, avevo una buona visuale se giravo la coda dell'occhio per controllare con la coda dell'occhio se mi stessero ancora seguendo, e con mio grande sconforto, notai che lo stessero ancora facendo, alzandosi addirittura in punta di piedi sulla fiumana di gente che c'era per strada, per trovarmi.
Mi sentivo braccata, un animale in trappola.
Continuai a camminare a testa bassa, svoltai diverse volte in piccoli vicoli e mi decisi per il percorso più lungo e contorto possibile per tentare di seminari, poi finalmente mi fermai in un vicolo su una panchina.
Mi sedetti per riprendere fiato per alcuni minuti per via del peso della spesa, poi mi alzai e continuai a camminare, non potevo fermarmi troppo tempo in uno stesso punto, mi avrebbero sicuramente raggiunto. Così ripresi la mia strada, seppur con il terrore di incontrarli per strada.

Dopo un'ora e mezza passata a girare per i vicoli del quartiere per un ulteriore depistaggio, decisi di tornare a casa di Jules. Arrivata lì davanti, notai la figura snella di un ragazzo; non vedevo molto dato che era di spalle e aveva un berretto calcato in testa, che mi impediva di vedere il colore dei suoi capelli,così avvicinai cautamente senza far rumore.

Blue e i Bloody HippiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora