XIV- il regale punto di vista

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Il Re sentì che la testa di Roger si era fatta pesante sopra la sua, e capì che si era addormentato.
Aveva ancora i capelli bagnati per l'incontro ravvicinato avuto con l'acqua, e alcune goccioline si staccavano dalle sue ciocche impregnate e, dopo una breve caduta, venivano assorbite dalla stoffa della sua veste bianca.

Billy adesso si era tranquillizzato, e continuava a muoversi placido illuminando il sabbioso fondale del laghetto.
Sarebbe stato uno spettacolo meraviglioso comunque, ma con la coltre scura della notte, le stelle che risplendevano e un affascinante ragazzo al suo fianco superava anche gli standard mediamente stupefacenti di quel mondo fantastico.

Il Re chiuse gli occhi.
Sentiva il lieve sciabordio della polla d'acqua poco sotto di lui, il fruscio del vento tra le foglie degli alberi dormienti e il respiro del ragazzo addormentato vicino a lui.
Si concentrò su di lui. L'aria entrava dal naso dritto del ragazzo con un lieve sibilo ed usciva dalla sua bocca socchiusa con un tenero sbuffo.
Sorrise, e su quello sincronizzò il suo respiro, silenzioso come al solito. Il solo sentirlo e sapere di essere così vicino a lui gli procurava una piacevole sensazione, che scorreva come miele nelle sue vene.
Riaprì gli occhi e si mosse con delicatezza, per non svegliarlo.

La testa del ragazzo gli ricadde sulla spalla.
Il Re fece un sorriso intenerito sentendo Roger mormorare e sbuffare nel sonno.
Pensò che sarebbe stato meglio portarlo a dormire da qualche parte... ma non poteva svegliarlo, dormiva troppo profondamente.
Quindi si alzò, stando attento a non lasciar cadere il ragazzo, e se lo caricò in braccio.

Una volta che il bell'addormentato fu saldo tra le sua braccia, il Re si prese un momento per ammirarlo.
Il volto, che prima era stato teso per l'imbarazzo oppure stirato in espressioni di stupore, ora rimaneva completamente rilassato e i lineamenti marcati trasmettevano una tranquillità e una pace che da sveglio non si vedeva.
I capelli biondi, lunghi e scompigliati, ricadevano disordinatamente all'indietro ed erano mossi dal vento che scuoteva anche i rami degli alberi.
Il Re sentì l'impulso di accarezzare i lineamenti di quel viso appena conosciuto, di rimarcare con i polpastrelli le curve di quel volto che era la cosa meno perfetta che aveva visto, e per questo la più speciale.
Immaginò di far scorrere le dita sulle sopracciglia scure, passarle sulle palpebre chiuse, sfiorare il naso dritto e arrivare alle labbra sottili, illuminate dalla luce azzurra di Billy.

Si diede dell'idiota e ringraziò di avere le braccia impegnate, avendo così evitato un comportamento che ben poco si addiceva alla sua posizione.

Spiegò le sue ali traslucide, lasciando che si distendessero e poi con un piccolo salto, spiccò il volo.

Mentre prendeva velocità e l'aria fresca gli spazzava via le ciocche di capelli sfuggite dalla pettinatura, sentì Roger rabbrividire e stringersi contro di lui.
Lo tenne più saldamente.
Sentì l'adrenalina del volo scorrergli nelle vene e fargli formicolare le dita, come tutte le volte che la provava.

Volare era una sensazione molto diversa da come l'aveva sempre immaginata.
Non era particolarmente divertente anzi, dannatamente faticoso, un po' come correre.
Naturalmente era un mezzo utilissimo, si viaggiava molto più in fretta e la vista era mozzafiato senza dubbio, però ci voleva un sacco di esercizio ed era importante essere molto leggeri. Viaggiare con un carico, come stava facendo lui adesso, comportava un notevole dispendio di energia.
Era quello il motivo per cui di solito sfruttava un altro mezzo per spostarsi sulle grandi distanze, come il suo destriero.
Per fortuna la sua stanza privata, nei suoi appartamenti, si trovava piuttosto vicina.

Mentre vedeva il suolo allontanarsi, sostenuto dalle sue due ali semitrasparenti, sovrappensiero iniziò a chiedersi da dove fosse spuntato quel ragazzo così strano.
Decisamente non era uno dei membri della corte, o qualcuno degli altri abitanti, non ne aveva le maniere né tantomeno l'aria.
Sembrava davvero che fosse spuntato fuori dal nulla.
Proprio come, nonostante cercasse di persuadersi del contrario, nel profondo era convinto fosse capitato a lui.
Sentiva uno strana sensazione quando lo guardava e lo ascoltava parlare. Come se tutto ciò che faceva lo scuotesse nel profondo, ma non solo perchè si sentiva attratto dal ragazzo.
No, sarebbe stata più paragonabile alla sensazione di una persona che, dopo essersi trasferita in una grande città e averci vissuto degli anni, incontri un suo vecchio amico proveniente dal suo paesino d'origine.

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