Chapter 3 - Eyes Blue Like The Atlantic

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Anche la seconda settimana di scuola stava giungendo al termine: le lezioni erano pesanti ed all'inizio tenere il passo era molto difficile, ma, pian piano, gli studenti della U.A riuscirono ad riabituarsi a questo ritmo.
Dal lunedì seguente, inoltre, sarebbero iniziati anche gli allenamenti pomeridiani, come Aizawa disse ai suoi studenti alla fine dell'ultima lezione della giornata.
"Non vedo l'ora di iniziare! quest'estate ho pensato un'altra mossa speciale e vorrei allenarmi su di essa il più possibile" enunciò un energetico Kirishima, sorridendo a trentadue denti. Li vicino, Mineta sospirò piano per poi dire "Sinceramente mi sento già stanco ancor prima di cominciare... Ci massacreranno, i professori".
"Io spero che Aizawa stesse scherzando durante il primo giorno di scuola, o almeno in parte" disse un po' preoccupata Uraraka "Insomma,
è impossibile che gli allenamenti siano ancora più difficili rispetto a quelli del trimestrale precedente... G-giusto?".
Le facce dei suoi compagni non le diedero nessun tipo di conforto.
La ragazza andò allora ad stravaccarsi sul suo banco, consapevole che la settimana dopo sarebbe probabilmente morta dalla stanchezza.
"Io, comunque, qualche giorno prima dell'inizio della scuola, ho cambiato qualche pezzo del mio costume, per renderlo più compatibile alle mie mosse speciali" annunciò Iida "Anche voi avete cambiato qualcosa del vostro?"
"Io no, o almeno non ancora. Ho bisogno solo di qualche strumento in più per controllare meglio il mio quirk, posso andare al Development Studio (uno studio creato, appunto, per aggiustare i costumi degli studenti) e chiederli benissimo a qualche studente della sezione di supporto" risposo Todoroki, grattandosi leggermente il capo.

«Sperando di non incontrare Hatsume, magari» pensò il ragazzo.

Mei Hatsume era una ragazza molto dotata della 1-H: con il suo quirk, lo zoom, era in grado di vedere fino ad una distanza di cinque chilometri e ciò l'aiutava molto nel costruire le sue invenzioni.
L'unico problema era il suo... Ehm... Eccessivo entusiasmo: aveva molto a cuore le sue invenzioni, ne aveva fatte tante e non esitava a farle provare al primo malcapitato che passava di lì. Non si faceva neanche in tempo a dirle di no, che si ci ritrovava con un jetpack sulle spalle e la faccia a stretto contatto con il soffitto.
Shouto avrebbe gentilmente voluto evitare il tutto.

I ragazzi della classe 1a continuarono a chiacchierare del più e del meno e, pian piano, si avviarono verso i dormitori.
Tutti tranne lei.
Todoroki si fermo davanti all'uscio della classe, girandosi a guardarla: Maeko Harumi era comodamente seduta al suo banco, con i capelli raccolti in una morbida coda, il viso candido illuminato dai caldi raggi del sole, che esaltavano i riflessi violacei dei suoi capelli, cosa che Shouto non aveva mai notato (e neanch'io sinceramente, l'ho notato solo oggi 😂) .
I suoi occhi erano concentrati su un grosso tomo che teneva tra le mani.

«Io non ho bisogno di amici, non sono venuta qui per questo. Ho un obbiettivo ben preciso da raggiungere, queste cose stupide mi sarebbero solo d'intralcio. E non voglio alcun tipo di intoppi sulla mia strada».

Dopo quell'episodio, nessuno aveva più provato a parlare con lei: alle lezioni prendeva appunti, senza dir una parola, all'intervallo non si faceva più vedere e, una volta calata la sera, si chiudeva in camera sua. Era diventata quasi in fantasma il quella classe, la sua presenza si faceva sentire sempre di meno.
Harumi si voltò, accorgendosi della presenza del ragazzo. Gli occhi blu, come l'oceano, di lei incontrarono quelli eterocromatici di lui: i loro sguardi si incatenarono, come se fosse stato gettato su di loro un incantesimo che gli impediva di scostare gli occhi dall'altro.
Gli sguardi, si sa, possono raccontare più di mille parole: essi infatti sono uno scambio di emozioni che posso dire tutto o niente riguardo ad una persona.
In quei giorni Shouto aveva pensato a Maeko come una ragazza fredda, dura ed introversa.
Ma, nonostante ciò, ora, guardandola, sentiva quasi un senso di calore nel petto. Non percepiva quella freddezza e quell'ostilità che abitualmente la ragazza riservava a lui ed i suoi compagni.
Si stavano solo guardando.
Ma sembrava tutto così differente.
Che cosa stava succedendo?
Che cos'era questo?
Quell'atmosfera magica che si era creata per quella manciata di minuti s'infranse quando, nel corridoio, risuonò una voce.

"Todoroki, non vieni?"
Il ragazzo si affacciò sulla soglia della classe: la voce apparteneva a Midoriya che, insieme a Iida ed Uraraka, lo stava aspettando.
Todoroki si girò nuovamente verso Maeko, ma ella, ormai, non gli prestava più attenzione.
Tutto quello che prima era successo, era sparito nel nulla.
Ma cos'è successo esattamente?
"Si, ora arrivo" rispose infine il ragazzo dai capelli bicolore, lasciando la compagna in classe da sola.
Da sola.
Di nuovo sola.

"Todoroki, hai un secondo?"
Il ragazzo stava per andare a dormire quando Iida lo chiamò.
"Si...ehm, va tutto bene?" chiese con un filo di preoccupazione nella voce.
"Tranquillo, non è successo niente di grave" asserì il capoclasse sorridendo piano "Volevo solo chiederti un favore, se non ti dispiace"
"Che cosa esattamente?"
"Oggi hai detto che presto andrai al Development Studio per aggiungere alcuni miglioramenti al tuo costume, giusto?" rispose l'altro, aggiustandosi gli occhiali "È un problema se ci andassi domani con Harumi? Anche lei ne ha bisogno e probabilmente non sa nemmeno dove sia lo studio"
"Io non ho nessun problema, ma non penso che lei sarà dello stesso parere" disse Todoroki pensieroso.
"Devi solo accompagnarla, non credo che farà chissà quali storie, o almeno lo spero"

È fu così che, la sera del giorno successivo, il figlio di Endeavor si ritrovò a camminare insieme ad Harumi verso il Development Studio.
I corridoi dell'accademia si erano totalmente svuotati, sostituendo gli schiamazzi che, di solito, regnavano sovrani durante le ore scolastiche con un armonioso e piacevole silenzio che, in quella scuola, era davvero raro.
Le uniche due cose che si sentivano era il leggero strisciare delle sneakers di Todoroki e il cigolio dei mocassini di Maeko.
I due non si erano minimamente rivolti la parola per tutto il tragitto.
Di norma per Todoroki non sarebbe stato un problema: non era un ragazzo che conversava molto, il silenzio non lo disturbava.
Ma lui voleva sapere.
Voleva sapere cosa lei pensasse veramente.
Shouto si fermò improvvisamente in mezzo al corridoio. La sua compagna di classe continuò a camminare per un po', finché non si accorse della sua mancanza.
"Puoi darti una mossa per favore?" disse Harumi con voce un poco irritata.
"Davvero ti piace quello che stai facendo?" chiese Todoroki, ignorando totalmente ciò che l'altra aveva appena detto.
"Prego?"
"Questi giorni non hai fatto altro allontanare tutti da te... Quello che hai detto ad Ashido... Lo pensi davvero?"
Tutto questo Todoroki lo disse senza distogliere lo sguardo da quello della ragazza. Quest'ultima, sentendo quelle parole, sbarrò leggermente gli occhi, per poi abbassare il capo, come se, all'improvviso, la punta dei suoi piedi fosse diventata molto più interessante della conversazione in corso.
Il silenzio ritornò a regnare nel corridoio. I minuti incominciarono a passare.
Shouto voleva sapere la verità.
Il perché? Non lo sapeva.
Non era da lui fare queste cose... Non che non gli interessasse dei problemi della gente, ma non era mai in intervenuto in essi in modo così diretto.
Allora perché lo stava facendo? Forse perché Maeko gli faceva davvero pena? O magari perché anche lui, più o meno, era passato in una situazione simile?
«Mi sa che non otterrò nessuna risposta, forse è meglio lasciar perdere» pensò, riprendendo a camminare.
Stava per superare Harumi, quando si sentì tirare il retro della camicia.
Il suo corpo si bloccò immediatamente. Le sue orecchie erano pronte ad ascoltare.
Maeko strinse tra le dita la stoffa dell'indumento "Non voglio essere abbandonata di nuovo. Tutto qui"
Dopo aver detto questo, lasciò andare il ragazzo, dirigendosi velocemente verso il Development Studio.

Angolo autore

Ciao a tutti, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto (anche solo un poco). Lo so, sono da prendere a bastonate, ho aggiornato tardi, ma avevo così tante idee in mente che non riuscivo neanche a metterle per iscritto. Ma torniamo al capitolo. Per prima cosa volevo dire che il titolo di quest'ultimo è un palese riferimento alla canzone "Eyes Blue Like The Atlantic" che, tra l'altro, ho ascoltato mentre scrivevo (poi, gli occhi di Maeko sono blu, quindi ci stava a pennello, visto quello che è successo in classe).
Come ho scritto anche nel capitolo, Todoroki non è una persona dall'immensa bontà, sempre disponibile ad aiutare gli altri, quindi sembra strano che si comporti in questo modo, ma io credo che lui ci si riveda molto in Maeko, ed è per questo vuole cercare di darle una mano.
Infine, cosa intendeva Harumi con "essere abbandonata di nuovo"?
Lo si scoprirà soltanto andando avanti a leggere 😜.

(Comunque chiedo venia per tutti gli errori di grammatica).

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