Capitolo 6: Così perfetto

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RAQUEL'S POV:

Erano un po' di giorni che mi sentivo estremamente stanca, spossata. Mi alzavo di notte perché non riuscivo a dormire e molto spesso vomitavo. Quel giorno decisi di chiamare il mio medico per farmi prescrivere dei sonniferi e qualcosa per limitare lo stress, che ero convinta fosse alla causa di tutto. Dopo avergli illustrato tutti i sintomi mi aspettavo mi dicesse un orario per andare a ritirare le ricette e invece la sua risposta fu: 'Hai provato un test di gravidanza?' un brivido mi percorse la schiena: non ci avevo pensato perché ero troppo impegnata col lavoro di capo sala. Lo ringraziai e gli promisi che l'avrei richiamato in caso fosse negativo. Mentre andavo in farmacia a comprare questo benedetto test ripensai alle notti con Sergio, più ci pensavo e più ero convinta che avessimo usato tutte le precauzioni, fin quando, quasi arrivata alla farmacia, mi venne in mente la nostra prima volta, tutto era avvenuto così in fretta e tutto era così perfetto che non ce ne eravamo nemmeno accorti. Comprai il test, tornai a casa e mi chiusi in bagno, dopo alcuni minuti presa dai miei pensieri lo feci e aspettai il risultato: doppia linea rossa. Incinta. Ero al settimo cielo, ho sempre desiderato avere un figlio ma in quel momento una paura mi assalì da dentro: e se Sergio non lo volesse? Mentre avevo questo pensiero a turbarmi cercavo di essere il più normale possibile, le nausee e la stanchezza continuavano ma adesso che sapevo a cosa fossero dovute, ogni volta che accadevano sorridevo. Finché non decisi di sputare il rospo.

SERGIO'S POV:

Non mi dimenticherò mai di quel giorno: era unadomenica di fine novembre un po' troppo calda per la stagione. Raquel dopo colazionemi invitò a tornare a letto e riposarci visto che nessuno doveva lavorare.Avevo notato che nell'ultimo periodo era più bella, non che prima fosse brutta,ma ora era proprio una dea, ed era più tranquilla e sorridente. Mi sdraiai sulletto pensando che lei avrebbe fatto lo stesso, invece lei rimaneva un po'lontana da me con le gambe incrociate e giocherellava con le dita. A quel puntomi alzai e mi avvicinai a lei per sapere se tutto andasse bene. A quel puntoRaquel mi guardo e mi disse, seria: 'Devo dirti una cosa ma ho paura che laprenderai male.' Io un po' spaventato e al contempo incuriosito dissi solo:'Dimmi tutto.' E lei invece di parlare prese una mia mano e se l'appoggiò sullapancia. Io non capivo ed ero più confuso di prima, lei vedendo la mia facciascioccata, disse: 'Ti presento nostro figlio o nostra figlia.' Quando finì lafrase mi scesero delle lacrime dagli occhi: ho sempre voluto essere padre masoprattutto per l'evento dell'anno prima non le avevo mai chiesto se volesseanche lei. Ero così felice che misi sulla pancia anche l'altra mano, miavvicinai e baciai prima lì e poi sulle labbra così morbide, così perfette. Leipianse con me, allora decisi di prenderla in braccio per spostarla vicino a me,in modo che potesse calmarsi contro il mio petto, e infatti così fu. Quando siriprese mi annunciò che il giorno dopo avrebbe avuto la prima ecografia pervedere se il piccolo (o la piccola come speravamo entrambi) stesse bene. Quandoarrivò l'ora entrammo insieme, mano nella mano, in una stanzetta con un letto,dove venne fatta accomodare Raquel e fatta svestire in modo da lasciare nudo ilbasso ventre. Iniziò la visita, io e Raquel avevamo lo sguardo fisso sulloschermo, pronti per il primo incontro con lui o lei. Dopo qualche minuto, comparveun cerchio con dentro una massa che assomigliava ad un bambino. Fino a quitutto bene la dottoressa, mia amica di lunga data, restò a guardare qualcheminuto per poi accendere lo strumento per far sentire il battito. Appena loaccese si sentì rimbombare nella stanza un bum bum ma a un certo punto misembrò di sentire mi sembrava di sentire un eco come un bum che sul finale siallungava. Evidentemente dalla faccia della mia amica non ero l'unico, lei silasciò sfuggire un 'ma come?' che allarmò sia me che Raquel la quale iniziò astringermi forte la mano. Alicia, questo era il nome della mia amica, si scusòe uscì dalla stanza. Raquel era preoccupata quanto me, entrambi avevamo paurache nostro figlio non fosse sano, avesse chissà quale malformazione. QuandoAlicia ricomparve io mi alzai in piedi mentre Raquel si tirò un po' sullettino, entrambi troppo in ansia. Alicia ci guardò e come se niente fosse feceripartire lo strumento. Bum, m, bum, m continuava l'eco. A quel punto sbottai edissi: 'Alicia cosa c'è che non va nel cuore di nostro figlio?' la sua rispostami tolse il fiato: 'Nessuno ma semplicemente non avrete un figlio ma due, duebellissimi e sanissimi gemelli.' Non potevo credere alle mie orecchie, due, duefigli, doppio tutto: doppio letto, doppi pannolini. Raquel era felice ma anchespaventata infatti chiese cosa potesse fare e cosa no, a cosa doveva stareattenta etc. finito tutto tornammo acasa con il sorriso di due adolescenti innamorati.

Un'amore senza fine| FF serquel |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora