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Shoto Todoroki era un ragazzo molto... particolare.

Fin da piccolo non era mai riuscito a fare amicizia con nessuno, in molti pensavano che fosse pazzo a parlare sempre da solo, ma solo i suoi genitori sapevano che lui possedeva la Vista, un dono che si credeva essersi estinto da millenni. Di cui non avevano fatto parola con lui, convincendolo che ciò che vedeva non era niente di reale.

Il Dono di Shoto gli permetteva di vedere ciò che i comuni mortali non potevano, ovvero demoni, angeli e fantasmi, a volte riusciva anche a comunicare con loro.

Al compimento della maggiore età fece ciò che aveva sempre desiderato: andarsene da quel castello per andare a vivere isolato da tutto e da tutti e coltivare il suo interesse per il paranormale.

Dopo giorni di viaggio trovò un'isola abbandonata su cui si stabilì. Il tempo che non passava facendo esperimenti sul proprio dono lo passava esplorando l'isola, ogni giorno scoprendo nuovi luoghi.

Un giorno trovò, in quello che sembrava un vero e proprio relitto arenato e molto abbandonato, un libro di magia.

Arrivato a casa lo aprì e una cosa che lo sorprese fu il fatto che quel libro sembrava nuovo, aprì la prima pagina e all'indice vi erano le voci: FONDAMENTI DELLA MAGIA, LE ORIGINI DEI MAGHI, INCANTESIMI DI BASE, COMBATTIMENTI MAGICI, LA MAGIA E IL SOPRANNATURALE e, come ultima voce, MAGIA NERA.

Todoroki era spaventato, ma allo stesso tempo dentro di lui nasceva un'enorme curiosità ed emozione, sapeva che era sbagliato essere così emozionati di conoscere la magia nera, ma si diceva che non c'era poi niente di male nel dare una veloce occhiata.

"Lo leggerò e basta, e poi avanti, magia? La magia non esiste, come l'Uomo Nero o i fantasmi."

Ma si bloccò all'istante pensando che aveva sempre visto fantasmi fin da piccolo.

- Me li potrei anche essere benissimo immaginati. E poi sono passati anni dall'ultima volta che ho visto o parlato con un fantasma. Potrei anche essere pazzo o qualcosa del genere.

- Oh, fidati, non sei pazzo. Non tutti gli umani possiedono la Vista, o sufficiente sanità mentale per conviverci.

- C-Chi ha parlato?!

- Sono qui. Sul letto.

Il ragazzo si voltò dove detto dalla voce e vi trovò una sagoma abbastanza nitida, ma non troppo, di un ragazzo.

Aveva cicatrici ovunque e alcuni piercing. I capelli erano neri e gli occhi azzurri.

- Chi sei?

- Tutti mi chiamano Dabi.

- Qual'è il tuo nome?

- Touya Todoroki. Ah, tra parentesi, non chiedere così facilmente il nome ad un fantasma. I nomi sono molto potenti. Se fossi stato Mary a quest'ora saresti più morto che vivo.

- Mary?

- Tutti la chiamano Bloody Mary ma lei preferisce essere chiamata solo con la seconda parte del suo nome d'arte. Che lei poi odia il sangue, certe volte la paura che hanno i mortali di noi fantasmi è divertente.

- Che cosa vuoi da me?

- Perché dovrei voler qualcosa da te? Gli umani sono così egocentrici, sempre a pensare che noi vogliamo qualcosa da voi.

- Quindi perché sei qui?

- Mi incuriosisci, umano. Non ho mai visto nessuno che reagisce all'idea della magia in modo così neutrale come fai tu. Come ti chiami?

- Shoto... Shoto Todoroki.

- Anche tu sei un Todoroki?

- Sì. Quindi anche tuo padre è Enji?

- Esatto. Quindi siamo fratelli. Sai per caso che ore sono?

Shoto diede un'occhiata veloce all'orologio.

- Sono quasi le tre.

- Allora scusami ma devo scappare.

- Dove vai?

- Dal mio ragazzo, Keigo diventa capriccioso quando arrivo in ritardo.

Ed in un istante il fantasma sparì.

-*-

Passarono i giorni, ma Shoto, per colpa della troppa curiosità, iniziò a mettere in pratica ciò che diceva il libro. Dato che all'inizio non successe niente di negativo decise che avrebbe continuato, in poco tempo arrivò all'ultimo capitolo, aveva paura di ciò che avrebbe potuto trovare, ma le parole all'inizio gli fecero tirare un sospiro di sollievo.

Frequentemente questo termine viene usato riferendosi a pratiche quali la resurrezione dei morti, ma tale pratica è totalmente inesistente, pura fantasia di chi è incapace dell'utilizzo della stregoneria.

La pagina continuava parlando dei fraintendimenti dei comuni mortali riguardo questa magia. Dopo aver letto per un po' capì il vero significato del termine.

In sostanza la magia nera riguarda il creare rituali per evocare demoni o angeli. La magia nera non è così chiamata per la pericolosità di questa pratica, ma perché in mano delle persone sbagliate potrebbe addirittura causare la fine del mondo.

Nelle pagine seguenti potete vedere alcuni rituali. Ovviamente sono conosciuti a molti dei maghi esistenti, per non dire tutti.

Il ragazzo, constatato che le pratiche non erano pericolose cedette per l'ennesima volta alla curiosità e provò il primo rituale, che consentiva di evocare il demone più vicino per far esaudire tre desideri.

Eseguì meticolosamente i preparativi prima di passare all'evocazione vera e propria.

Ma, sfortunatamente per lui, dimenticò di leggere gli avvertimenti a bordo pagina:

Attenzione: il demone vorrà sicuramente un pagamento per i desideri, alcuni sono poco esigenti, ma in molti chiedono all'umano di vendergli l'anima.

Tre desideri che ci unisconoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora