Capitolo 1(quarta Parte)

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“Ho appena terminato di leggere qualcosa di meraviglioso,di davvero notevole...”disse. Camminavano e mangiavano caramelle di frutta che avevano acquistato per dieci prendi da Krämer Iwersen, un bottegai della Mühlen straße. “Dovresti leggerlo,Hans, è il Don Carlos di Schiller...Te lo presto se vuoi...” “Ma no” ,rispose Hans Hansen,“lascia stare Tonio,non fa per me. Io,lo sai,mi accontento dei miei libri sui cavalli. Vedessi che gran belle illustrazioni ci sono, credimi. Se una volta capiti te lo mostro. Ci sono istantanee e i cavalli al trotto,al galoppo,al salto,insomma in tutte quelle posizioni che nella realtà non si riescono a vedere perché tutto avviene così in fretta...” “In tutte le posizioni?”,chiese Tonio ossequioso. “Dev'essere davvero bello. Ma vedi, riguardo al Don Carlos,credimi, va oltre ogni immaginazione. Ci sono momenti così esaltanti,dovresti vedere,che ti scuotono proprio,insomma quasi uno schianto...” “Uno schianto?”,chiese Hans Hansen...“Ècome?...” “C'è per esempio il punto in cui il re ha pianto perché è stato ingannato dal marchese, ma questi lo ha ingannato solo per amore del principe,capisci,per colui per il quale si sacrifica. E a questo punto giunge in anticamera,dalla sala del consiglio,la notizia che il re ha. pianto.“Ha pianto?”, “Il re ha pianto?” Tutti i cortigiani sono scossi,si sentono come passati da parte a parte e profondamente turbati perché si tratta di un uomo assai rigoroso e severo. Ma si comprende bene che ha pianto,ed a me,a dirla tutta fa più pena lui che non il principe e il marchese messi assieme. È sempre solo e senza alcuno che l’ami, e ora che è finalmente convinto d’aver trovato un amico,questi lo tradisce...” Hans Hansen guardò Tonio di profilo in viso,e  qualcosa in quel volto doveva aver destato attenzione sull’argomento,perché inaspettatamente pose ancora il proprio braccio sotto quello dell'amico e chiese: “In quale modo lo tradisce,Tonio?” Tonio entrò in agitazione. “Vedi”,cominciò,“la questione è che tutte le lettere verso il Brabante e la Fiandra...” “Sta arrivando Edwin Jimmerthal”,disse Hans. Tonio tacque di colpo Che la terra possa inghiottito quell’Jimmerthal! Perché deve venire a disturbarci!Se almeno non facesse tutta la strada con noi parlando della scuola d’equitazione... perché, naturalmente,anche Edwin Jimmerthal andava a scuola d’equitazione.Jmmerthal era il figlio del direttore della banca ed abitava subito fuori porta . Gambettola curve, occhio bliqui,già senza cartella si diresse lungo il viale verso loro. “Giorno Jimmerthal” ,salutò Hans. Passeggio un po’ con Kröger...” “Sto andando in città”,disse Jimmerthal,“a sbrigare qualcosa Faccio un po’ di strada con voi...Sono caramelle alla frutta quelle che avete? Grazie,un paio me le mangio di gusto.Hans,domani abbiamo di nuovo lezione,d’equitazione intendo. “Fantastico”,disse Hans.“Adesso,sai, mi regalano anche le ghette di pelle perché l'altro giorno ho preso dieci al compito...” “Tu non prendi lezioni d’equitazione,Kröger?”,chiese Jimmerthal;e di suoi occhi si trasformarono in due lucide fessure... “No...”,rispose Tonio con una voce che gli era divenuta d'improvviso incerta. “Ma dovresti,”rimarcò Hans Hansen, “Dovresti parlarne con tuo padre,chiedergli anche tu di farti prendere lezioni, Kröger.” “Già,”disse Tonio con voce garbata eindifferente. E in un attimo la gola gli si serrò: Hans lo aveva chiamato per cognome. Hans soccorso subito di questo è si volle prontamente spiegare: “Ti chiamo Kröger perché...,scusami, ma il tuo nome è così matto,io non lo posso proprio soffrire.Tonio...questo non è neanche un nome. Del resto,s’intende, non è affatto colpa tua.” “Certo,disse Jimmerthal sforzandosi di parlare a fin di bene,ti chiami così soprattutto perché è un nome straniero che suona in un modo particolare”. Tonio ebbe come un moto convulso in bocca. Si riprese e rispose: “Sì,è vero,è un nome sciocco. Lo sa Dio quanto preferirei piuttosto chiamarmi Heinrich o Wilhelm, potete credermi! Me lo porto perché un fratello di mia madre,con il cui  nome mi hanno battezzato, si chiama Antonio,e mia madre è...di laggiù...” Quindi tacque lasciando che si parlasse di cavalli ee. finimenti. Hans aveva preso Jimmerthal

sotto braccio e parlava con un interesse così vivo come mai si sarebbe potuto suscitare in lui con il Don Carlos... Tonio di tanto in tanto avvertiva forte al naso lo stimolo del pianto,e a fatica tratteneva il mento che di continuo tendeva a tremare e dava segni di singulto... Hans non sopportava il suo nome.E che mai ci poteva fare? Egli stesso si chiamava Hans,Jimmerthal si chiamava Erwin,nomi generalmente accetti e che a nessuno sembravano strani.. Ma Tonio suonava come straniero e dal quanto particolare. Era proprio così. In lui in ogni sua parte c'era sempre qualcosa diparticolare, lo volesse o meno,e si ritrovava sempre solo e estromesso dalle cose ordinarie e comuni,benché nonostante tutto non fosse proprio uno zingaro nel carrozzone verde,piuttosto un figlio del console Kröger,della famiglia dei Kröger...E perché finché erano soli Hans lo chiamava Tonio, e poi come appariva un tizio qualsiasi cominciava a vergognarsene? A volte avvertiva l'amico vicino e quasi suo.In quale maniera lo tradì,Tonio?, aveva chiesto tenendolo sotto braccio. Poi però quando era giunto Jimmerthal,aveva tratto un sospiro di sollievo e lo aveva abbandonato,gettandogli in faccia,senza che ce ne fosse necessità, il suo nome straniero . Come si soffre a dover intendere tutto questo!...In fondo, lo sapeva,Hans Hansen un poco di bene gliene voleva finché erano soli,ma ecco,compariva un altro,si vergognava, lo sacrificava. È lui si ritrovava di nuovo solo. Gli venne in memoria il re Filippo: il re ha pianto... “Buon

Dio”, disse Erwin Jimmerthal, “ora devo davvero andare in città!Arrivederci,e grazie per le caramelle!”Dopo di che saltò su una panchina a lato della strada,vi corse sopra con le sue gambe storte,allontanandosi trotterellando.

Tonio KrogerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora