•𝑇ℎ𝑖𝑟𝑑 𝑀𝑒𝑚𝑜𝑟𝑦

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Chuuya vide un paio di gambe spuntare dalla superficie del fiume e la curiosità lo costrinse a scendere dal ponte volando e a tirare fuori l'individuo, lanciandolo violentemente sulla riva.
Quando riconobbe chi era nel fiume pensò subito che avrebbe dovuto farsi gli affari suoi.

«Dazai di merda, cosa stavi facendo nel fiume?» chiese Chuuya ancora in aria.
«Chuuya! È da tanto che non ci vediamo e la prima cosa che fai è quella di interrompere il mio tentato suicidio?» disse il moro tossicchiando l'acqua, sorridendo poi al rosso.
Questo aveva sentito subito il cuore farsi pesante.

«Hai r-ripreso con i suicidi?» balbettò leggermente Chuuya, guardando l'altro incredulo.
Lui fece finta di pensarci un attimo mettendosi le dita sotto al mento.
«Mh... Non ho mai smesso» disse poi scrollando le spalle.

Chuuya lo guardò a bocca aperta.
Si ricordava perfettamente che quando avevano risolto il loro primissimo caso Dazai aveva detto "Voglio dare una possibilità alla vita".
Da allora non aveva più tentato il suicidio, certo aveva continuato a leggere i libri riguardo l'argomento, ma non ci aveva più provato.
Ora che era passato più di un altro anno da quando aveva lasciato la mafia, aveva ripreso?

Chuuya ghignò mettendosi le mani sui fianchi e rimanendo in aria.
«Vedi di non farli andare bene questi suicidi perché devo essere io ad ucciderti» disse tornando sul ponte, affacciandosi per vedere la reazione di Dazai.
Quest'ultimo gli sorrise mettendosi le mani ai lati della bocca come per fare da megafono.

"Preferisco fare un doppio suicidio con una bella donna, ma grazie comunque Chuuya!"
Questo scosse la testa e percorse il ponte, fino ad arrivare al quartier generale della Port mafia dove per l'ennesima volta nascondeva ciò che sentiva.

Oltre il danno pure la beffa.
Non solo aveva ripreso con la storia dei suicidi, facendo nuovamente la scelta più egoista, ma gli aveva anche detto che voleva ammazzarsi con una bella donna?
Ogni volta che lo vedeva il cuore di Chuuya si lacerava sempre di più.

Chuuya tremò per un attimo tagliando l'epidermide di Dazai facendo uscire poco sangue. Lui lo guardava confuso.

Il rosso fece cadere il coltello a terra producendo un rumore metallico e lasciando anche la precedente presa che aveva su Dazai, a sguardo basso.
Infine mise le mani sul suo petto, andandocisi poi ad appoggiare, ascoltando il battito di cuore dell'altro, visibilmente accelerato.

Dazai, più confuso che mai, tolse delicatamente il cappello all'altro, lasciandolo cadere vicino al coltello per poi stringere a sé Chuuya.
Questo aveva chiuso gli occhi, non sopportando più tutto quel dolore che si portava dentro da ormai quattro anni.
Le carezze sulla schiena lo tranquillizzavano, così come anche la mano che giocava con i suoi capelli.

«Chuuya?» lo chiamò il moro, ottenendo solo un mugugno stanco in risposta.
«Ti senti bene?» chiese poi osservando la testolina rossa dall'alto.

«Si... No» disse poi deciso, separandosi da Dazai e guardandolo negli occhi.
Il moro fu molto sorpreso di vedere quegli occhi cerulei brillanti, come se fossero pronti a piangere.

«Forse tu non te ne rendi conto... Ma stai facendo una cazzata dopo l'altra!» disse poi Chuuya, facendo inclinare la testa all'altro che lo guardava incuriosito.

«Se continui così, non ci sarà nessuna persona viva che andrà a piangere sulla tua tomba, Osamu!» Disse a voce alta e severa il rosso, mettendosi le mani sui fianchi e guardandolo con rabbia.
Dazai incrociò le braccia, guardandolo confuso.

«Hai tradito la Port Mafia. E perché? Perché te l'ha detto Oda» disse l'ultima voce in tono di scherno.
«Bene! Puoi farlo, puoi tradire la Port Mafia, ma non me! Non Akutagawa!
Sai Dazai, l'opinione che hai di lui, è tutto per Akutagawa.
Eri il suo mentore e lo hai abbandonato così, senza dirgli niente! Non ti considerava certo come un padre, ma comunque la cosa che ancora desidera più di tutte è la tua approvazione!» disse Chuuya, guadagnandosi un'occhiata infastidita di Dazai.
«Che c'entra Akutagawa adesso? Non sono mica suo padre, non devo dirgli proprio niente se decido di andarmene»
Chuuya lo guardò, ferito.

«Sei uno stronzo. E pensare che sono stato tutto questo tempo a cercare di odiarti, quando mi bastava parlarti» sputò amaro Chuuya.
«Mi spieghi che hai Chuuya?» urlò poi il moro, perdendo la pazienza.

Il rosso lo guardò truce, avvicinandosi minacciosamente.
«Questo ti ricorda qualcosa?»
Chuuya prese l'altro per il colletto facendolo abbassare, congiungendo le labbra con le sue.

Il bacio che si erano dati quattro anni fa, era diverso rispetto a questo.
Questo era molto più triste e pieno di nostalgia... E lingua.
Le loro labbra erano in sintonia tra loro e sembravano fatte per stare unite, al contrario dei proprietari.

Si separarono solo quando entrambi furono a corto di fiato, rimanendo a pochi centimetri di distanza, con il fiatone.
"Q-quel bacio di quattro anni fa?" chiese Dazai ancora con il fiatone.
Chuuya annuì, posando lo sguardo sulle labbra dell'altro che erano incredibilmente più morbide rispetto alle sue.

"Era troppo poco" continuò il moro, mettendo le mani sui fianchi dell'altro, girandosi e schiacciando il rosso contro il muro, baciandolo nuovamente, un bacio focoso e tanto desiderato all'insaputa di entrambi.
Si sentivano isolati dal resto del mondo, riempiti di una sensazione di completezza unica.
Con un solo bacio il doppio nero era adesso una cosa sola.

Il primo ad interrompere il momento fu Chuuya che dopo un bel po' di minuti spinse via Dazai.
Sapeva ciò che sarebbe successo dopo e non voleva permettersi di piangere per lui... Ma era troppo tardi.

Dazai lo guardò e sgranò gli occhi quando vide una lacrima rigare la guancia di Chuuya.
«Sei solo uno stronzo... Lo volevi fare di nuovo» disse Chuuya con una voce rotta dal pianto, prendendo il cappello per poi volare via.
Dazai rimase fermo a fissare il punto dove poco prima il ragazzo lo aveva lasciato.
Ed entrambi in quel momento pensarono che il rosso aveva ragione.

Memories - SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora