capitolo 6

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Guardo disgustata il polso ricoperto da un livido violaceo da almeno due giorni.
Due giorni
Due giorni che non vedo quel ragazzo,Alexander se non sbaglio e io che lo volevo ringraziare per avermi aiutato penso affranta mentre attraverso la strada arrivando a un vicolo cieco
Forse è meglio tornare indietro
Annuisco come se qualcuno mi potesse vedere e mi dirigo nella parte opposta
"Non ti diamo altro tempo moccioso "dice una voce a me sconosciuta
"Vi prego una settimana e vi do tutto quello che devo"
"Perchè dovremmo darti altri giorni"
Questa voce roca mi sembra di conoscerla e forse per questo mi avvicino verso questi suoni
"Vi prego" piagnucola un ragazzo di a mala pena quattordici anni che a guardarlo bene è ridotto davvero male.
Il naso rotto dove sta scendendo una grande quantità di sangue,un livido sulla fronte e noto persino che tiene una mano sopra a una costola probabilmente inclinata.
Gli arriva un altro pugno precisamente sulla costola già rotta e poi un'altro e un'altro ancora.
Guardo il viso dei ragazzi e noto con dispiacere che sono quelli della mensa
Che faccio?
Dovrei tornare a casa e starmene tranquilla ma riuscirei a vivere con questo peso?
Il ragazzino riceve l'ennesimo pugno senza non poter far niente se non incassare ma a un certo punto si oltrepassano i limiti ancora di più.
Quel ragazzo che mi stava per violentare gli spacca una gamba ricevendo un urlo in cambio che mi fa piangere.
Come si può essere così cruenti?
A quella scena non mi trattengo e vado dal ragazzo per vedere le ferite
"Come stai?"
Mi guarda come in cerca di spiegazioni e come dargli torto
Chi mai si metterebbe contro quei quattro?
"Bene"risponde solamente per poi tossire facendo uscire un po' di sangue e a quel punto scoppio
"Ma come vi permettete di ridurre un ragazzo così?
Per dei soldi poi?
Chi cazzo vi credete di essere"
Mi guardano scioccati e sono certa che passerò per ridicola ai loro occhi ma in questo momento mi interessa davvero poco
"Ragazzina devi farti i cazzi tuoi"tuona un ragazzo castano mentre si avvicina minacciosamente a me
"No.
Guarda come lo avete ridotto"
Ma ricevo solo un occhiata fredda mentre cerco dentro la borsa un fazzoletto per calmare il sangue che gli scorre dal naso
"Vattene"mi sussurra il ragazzino
"No"
"È gente pericolosa"
"Tranquillo" gli appoggio il fazzoletto sul naso e gli accarezzo la guancia
Come si fa a ridurre un ragazzino così?
"Ragazzina"inizia il mio violentatore
"Basta,quel che dovevamo fare l'abbiamo fatto"
"Non possiamo essere sicuri che lei non parlerà"questa volta è il biondo che parla
"Non lo farà" risponde Alexander guardandomi negli occhi mentre gli altri annuiscono.
È come se fosse il capo,riceve da tutti il rispetto e allo stesso tempo lo temono
Beh guardalo è un gorilla
I suoi amici si allontanano mentre io cerco di far alzare quel ragazzo e farlo appoggiare a me cosa che mi riesce difficile.
Alexander,che oramai chiamerò gorilla o forse il killer gorilla,fa alzare il ragazzo con poca delicatezza e lo fa appoggiare su una spalla incenerendo poi il suo braccio intorno al mio collo,infine mi prende un polso per stringerlo un po'
"Non credere che sia finita qui"
Mi lascia il polso e se ne va
Cosa intende?
Al discorso di prima?
Nemmeno inizio a pensare che mi ricordo del ragazzo che ho appoggiato sulle spalle che emette diversi versi di dolore.

"Allora lo hai trovato così?non sai chi l'ha ridotto in questo modo?"mi chiede la Signora Smith dopo aver finito di medicare il ragazzo.
Una delle cose che odio di più è mentirle per il semplice fatto che per me è stata come una madre,si è presa cura di me da quando avevo cinque anni.
Avrei preferito venire in questo posto prima,prima che mio padre tornasse ubriaco tutte le notti e...
Scuoto la testa,non devo pensarci
Almeno non ora
"Si non ho visto niente"
Mi guarda attentamente come a leggermi dentro,forse sa che sto mentendo alla fine mi conosce così bene.
A questo pensiero mi viene una pugnalata nel petto,e se pensasse che io non mi fidassi di lei?
Tolgo dalla mente questo pensiero
Non mentirò di nuovo o almeno non a lei,anche se una vocina dentro di me dice il contrario come se sapesse già che succederà
Solo per colpa di Alexander
"Posso vedere il ragazzo?"
"Certo,ma non stressarlo troppo è messo proprio male"
Annuisco per poi entrare in quella stanza
"Hey" saluto gentilmente
"Perché?"
"Cosa?"
"Perchè mi hai aiutato sapendo che ti saresti messa in un grande pericolo.
Cazzo non capisci contro ti sei messa"
Sembra sincero come se volesse proteggermi
"Non acetto certe cose" rispondo per poi sedermi vicino al suo letto in una poltrona non proprio comoda
"Una domanda"
Mi guarda facendomi un cenno di continuare
"Che cosa volevano da te?"
"Non sei troppo piccolo per la droga?"aggiungo a voce bassa
"L'ho presa per un ragazzo più grande,mi aveva minacciato"
Annuisco per poi prendergli una mano cercando di dargli un po' di conforto.
"Quella gente non spaccia solamente"aggiunge poi guardandomi negli occhi
Cos'altro può fare?
Non aggiunge nient'altro come se non volesse ficcarmi in altri casini anche se sappiamo entrambi che ormai ci sto dentro pienamente
"Rapine"dice solamente come se fosse normale
Ma perchè?
Che senso ha rovinarsi la vita a soli diciotto anni
"Li conosci bene?"
Mi guarda attanemante
"Io sono Jake Junior Lovgoos"
Lo guardo interrogativa
"E allora?"
"Si vede che sei nuova" dice mettendosi a ridere mentre si teneva la pancia
"Sono il fratello di Jake"
Lo guardo ancora più confusa
"Quello biondo"
Faccio un verso  sorpreso
"Ma lui ti ha quasi ucciso insieme agli altri "sussurro terrorizzata
Come si fa a fare questo a un fratello?
"Non mi considera piu suo fratello,secondo lui non valgo quanto lui"risponde secco
Lo abbraccio delicatamente mentre mi scendono delle calde lacrime
Cosa hai dovuto sopportare piccolo?

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