Chapter 21: A Nutella Sandwich

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Per favore soffermatevi sull'angolo autrice se non avete di meglio da fare<3


-Non credo sia stata una buona mossa...- Gli dissi con un sorrisetto di sfida mentre lo osservavo camminare innervosito per la sua stanza.

Come se nulla fosse successo, era riuscito a risollevarmi il morale nonostante il suo atteggiamento costantemente burbero.

-Non ho chiesto il tuo parere!-

Continuavamo a litigare scherzosamente da oltre venti minuti.  Sosteneva che lui avesse battuto più Villain di Eijiro, il quale, attraverso il vivavoce del telefono che il biondo stringeva nella mano destra, ribatteva dicendo il contrario, unicamente per difesa del suo orgoglio.

-Eijiro io so che sei il migliore, tranquillo- strillai per far arrivare la mia voce al ragazzo il quale scoppiò in una sonora risata metallica.

Inevitabilmente il mestruato mi lanciò un'occhiataccia di rimprovero. Divertita da quel suo comportamento balzai via dal letto e in un momento di distrazione, in cui stava chiudendo la chiamata, con passo felpato gli saltai sulla schiena.

Inutile dire che il mio agguato fu perfetto. Colto di sorpresa, cadde sotto il mio peso ma i suoi riflessi gli impedirono di spiaccicarsi, con mia delusione, sul pavimento.

Con le braccia bloccò il suo corpo nella posizione di una flessione ed io, delusa, rimasi avvinghiata a lui: le gambe incrociate intorno alla sua vita, le braccia a stringergli il torace e la guancia premuta sulla sua schiena, continuando a sperare che cedesse sotto il peso.

-Sei fin troppo leggera-

-tu invece sei fin troppo bugiardo- a seguito della mia sentenza, la stanza fu inondata dalla sua risatina provocatoria. Quasi lanciai un urlo, anzi, mi correggo, strillai proprio quando iniziò a fare numerose flessioni.

-E con questo cosa vorresti dimostrarmi?- Gli domandai con un ghigno.

-Che sei leggera-

-Mhm... Si si, dimmi di più.- Non fece che accogliere la mia sfida rialzandosi con me in groppa.

-Ora io e te andiamo in cucina e tu mi prepari un fottutissimo Panino con la Nutella con la "P" e la "N" maiuscole.-

-Hey, frena frena. Per chi mi hai presa? Io non sono una serva, io non servo!- Feci una battuta squallida alla quale, come da copione, non rise. Con il minimo sforzo spalancò la porta della sua stanza per portarmi nella cucina. A quell'ora la casa era vuota perché i suoi genitori erano ancora a lavoro e probabilmente non avevano ancora saputo nulla dell'attacco all'USJ.

-Oh no, tu mi servi! Chi mi prepara i panini e le pizze poi?- Mentre mi portava al piano di sotto, io utilizzai il mio quirk per rallentarlo con folate di vento ma fu tutto inutile. Era troppo testardo per arrendersi. Ergo? Alla fine preparai un panino alla nutella sotto il suo sguardo compiaciuto e poi, sotto lo stesso sguardo che lentamente mutò in uno colmo di ira e realizzazione, addentai il pancarré e mi gustai quel panino.

Inevitabilmente una vena iniziò a pulsare sulla sua fronte e, preoccupata, iniziai a correre per il soggiorno inseguita dal biondo che minacciava di farmi esplodere. Con le braccia all'aria e il pane ancora in bocca per metà, mi ritrovai a girare intorno al tavolo fino a quando lui non si fermò spingendomi a fare lo stesso. Eravamo rimasti fermi per qualche istante a riprendere fiato separati dal tavolo e a guardarci negli occhi, attraversati da da una luce: sfida. 

Fece uno scatto per intimarmi di iniziare a correre ma non ottenne nessuna reazione da parte mia, o almeno fino a quando non lo provocai un'ennesima volta strappando un altro morso al pane. A quel punto saltò sul tavolo, incurante del vaso di fiori in vetro posto come centrino che inevitabilmente si infranse in mille pezzi allagando parte della cucina. Non aspettandomi una mossa di quel genere, finii per farmi circondare dalle sue braccia possenti.Schiena contro petto. Dalla sua stretta, in quel momento, non c'era via di fuga che volessi prendere. Rimasi li, a ridere per essere stata presa e con la gioia che mi portava la consapevolezza che quelle braccia non mi avrebbero mai lasciata andare. Nemmeno in delle occasioni così banali dove non ho bisogno di alcun tipo di protezione, perché si: mi proteggeva. Non era un qualcosa che diceva a parole ma qualcosa che dimostrava con i gesti, e quelli, se pur piccoli, valevano più di mille parole.

-Tu ora mi darai quel che resta di quel panino-  Mi ordinò facendomi girare nel suo abbraccio. Prontamente mi bloccò le braccia e mi sorrise, un sorriso genuino, uno di quelli che lui non regalerebbe mai a qualcuno qualsiasi. Quel che restava del sandwich era ancora fermo nella mia bocca, ad un palmo dalla sua. Senza pensarci due volte lo morse sfiorandomi le labbra. Dire che ero sorpresa sarebbe stato un eufemismo ma rimasi ancor più piacevolmente sorpresa quando, dopo aver deglutito, si complimentò stampandomi poi un casto bacio all'angolo delle labbra. Si allontanò dandomi le spalle per andare ad asciugare con uno straccio il casino che aveva fatto in precedenza, lasciandomi spiazzata al centro del salotto.

E' possibile che il cuore posa battere all'impazzata fino a volare via dal petto? Non lo sapevo ma ero sicura che stava accadendo qualcosa del genere, una capriola almeno c'era stata.

Ripresami dallo shock del momento, lo raggiunsi e con molta più facilità manipolai l'acqua fino ad ottenere una palla galleggiante per aria che lasciai ricadere nel lavabo. Lo aiutai a raccogliere i frammenti di vetro del vaso e i fiori e a rimettere a posto la cucina dalle briciole del pancarré. Non cercai alcun contatto visivo, dato il mio imbarazzo giustificato, ma non ce ne fu bisogno. 

Il biondo mi prese la mano e mi trascinò di nuovo al piano di sopra. Nemmeno a farlo apposta, il mio cellulare squillò non appena varcammo l'uscio della camera. A cercarmi era un numero sconosciuto al quale risposi con non poca freddezza. Quel distacco svanì non appena l'interlocutore dall'altra parte del telefono non mi comunicò una splendida notizia. 

Riagganciai e mi tuffai tra le braccia del porcospino. Sotto il mio peso si trovò costretto a cedere, fortuna che alle sue spalle c'era il letto. Rimanemmo così: io sul suo petto e con la testa incastonata perfettamente nell'incavo del suo collo e lui con il respiro accelerato a solleticarmi i capelli.


























-Katsuki... lui sta bene- Lasciai uscire la mia voce in un sussurro.


Buona sera gente, per chi fosse interessato a che fine avessi fatto bhe... vi basti sapere che non sono morta.

Volevo ringraziarvi di cuore per le 8.000 visualizzazioni che da fuori possono sembrare poche ma che non mi sarei mai aspettata di raggiungere. Questa storia è iniziata quasi per scherzo. Io ho un sogno nel cassetto ed è quello di scrivere un libro che mi appartenga e, diciamo pure così, ho iniziato lentamente ad aprire il cassetto (Anche se non penso di pubblicare questa storia presto). Vi dico che, a questa storia, non mi sarei mai aspettata di raggiungere le 8 mila visualizzazioni perché, e me ne rendo conto,  non possiedo un lessico da far invidia a qualcuno ne tanto meno una grande capacità di stesura di una storia, anche solo dal punto di vista organizzativo, ma io mi sforzo per dare il meglio e sono contenta che i miei sforzi vengano apprezzati da qualcuno. 

Anche solo le stelline e i commenti che qualcuno, di tanto in tanto, lascia sono motivo di supporto per me e mi spronano.

GRAZIE ANCORA DI CUORE

Elesan<3~

You are my hero {Bakugou Katsuki x reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora