25. La sua migliore amica (AN)

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«Dai, non ti fermare» la pregai, strattonandola «dobbiamo avvisare Efesto, e stiamo perdendo il ragno!»

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«Dai, non ti fermare» la pregai, strattonandola «dobbiamo avvisare Efesto, e stiamo perdendo il ragno!»

Alex continuava a guardarsi alle spalle, il volto coperto di sporcizia e rigato dalle lacrime che aveva iniziato a versare da quando avevamo raggiunto il tunnel. Più lenta di così non poteva andare. Sapevo che non desiderava altro che tornare indietro, ma non potevo permetterglielo. Avevamo un solo modo di salvare Percy, e quello era avvisare Efesto di quanto stava succedendo a Sant'Elena.

Non ero stupida. Sapevo che lasciarlo indietro poteva voleva dire che l'ultimo verso della profezia riguardava lui e Alex. Mi sentivo davvero orribile. Di sicuro non volevo che Percy morisse e che Alex soffrisse... ma Percy aveva ragione. Lasciarlo lì era l'unica soluzione possibile; forse non la più logica, ma non saremmo mai riusciti a scappare tutti e tre insieme senza essere inseguiti o comunque senza finire prima sbranati. Alex a malapena era riuscita a sollevare anche me, non poteva farcela a sollevare anche Percy.

Non fraintendetemi: volevo bene a Percy, e non poco. Non è che l'avevo lasciato indietro a cuor leggero. A conti fatti era il mio migliore amico. A dire la verità c'era stato un momento in cui avevo sospettato che potesse essere qualcosa di più... ma sapevo benissimo che Alex era innamorata di lui. E siccome per me Alex è come una sorella, me la sono fatta passare. Era stato sorprendentemente facile: probabilmente l'unico merito positivo che Luke aveva avuto negli ultimi quattro anni.

Provai una piccola fitta al cuore. Una minuscola parte di me era contenta che la profezia probabilmente non riguardasse lui, lo ammetto. E mi sentii ancora più orribile. «Di immortales, Alex, ti prego, datti una mossa!» la esortai, tirandola ancora più forte «Più in fretta arriviamo da Efesto, prima aiuterà Percy! Non lo capisci?»

Alex tirò su rumorosamente con il naso senza rispondere, ma aumentò un po' di più il passo. Avrei tanto voluto fermarmi e abbracciarla per confortarla, dirle che sarebbe andato tutto bene, ma non avevamo tempo.

Non ci volle molto per raggiungere Efesto, anzi, mi stupii anche di quanto poco ci avevamo messo. Lo trovammo ancora impegnato ad aggiustare la Toyota Corolla; sulla parete c'era ancora l'enorme schermo, che rimandava l'immagine del monte Sant'Elena. A guardarlo così sembrava tutto tranquillo. Alex puntò gli occhi sullo schermo e non li staccò più. «Allora?» domandò burbero Efesto, pulendosi le mani su uno straccio che un tempo doveva essere stato bianco «Dov'è il figlio di Poseidone?»

«E' rimasto sul monte» risposi «la fucina è stata occupata dai telchini, divino Efesto»

«Telchini, eh?». Efesto aggrottò la fronte. Un paio di fuocherelli si accesero nella sua barba e si spensero subito dopo mentre lanciava un'occhiata al monte sullo schermo. «Che cosa stanno facendo?»

«Stanno fabbricando un'arma» risposi «lavorano per Crono. Hanno detto che riforniranno il suo esercito di armi»

«Be', questo è tutto da vedere» disse Efesto, raddrizzandosi. Dalla sua barba scaturirono un paio di fiamme che mi fecero allontanare di un passo, nervosa. Sembrava un po' infuriato. Fece un passo verso lo schermo, e un'improvvisa esplosione fece tremare violentemente tutta l'officina.

[4] 𝙏𝙧𝙖𝙥𝙥𝙚𝙙 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora