•𝑆𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑 𝑚𝑒𝑚𝑜𝑟𝑦

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«Chi sono?»chiese Dazai mettendo le mani davanti agli occhi del rosso, che fece un verso stizzito.

«Uno stronzo bastardo che vorrei solo ammazzare» rispose poi Chuuya togliendosi di dosso le mani dell'altro che lo guardò come a rimproverarlo.
«Ti pare modo di salutare un amico che non vedi da più di tre mesi?» chiese poi mettendosi le mani sui fianchi.
Il rosso lo guardò con uno sguardo di rabbia mista a delusione.

«Sei tu che hai lasciato la Port Mafia e sei sparito senza spiegazioni, non di certo io» disse incamminandosi davanti a sé.
Il moro lo seguì, con le mani nel nuovo cappotto beige.
«Chuchu sei arrabbiato con me per caso? Hai sempre detto che quando avrei lasciato la Mafia avresti stappato una delle tue bottiglie migliori!» rise.

«Infatti. Non sono arrabbiato con te, è che ti odio inutile sgombro bendato» disse con voce apatica il rosso continuando a camminare verso una meta al moro sconosciuta.

«Strano, perché mi sembravi una donna che lancia frecciatine velate al marito» ridacchiò Dazai avvicinandosi all'orecchio dell'altro.
Chuuya ringhiò, adesso irritato, girandosi e trovando il volto dell'altro a un palmo dal viso.
Lo guardò seccato, osservando il suo cambiamento.
Il cappotto di Mori era sparito, lasciando posto a un impermeabile beige che copriva una camicia bianca a righe azzurrine, e un gilet(?) nero.
Aveva anche uno strano nastrino marroncino intorno al collo che reggeva una pietra preziosa dalle sfumature bluastre.

«Tsk»
Si voltò e grazie alla sua abilità volò via, non dando neanche il tempo all'altro di salutare.
Volò per poco e si andò a posare su un alto palazzo dal quale si poteva osservare la città al tramonto in tutto il suo splendore.

Il rosso sospirò, passandosi una mano tra i quasi lunghi capelli arancioni.
Rivederlo dopo tutto quel tempo gli aveva provocato strane emozioni.
Appena le sue mani si erano posate sugli occhi di Chuuya, lui aveva improvvisamente cominciato a sentire il suo cuore battere.
Era davvero felice di aver rivisto Dazai e avrebbe voluto stare di più con lui.
Ma ciò che gli aveva fatto lo aveva davvero ferito.

«Dazai-San, siamo arrivati» disse la voce gentile di Atsushi, dietro il sedile del moro.
Questo tornò alla realtà, aprendo la portiera e osservando il palazzo in questione.
Era un normale palazzo prevalentemente in vetro, simile a tutti gli altri intorno, solo che aveva un giardino abbastanza ampio che lo contornata interamente.

Kunikida subito si fiondò nel retro del palazzo, dove stranamente si trovava l'entrata principale del rifugio dell'informatore: una botola nascosta da dei cespugli.
Il biondo entrò, mandando l'albino dall'altro lato del palazzo e dicendo a Dazai di rimanere nel cespuglio a sorvegliare la botola mentre lui era dentro.

"Ma ti pare che devo passare la giornata qui in un cespuglio quando potevo provare un nuovo modo di suicidarmi..." borbottò il moro, sedendosi in un punto abbastanza vuoto del cespuglio, braccia conserte e guance gonfie.
Passarono cinque minuti, e nella noia più totale Osamu cominciò a staccare rametti dal cespuglio per fare dei disegnini per terra con questi, riuscendo a ricreare vagamente la faccia di Kunikida arrabbiato.

Stava proprio per mettere l'ultimo rametto quando una mano si posò sull'arte, disfacendola totalmente.
Dazai non ebbe neanche il tempo di arrabbiarsi che si ritrovò il volto infastidito di Nakahara a un palmo dal viso.
Questo scuoteva la mano poiché avendo calpestato il povero Kunikida di legno, si era fatto male e non si era neanche accorto del moro nel cespuglio. Moro, mora, nel cespuglio :D ok no sorry-

Così dopo un'imprecazione Chuuya fa per andare avanti ma nota finalmente Dazai, cacciando un urletto poco virile e scattando all'indietro, cadendo fuori dal cespuglio.
«Sei viva Chuchu?» ridacchiò Dazai sbucando con la testa dall'arbusto.

«Stà zitto bastardo» ringhiò il rosso mettendosi seduto, guardando l'altro con astio.
«Piuttosto, che ci fai qui idiota?» chiese Chuuya, facendo cenno all'altro di spostarsi per poter così entrare anche lui nel cespuglio.

«La Port Mafia vuole rubarci l'informatore, siamo qui per parlare con lui» disse semplicemente il moro, guardando i rametti a terra con un po' di tristezza.
«Noi siamo qui per impedirvelo, perciò che ne dici di uscire da questo cespuglio e di farti ammazzare da me?» chiese Chuuya con un ghigno, agli occhi dell'altro, molto sexy.
Con un sospiro Dazai uscì dal cespuglio seguito dal rosso che intanto si stava scrocchiando mani e collo.
«Hai detto... Siamo?» riflettè poi il castano.

«Akutagawa ha fatto il-»
La frase di Chuuya venne interrotta da Atsushi che correva via, con dietro un Akutagawa abbastanza incazzato.
«AVEVI DETTO NIENTE SCONTRI NEI PRESSI DELL'INFORMATORE NO? BENE, LO PORTO VIA IO» Urlò Atsushi, usando il suo potere per correre via più velocemente.
Dazai provò a replicare ma fu interrotto dal vento che rashoumon aveva prodotto, scagliandosi quasi in ogni direzione per permettere al padrone dell'abilità di inseguire l'avversario.

Il vento era talmente forte che il cappello del più basso si alzò dalla sua testa, facendo per volare via ma venendo subito preso dalla mano del bendato.
Quest'ultimo guardò il cappello che ormai non toccava da un po', accarezzandolo con l'altra mano.

Il proprietario dell'indumento diede un pugno nello stomaco del bendato per poi riprendere il cappello.
«Quante volte ti dovrò dire che non devi prendere il mio cappello?!» Gridò Chuuya, guardando l'altro con stizza.

«Bel ringraziamento per aver salvato il tuo cappello» disse Dazai con voce strozzata per via del pugno.
Chuuya in risposta sbuffò, prendendo poi il più alto dal nastrino marrone e trascinandolo in un vicolo lì vicino per poter finalmente lottare.

Una volta arrivati Chuuya lasciò il colletto di Dazai e si andò a posizionare davanti a lui, brandendo un coltello.
«Il mio regalo di compleanno per te è la morte» ghignò scattando in avanti, mentre un sorriso incorniciò il viso del moro.

«Il miglior regalo di sempre, grazie Chuchu» disse aprendo le braccia.
Chuuya sentendo quelle parole si bloccò con il coltello appena premuto sulle bende della gola dell'altro.
Gli occhi color mare del più basso improvvisamente si fecero tristi guardando il ragazzo, mentre un ricordo si faceva spazio nella sua mente.

Memories - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora