Chapter 4 - Trust (pt. 1)

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Con l'inizio della terza settimana di scuola, i professori diedero il via agli allenamenti pomeridiani: tutti gli studenti erano più che entusiasti, pronti a migliorare le loro tecniche da Hero.
Tutti gli studenti a parte uno.
Quello studente, o meglio, quella studentessa, era Maeko Harumi, che, in quel momento, era sdraiata sul soffice materassino del lettino dell'infermeria.
«Ma si può sapere dov'è quella vecchia? Di solito sta qui ventiquattrore su ventiquattro ed adesso è sparita?» pensò tamburellando le sue dita delicate sulla sua pancia.
Neanche a farlo apposta, nell'infermeria fece la sua entrata una signora anziana dalla basta statura, ossia Recovery Girl, l'infermiera dell'accademia: indossava come sempre un camice bianco di cotone , tipo dei medici, i capelli erano raccolti, con l'aiuto di una retina, in una crocchia ordinata e sul suo naso erano posizionati degli occhiali dalle grandi lenti viola.
Quando vide Maeko, alzò le sopracciglia, incuriosita "Ohibò, che ci fai qui giovincella (voi non lo sapete, ma io adoro il termine "giovincella" e non ho la più pallida idea del perché😂😂) ? Non dovresti avere lezione a quest'ora?"
«Beh, di sicuro non sono qui per divertirmi» avrebbe tanto voluto rispondere la ragazza, ma cercò di tenersi quelle parole intrise sarcasmo per sé, e poi disse "Mi ha mandato il prof Aizawa per la" questione del quirk". Lui stesso ha detto che se le avessi riferito ciò, lei avrebbe capito"
La donna assotigliò gli occhi, scrutandola attentamente.
"Allora sei tu la ragazza con il quirk problematico... mhh... Ok. Ora ti visiterò un attimo per capire meglio la situazione. Ci vorrà poco e sarà totalmente indolore, quindi non ti preoccupare"
Harumi deglutì leggermente per poi annuire.
Da come si è potuto capire, la ragazza ha sempre avuto difficoltà a destreggiare il suo quirk: quando era piccola, quest'ultimo ci aveva messo tanto tempo prima di presentarsi e, quando l'ha fatto, è diventato quasi incontrollabile. Si era fatta visitare da dottori di ogni dove, ma niente, nessuno aveva capito cosa avesse. Alla fine tutto ciò che i medici le dicevano era «Potrebbe essere che non hai ancora la totale padronanza del tuo quirk, ma crescendo questo problema scomparirà... probabilmente», ma neanche loro ne erano sicuri. Ancora oggi, infatti, a Maeko capitavano inconvenienti del genere, ma molto di rado.
Aveva proferito ciò anche al prof Aizawa, ma egli le rispose che lasciare in giro per la scuola una ragazza dai poteri, anche se poco, instabili era un problema. Le aveva anche proibito di partecipare agli allenamenti pomeridiani di questa settimana.
Ed ecco perché si trovava in infermeria.
"Comunque non penso che sia qualcosa di grave, molte persone hanno unicità instabili, basta solo imparare a controllarla e diventerai un'eroina eccezionale, credimi" disse Recovery girl sorridendo.
La ragazza, a quelle parole, scostò lo sguardo dalla signora, irrigidendosi di colpo.
«Se queste dovevano essere delle parole di incoraggiamento, allora la vecchia ha fatto un bel buco nell'acqua» disse tra sé e sé.

Lei non sarebbe mai diventata una Pro Hero, per nulla al mondo.
Perché?
Semplice, lei li odiava.
Probabilmente, se l'avesse detto a qualcuno, il suo interlocutore l'avrebbe mandata da uno psicologo.
Harumi in giro sentiva sempre le stesse cose:
«Gli Hero sono fantastici!»
«Hai visto come Hawks è riuscito a catturare quel Villan? Nonostante fosse a corto di piume, si è lanciato in un combattimento contro il supercattivo, rischiando addirittura la sua vita!»
«Quanto li ammiro, sono davvero incredibili!»
Non è vero.
«Sarebbe davvero mitico diventare come loro...»
Non è vero.
«Già... finché loro ci saranno, la gente sarà sempre al sicuro...»
Non è vero!
Non era affatto vero, e lei lo sapeva bene.
Aveva aperto gli occhi e guardato in faccia la realtà già da tempo.
I cosiddetti eroi, coloro che vengono definiti dal popolo come gente eccezionale e fantastica, le persone in cui i cittadini ripongono tutta la loro fiducia, non ci saranno sempre.
Tutti credevano in questa insulsa bugia.
Tutti erano stati racchiusi in questa bolla illusoria che, volente o nolente, sarebbe prima o poi scoppiata.
Tutti ne erano fermamente convinti.
Ma lei no. Non più ormai.
La ragazza spesso si ritrovava guardare i suoi compagni di classe impegnarsi molto per diventare come i Pro Hero che tanto ammiravano: alcune volte, anche se nella tabella oraria delle lezioni non era previsto, molti di loro si allenavano, fino allo sfinimento.
Nonostante fossero stanchi, sui loro volti aleggiava sempre un genuino e spendente sorriso, perché più cose apprendevano e più diventavano forti, più si sentivano vicini al loro sogno, quello, cioè, di essere degli eroi di cui la gente poteva avere fiducia.
Maeko non li capiva, nonostante ci provasse con tutta sé stessa non ci riusciva proprio.
«Gli hero non ci saranno sempre al momento del bisogno, perché dovrei fare affidamento su di loro? Perché la gente dovrebbe farlo? Perché?» avrebbe tanto voluto chiedere.
Vengono elogiati tantissimo, anche troppo, ma quel giorno, quel giorno non c'erano...
Non erano li con lei quando è successo.
Non era lì quando...
"Cara, la visita è terminata. Ora puoi fare ritorno alla tua classe"
Maeko sbattè gli occhi. Si era persa tra i suoi pensieri e non aveva minimamente fatto caso a quello che stava facendo Recovery Girl.
"Come pensavo, non è nulla di grave: possiedi un quirk molto potente e, per questo, ti è difficile farlo diventare completamente tuo. Almeno, questo è quello che sono riuscita a capire da questa veloce visita, ma potrebbe essere che mia stia sbagliando... "
«In poche parole non mi ha detto nulla che non sapessi già» pensò irritata la studentessa, che non vedeva l'ora di andare via da quella stanza che puzzava di antibiotico.
"Per aiutarti" continuò la donna "Il professore Aizawa ha pensato di far costruire dei ragazzi Development Studio un accessorio in grado di contenere la tua unicità. Quindi ecco a te"
La donna porse a Harumi un piccolo anello d'argento, che, prendendolo tra il pollice e l'indice, non esito ad ispezionarlo con attenzione, forse anche troppa.
"Se il tuo potere dovesse, in un qualsiasi momento, presentarsi in modo prepotente e involontario" spiegò l'infermiera "L'anello si attiverà e cercherà di contenerlo. Sentirai una leggera pressione sul dito quando succederà. Ovviamente questo, come ho già detto, è solo un piccolo aiuto, tutto il resto dovrà essere farina del tuo sacco. Chiaro?"
Maeko annuì per poi infilarsi l'anello all'indice "Si, ho capito"

La ragazza potè finalmente abbandonare l'infermiera e dirigersi verso la sua classe. Dopo aver camminato per un po', cercando di non perdersi in quell'immenso istituto (nonostante fosse alla U.A. da quasi tre settimane, non conosceva ancora bene la scuola), riuscì ad arrivare a destinazione.
Stave per aprire la porta, ma qualcuno all'interno della classe la precedette. E quel qualcuno era Shouto Todoroki (ovviamente... chi poteva mai essere?), che, dopo aver chiuso la porta alle sue spalle, si accorse della presenza di Maeko.
I due si fissarono per parecchio tempo, senza spiccare neanche una parola. Harumi strinse a pugno la sua mano destra per il nervosismo.
Si, perché era così che si sentiva ogni volta che era da sola con lui: nervosa, sotto pressione.
Todoroki, secondo lei, era una di quelle persone che erano capaci di leggerti dentro, una di quelle persone a cui non si può nascondere niente perché sanno già tutto prima che tu glielo dica. Lui non parlava molto in classe, ma era un buon osservatore.
È questa cosa la inquietava.
"Hey" disse il ragazzo rompendo quel silenzio che fino a poco fa aleggiava indisturbato nel corridoio.
"Ciao" salutò di rimando Harumi.
Ci fu ancora un lungo momento di silenzio, ma poi Todoroki si decise a riaprir bocca "Ho sentito che sei stata in infermeria, va tutto bene?"
"Si, non ho niente di grave"
Ed ancora silenzio.
Dopo un po', però, Harumi si spazientì.
"Senti, visto che abbiamo confermato il fatto che non riusciamo a fare una conversazione contenente più di due frasi senza fermarci, che ne dici di spostarti dalla porta e farmi entrare in classe?"
Shouto la fissò, agggrottando leggermente le sopracciglia. Il suo sguardo era... strano. Decisamente strano. Era qualsiasi uno sguardo indagatore, ma nei suoi occhi la ragazza non vide solo quello. C'era qualcos'altro, ma non riusciva a capire cosa fosse.
In seguito, Todoroki borbottò qualche scusa, per poi dirigersi verso il bagno dei maschi.
La ragazza, mentre lo guardò andarsene, ebbe la conferma di una cosa: più si andava avanti con il tempo, meno quel ragazzo le piaceva.

Angolo autore

Konnichiwa! Finalmente sono riuscita a pubblicare il quarto capitolo (anche se a metà), e oltretutto è pure dal punto di vista di Maeko. In questa parte non c'è molta narrazione, ma volevo spiegare un po' di cose sull'altra protagonista di questa storia. L'odio verso gli eroi che Maeko prova non l'ho reso ancora del tutto chiaro, non volevo spiegare tutto in una volta, ma forse qualcuno di voi ha già capito.
"Gli eroi non ci saranno sempre" questa è la frase che non fa che ripetere Harumi, ed ha ragione. Anche All Might stesso dice di non esser riuscito a salvare sempre tutti. Ed è da qui che ho preso ispirazione.
Per quanto riguarda il suo quirk, tutto ciò che ho scritto mi servirà per il futuro (hehehehe) e... no, se dico altro vi spoilero tutto.
Comunque io sono strana: ho già scritto il finale della storia, ma non ho la più pallida idea di cosa fare nel capitolo sei. Ditemi che non succede solo a me😌.

Beh, ci vediamo al prossimo capitolo!

(Perdonatemi gli errori di grammatica  che probabilmente riscontrerete nel testo).

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