Un'amore senza fine| FF serquel |

Capitolo 4. Il galà

SERGIO'S POV:

C'era grande fermento in ospedale in quel periodo poiché la settimana successiva ci sarebbe stato il galà annuale con tutti i benefattori, essenziali per la vita della struttura. Una mattina, dopo averle portato a letto la colazione calda, mentre lei mangiava, le proposi: 'Raquel ti ho già parlato del galà annuale, un evento importante. Ti volevo chiedere se ti andasse di accompagnarmi; di solito vado accompagnato dalle mie specializzande ma visto che ora ho una donna la mio fianco vorrei portare lei. Che ne dici? È anche un'opportunità per comprare un nuovo vestito!'. Lei rispose semplicemente: 'Basta che non devo parlare davanti alle persone e va bene!'. Ero così contento di portare finalmente qualcuno per cui provassi sentimenti d'amore, con cui non dover fingere sguardi d'intesa, e soprattutto non dover spiegare a tutti che non stavo insieme alla mia accompagnatrice. Andammo quello stesso pomeriggio a scegliere un vestito per l'occasione, girammo innumerevoli negozi fin quando non arrivammo in uno che esponeva un bellissimo vestito da sera nero, lungo fino ai talloni con una scollatura, una spaccatura che iniziava poco sopra il ginocchio, con la parte superiore in tessuto trasparente che lasciava intravedere le spalle. Lo comprammo e ritornammo a casa, intesa come casa sua, dove ormai ero ospite fisso, quasi tutti i giorni e tutte le notti per permettere a Raquel di dormire bene. Il giorno dopo entrando in ospedale notai che stavano già allestendo i tavoli e il bar per il galà. Arrivato in reparto, fui affiancato da un mio amico e collega che subito attaccò discorso sull'evento spiegando che sarebbe stato perfetto, avrebbe invitato sua moglie a venire; toccato questo argomento mi guardò e disse: 'Quale bella specializzanda hai intenzione di portare? Silene è molto bella oppure Monica, mamma mia se non avessi una moglie l'avrei già portata a letto e ovviamente anche Aghata potrebbe andare.' Si aspettava che io li dicessi la mia scelta ma io, imperturbabile, risposi: 'Quest'anno porto la mia fidanzata.' Lui rimase un po' in silenzio, sbigottito, per poi rispondere che non sapeva che avessi una fidanzata e che non vedeva l'ora di conoscerla. Questa è stata una conversazione tipo avuta con qualsiasi mio amico quel giorno, tutti così stupiti che avessi qualcuno al mio fianco... che sono così brutto?

RAQUEL'S POV:

Quella sera ero molto in ansia, mi misi il vestitocomprato con Sergio, mi truccai leggermente e mi preparai ad andare. Sergiocomparve alla porta, vestito elegante con un completo nero e lo smoking, perdarmi un passaggio. Arrivati scendemmo dalla macchina ed entrammo. Sergio e ioeravamo mano nella mano. Sentivo quanto anche lui fosse ansioso, pochi minuti esi avvicinarono due ragazzi poco più grandi di noi, apparentemente amici diSergio, entrambi incuriositi di come facessi a stare con uno così, la veritàera molto semplice: era sexy, dolce e lo amavo. Mi toccò presentarmi adinnumerevoli medici e infermieri fino ad arrivare a uno che si avvicinò quandoraggiunsi il bar per prendere da bere per me e Sergio. Avvicinandosi iniziò adimportunarti con battute a fondo sessista, ero rosso come un pomodoro e appenaspostò le mani per mettermele sul culo, sentì una mano grande e caldaappoggiarsi alla mia schiena, appena questo avvenne il ragazzo si bloccò ebalbettando scuse si allontanò. Io mi voltai verso Sergio per ringraziarlo congli occhi per essere arrivato al momento giusto. Dopo quello spiacevoleepisodio tornammo a casa, entrammo e mentre mi stavo cambiando comparve Sergio,a dorso nudo che iniziò a baciarmi le spalle e la schiena, io lo fermai nonperché non volessi ma perché la cicatrice interiore dell'evento dell'anno primanon era ancora guarita. Mi limitai semplicemente a dire: 'Sergio non sono ancorapronta' lui rispose: ' non preoccuparti, faremo tutto con il tuo tempo: se vuoiaspettare, aspettiamo non c'è problema.' E mi baciò per poi tornare acambiarsi. Allora io urlai dalla stanza: 'Però il calduccio del tuo petto non èmale, favorirei volentieri.' Neanche il tempo di finire la frase che mi sentìsollevare da dietro e portare sul letto. Qua feci sedere Sergio per poirannicchiarmi tra le sue gambe e addormentarmi mentre lui giocava coi mieicapelli.