Capitolo 1(quinta Parte)

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"Forte quell'Jimmerthal",disse Hans con un entusiastico trasporto.Aveva un modo affettato e autocompiacente di assegnare simpatie e antipatie,di distribuire quasi con benevolenza...Quindi, dato che spera nel tema,continuò a parlare della lezione d'equitazione.Ormai non erano molto lontani dalla casa degli Hansen;la strada lungo gli argini non prendeva molto tempo. Sì pigiavano i berretti e piegavano la testa in avanti per il vento forte e umido che passando fra i rami degli alberi sembrava gemere e crepitare. Hans Hansen continuava a parlare è Tonio di quando in quando si lasciava uscire un artificioso"oh"e un"sìsì",senza provare particolare emozione al fatto che nel fervore del discorso Hans lo avesse ripreso sottobraccio:il riavvicinamento era solo posticcio, senza convinzionealcuna. Quindi lasciarono gli argini non lontano dalla stazione,gettarono lo sguardo ad un treno che passava sbuffando con goffa sollecitudine,e per perdere ancora un po' di tempo ne contarono i vagoni,e salutarono l'uomo che tutto avvolto nella pelliccia se ne stava seduto in alto nell'ultimo. Giunti sulla Lindenplatz,dinanzi alla villa del grossista Hansen,si fermarono, e Hans mostrò subito quanto fosse divertente appenderlo ai piedi del cancello, lasciarsi dondolare e sentire l'aiuto stridio dei cardini.Poi però si accommiatò. "Adesso devo proprio andare",disse. "Arrivederci Tonio La prossima volta ti accompagno a casa io,tranquillo". "Arrivederci Hans",rispose Tonio ,"è stato bello passeggiare assieme". Le loro mani,umide e rugginose per aver giocato col cancello si chiusero in una stretta.Ma quando Hans guardò fisso negli occhi Tonio s'accorse che il suo viso grazioso era solcato da un affanno penoso. "Comunque quanto rima leggerò il Don Carlos",disse sbrigativo."La questione del re nella sala del consiglio dev'essere fantastica!" Prese la cartella sotto braccio e traversò di corsa il giardino . prima disparire nella casa accennò ancora ad un saluto con il capo girandosi indietro. Tonio Kröger se ne andò trasfigurato e svelto.Il vento lo spingeva da dietro,ma non era questo il motivo del suo procedere veloce. Hans avrebbe letto il Don Carlos,ed allora essi avrebbero avuto qualcosa in comune su cui né Jimmerthal né altri avrebbe potuto aprir bocca.Come si capivano bene!Chi sa?Forse sarebbe anche riuscito a convincerlo a scrivere versi ...Ma no,no,non pretendeva tanto!Han non sarebbe dovuto divenire come lui ,doveva piuttosto restare così com'era ,puro e forte come lo amavano tutti,specialmente lui ! Ma la lettura del Don Carlos non l'avrebbe certo danneggiato...Passando per la vecchia mal ridotta porta camminò lungo il porto e lastra ornata di frontoni,ripida, ventosa e umida,lo condusse alla casa dei genitori.Quella volta il suo cuore pulsava! Dentro di sé provava struggimento,invidia malinconica malinconica,un pochino di disprezzo, e un'immensa e casta beatitudine.

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