-•Capitolo 7

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Senza quasi che ce ne accorgessimo, arrivò l'autunno.

Foglie secche cadevano dappertutto, colorando di varie tonalità la scuola che, come mi resi conto durante le sempre più frequenti passeggiate in giardino, era più bella che mai. La sua architettura vittoriana aveva un fascino d'altri tempi e i caldi colori autunnali la rendevano ancor più magnifica.

Dopo aver quasi rischiato l'espulsione per essersi intrufolate nella stanza dell'ascensore, Beth ed Arianna raddoppiarono i loro sforzi per eccellere nel test d'ingresso a cui fummo sottoposte che, in ogni caso, andò piuttosto bene a tutte.

Contro ogni nostra previsione, l'unica ad avere qualche difficoltà fu Angie. La ragazza, infatti, si era già fatta notare per il suo caratteraccio e i suoi comportamenti aggressivi e furono solo la simpatia che la professoressa di arte nutriva nei suoi confronti e gli eccellenti lavori che le aveva portato in quel breve periodo a salvarla. Da quel momento, eravamo studentesse effettive della St. Elizabeth High School.

Nei giorni che seguirono la festa, le mie amiche ed io ci raccontammo quello avevamo tenuto nascosto le une alle altre.

Rimasi scioccata nel sentire cos'avevano combinato le ragazze, che erano rimaste così spaventate da Gérard da non voler più sapere nulla di quella storia; quanto a me, mi vidi costretta a raccontare loro cos'era successo tra me e Shadow la stessa sera e a subire i loro sguardi di disapprovazione.

Dalla quella notte, le cose tra me e Shadow non erano cambiate e faticavamo a rivolgerci la parola. Tuttavia, superato lo sconforto iniziale, non stavo più troppo male e dopotutto era meglio che la storia si fosse chiusa lì. Così, almeno, continuavo a ripetermi.

Angie e Night continuavano a provocarsi e a picchiarsi dappertutto, ricevendo punizioni sempre più dure. L'ultima, se non ricordavo male, era di rastrellare le foglie morte nell'enorme giardino dell'istituto.

Beth non c'era mai. Spariva per ore ed ore e poi tornava affannata, scusandosi a più non posso ed evitando le nostre domande. La cosa mi insospettiva parecchio e morivo dalla voglia di chiederle spiegazioni, ma sapevo che dovevo evitare di pressarla: conoscendola, avrei solo ottenuto l'effetto opposto e Beth si sarebbe chiusa a riccio. Così, a malincuore, attendevo che fosse lei ad aprirsi e mi rodevo nell'attesa.

Arianna era fredda e distaccata come al solito ma, anziché mettersi in mostra e ricercare la popolarità come faceva nella sua vecchia scuola, se ne stava sempre in disparte. In ogni caso, il risultato fu lo stesso: in poco tempo era già diventata la ragazza più corteggiata del nostro anno.

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«Kia, a te la palla!»

In quella faticosa ora di educazione fisica, era in corso una partita di basket femminile. In realtà in quel momento avremmo dovuto avere un'ora di inglese ma, allo squillare della campanella, la Cooper era spuntata a sorpresa nella nostra classe, annunciandoci che avrebbe coperto l'ora d'assenza del professor Anderson. Noi quattro ci eravamo recate in palestra con l'umore sotto i tacchi e, così come il resto delle nostre compagne, non avevamo dietro il cambio per la palestra e stavamo giocando in uniforme, camicia e gonna comprese, per la felicità dei nostri compagni di classe e dei loro occhi.

Mi spostai rapidamente, intercettando il pallone che Angie mi aveva lanciato e afferrandolo con entrambe le mani.

Palleggiai verso il canestro avversario e, conclusi i passi, alzai lo sguardo trepidante. Dietro un paio di ragazze dell'altra squadra, Arianna mi stava facendo un impercettibile cenno ed io mi affrettai a lanciarle il pallone, abbastanza in alto perché non venisse preso dalle altre.

Dopo averlo afferrato, la mia amica spiccò il salto. Mentre era in aria, la gonna dell'uniforme ondeggiò pericolosamente di lato, mostrando un paio di gambe lunghe a dir poco perfette.

Love School - La scuola dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora