Capitolo dieci - RitorniEmma's POV
Una mattinata che è iniziata frenetica, può diventare anche peggio? Certo che sì.
Non appena sono tornata a casa dopo l'indimenticabile pomeriggio con Killian, sono stata a salutare Regina per la partenza, cosa che mi ha messo decisamente di cattivo umore. Mio figlio, si è preso una febbre da cavallo, ed ora è costretto a letto. Per tutta la notte sono stata a vegliare su di lui, anche perché la febbre si è notevolmente alzata e con essa anche lo stato confusionale, ha iniziato a delirare e a dire cose senza senso, mi sono decisamente spaventata. Ho applicato sul suo corpo acqua e aceto, un rimedio super efficace per far scendere la temperatura, ma ci ha messo comunque un po' ad abbassarsi, talmente fosse alta.
Ora é al letto e io ho passato la mattinata a parlare con il dottore che è venuto a visitarlo e a cercare di riposarmi un minimo. Quantomeno le mie sorelle hanno cercato di farmi riposare, se pur io non ci sia riuscita.
E poi, il colpo di grazia finale. Neal Cassidy. É venuto in città o meglio da me, a casa mia per parlare con me.
Neal proprio quel Neal, il padre di mio figlio che io avevo cercato di dimenticare con tutta me stessa e che grazie all'aiuto di Killian, ero riuscita a farlo. Ed ora é qui, di nuovo qui e mi sta chiedendo di riprovarci, di voler fare il padre.
Sono sconvolta, ma non perché provo ancora qualcosa per lui, in verità non provo più nulla, ma perché dopo due anni, torna nella mia vita così repentinamente e pretende di rimettere insieme i cocci, pretende di far tornare tutto come lo era prima, come se non mi avesse gettato via come un rifiuto. Ricordo ancora che cosa mi disse quando gli confessai di essere incinta: "Non posso avere la certezza che sia mio". Queste parole mi hanno ferito più del suo abbandono, più della sua sparizione subito dopo. Io già ero distrutta interiormente per quella notizia, mia madre mi dava della sgualdrina e sentirselo dire anche lui che lo fossi, é stata l'ennesima pugnalata. E per un lungo periodo mi sono veramente sentita tale. Sbagliata, sola, dannatamente complicata da non poter essere felice.
E ora vuole far tornare le cose a posto? Ma come pretende ciò, con quale coraggio? Non riesce più a fidarmi di lui e sinceramente non voglio nemmeno fargli conoscere Henry. Non voglio che lui soffra come ho sofferto io a causa sua, non voglio che rimanga deluso, che rimanga deluso da quello che è suo padre. É felice anche senza di lui, può farne a meno di lui, é cresciuto fino adesso senza averlo un papà, può continuare a crescere ancora senza di lui, no? Mia sorella Elsa, mi ha detto che invece dovrei provare a dargli una seconda possibilità, che magari lo posso mettere alla prova e farlo conoscere ad Henry come un semplice amico di famiglia, vedere come si comporta e magari con il tempo, se supera la prova, dire al bambino tutta la verità... E se devo essere sincera é la decisione più saggia. Io orgogliosa come sono avrei optato per escluderlo totalmente dalle nostre vite, ma forse Henry, ha bisogno di un a figura paterna. Ha suo nonno David, ma non è la stessa cosa. Un bambino ha bisogno di una mamma e un papà.
Sono egoista e mi sentirei veramente tale se lo lasciassi tutta la vita senza di lui.
Non mi fido, non mi fido per niente, ma forse devo imparare a farlo e comportarmi per una volta come si comporterebbe Elsa. Lei ha il cuore così puro e genuino che riesce a perdonare anche il peggiore dei torti... Non so come faccia, ma a volte mi rendo conto che vive molto più serena e felice di me. Io al contrario suo ho mille insicurezze e paranoie.
Il nostro primo incontro é stato totalmente disastroso, io per giunta nervosa dalla notte insonne, gli ho risposto decisamente molto male.
Mia madre ovviamente pensa che io dovrei perdonarlo per il bene di Henry e che magari è arrivato il momento che si assuma le sue responsabilità e mi sposi. Ma ovviamente lei dice così perché in questo modo non sarei più la ragazza del paese "Sola, sgualdrina e con un figlio". In questo modo diventerei la signora Cassidy e tutti mi tratterebbero con rispetto essendo maritata e non più sola.
Ora ci stiamo incontrando, perché lui ha insistito ed é tornato anche questa mattina, per parlare nuovamente. E io sono decisamente più calma e posso affrontarlo senza urlargli contro. Forse. Ci dirigiamo in silenzio verso il bosco, in modo che possiamo parlare senza essere disturbati. Voglio parlare con lui senza la mia famiglia presente, o meglio senza mia madre presente... Ed é anche meglio che Henry non lo veda. Se pur stia male, comunque adesso ha un po' di energie per alzarsi ed é impossibile tenerlo a letto per tutto il giorno.
«Emma, so di aver sbagliato due anni fa, mi dispiace da morire essere andato via in quel modo, di averti detto ciò che ti ho detto... Io non lo pensavo, avevo solo paura. Avevo diciotto anni in fondo e non ero pronto a diventare padre.» mi dice, é stato lui il primo parlare, in realtà io non sapevo veramente come cominciare il discorso e sono felice che sia stato lui a rompere il silenzio imbarazzante, anche perché se avrei iniziato a parlare io, lo avrei solamente insultato.
«Stronzate Neal! Il fatto é che ti sei approfitto di me, mi hai portata a letto, mi hai abbindolata con la tua faccia da bravo ragazzo e alla prima difficoltà mi hai abbandonata. Avevo diciotto anni anch'io e mi sono fidata di te... Pensi che io lo volevo questo figlio? Certo che no, Neal. Henry é la cosa più bella della mia vita, ma se tornassi indietro non rimarrei incinta di nuovo. Quindi non venirmi a dire che hai avuto paura perché avevi solo diciotto anni. Io pure ne avevo diciotto, ma mi sono assunta le mie responsabilità, il peso della stronzata che avevamo fatto...» ogni mio tentativo di rimanere calma é miseramente fallito.
«Lo so, mi sono tormentato spesso per ciò. Sono qui proprio per assumermi finalmente le mie responsabilità e fare il padre, so che è tardi, che ho perso due anni della vita di Henry, ma voglio provare a rimediare per quanto mi sia possibile. Ti prego Emma, fidati di nuovo di me. So che ti chiedo molto, ma lo faccio lo stesso.» mi guarda con quello sguardo dolce e genuino che mi ha conquistata e mi calmo. Prendo un respiro profondo e cerco di pensare lucidamente. Devo farlo, per il bene di mio figlio.
«Sia chiaro Neal, sei in prova. Henry non saprai chi sei fino a che non hai dimostrato di fare sul serio, non voglio che soffra a causa tua. Inoltre, non cambierà niente tra di noi, io... Io sto con una persona e ci tengo a lui. Ti permetterò di fare il padre, ma non torneremo mai a essere un noi» chiara, diretta come sono sempre. Mi reputo soddisfatta. Lo guardo a mia volta, ma il mio sguardo é serio e concentrato.
Lui ora sorride e annuisce felice. Sembra seriamente contento e forse ha ragione Elsa quando dice che è tornato per restare stavolta, staremo a vedere.
«Chiaro. Non ho intenzione di rovinare la tua relazione, Emma. Voglio solo che tu sia felice e che lo sia Henry. Mi comporterò da adulto e da padre. Metterò la vostra felicità al primo posto.» mi dice e mi prende una mano tra le sue e poi continua: «Ma sappi che sono ancora innamorato di te, lo sono sempre stato. Non ti ho mai dimenticata. Però mi farò da parte se è questo che vuoi.»
E non me lo aspettavo ciò o forse avrei invece dovuto aspettarmelo. Anche se non avrei mai creduto che fosse innamorato visto come mi ha liquidata.
«Se fossi stato innamorato di me, mi avresti sposata e ti saresti assunto le tue responsabilità, dubito che questo che dici di provare per me sia amore» gli dico e in questo momento mi sento tanto mia madre, soprattutto per il discorso sul matrimonio. Mi ha influenzata a tal punto che ora parlo come lei...
«Hai ragione! Ti dimostrerò anche ciò, Emma.» é la sua risposta, ma non deve dimostrarmi proprio un bel niente, anche perché io non provo più nulla per lui. É ovvio che è stato il mio primo amore, questo non posso di certo negalo e un qualcosa provavo, ma ora quel qualcosa é svanito del tutto. Magari con il tempo possiamo provare a essere di nuovi amici, più che altro per il bene di nostro figlio.
Mi chiede di Henry poi, vuole sapere più informazioni possibili sul suo conto e gli racconto di com'è. É sveglio, intelligente, solare, creativo, ama stare all'aria aperta e si inventa ogni giorno una storia nuova per giocare. È dotato di tanta fantasia e ama che io gli racconti le storie.
«Sono proprio curioso di conoscerlo. Da quello che dici non ha preso molto da me.»
«Si invece, i colori sono i miei, ma ti somiglia molto, la forma del viso, il naso...» ed é la verità, soprattutto da appena nato assomigliava tanto a lui, tant'è che più volte mi è sembrato di rivederlo.
E di comune accordo decidiamo di andare a conoscerlo oggi. Diremo ad Henry che lui è un amico di famiglia venuto da fuori città e che per un po' si fermerà qui con noi, dormirà altrove, ma verrà a trovarci spesso.
Una volta che torniamo a casa comunico tutto alla mia famiglia e per la prima volta mi sembra che mia madre mi guardi felice. Forse pensa che io e Neal prima o poi torneremo insieme. Non sa che in realtà io sono innamorata di un altro, mi astengo naturalmente dal dirglielo, almeno ora. A tempo debito sapranno anche loro della mia relazione con Killian. Ora voglio tenerla ancora un po' per me, solo per me. Primo perché non so ancora se dureremo insieme e secondo perché ovviamente non voglio che mia madre pensi di me chissà che cosa. So bene che non approverebbe mai una relazione con un altro uomo sapendo che è tornato il padre di mio figlio. Non sarebbe eticamente corretto... Ma io dell'etica me ne interesso poco. Terzo mi sembra decisamente prematuro di parlare di matrimonio con Killian. Tornando al punto uno non so nemmeno se durerà la nostra relazione... Io ovviamente mi auguro di sì, perché mi sto accorgendo di essermi affezionata a lui. Molto. Più di quanto avrei immaginato all'inizio.
Penso a lui mentre vado a chiamare mio figlio per farlo scendere a conoscere suo padre.
Penso a lui e non riesco a farne a meno. E sorrido per questo. Fino a poco tempo prima nemmeno riuscivo a sopportare la sua presenza, invece ora conoscendolo meglio ho capito che persona è realmente Killian Jones e alla fine ho ceduto al suo fascino pure io. Ho ceduto ai suoi occhioni celesti come il mare, che ogni volta che si riflettono nei miei mi incantano. Ho ceduto al suo sorriso strafottente, ma sincero, leale. Ho ceduto perché mi piace parlare con lui, mi piace scherzare con lui. Passiamo spesso da parlare di cose serie a scherzare come due bambini, a giocare come tali. A tirarci le cose o a rotolarci nell'erba. L'ultima volta che ci siamo visti avevo un filo di paglia tra i capelli, perché ci siamo messi a tirarci e a rotolarci su di essa come due scemi. Ho riso come non mai.
E per fortuna che la paglia tra i capelli me l'ha tolta mia sorella Merida, o sarebbero stati guai con mia madre.
Io ed Henry scendiamo nel nostro piccolo salottino che funge anche praticamente da cucina, essendo che essa è praticamente lì.
Neal subito si presenta ed Henry lo saluta timidamente, accenna un sorriso, ma da bambino timido qual è, arrossisce e non dice altro. Sono io che mi abbasso al suo livello per spiegargli chi sia l'uomo che gli sto presentando.
«Sono venuto qui anche per giocare con te, so che stai male e non possiamo giocare fuori, però se ti va, mi puoi mostrare la tua camera... La tua mamma mi ha detto che hai una spada di legno e che insieme al nonno sta costruendo un veliero pirata, me li fai vedere?» dice a quel punto Neal. Ed Henry si illumina improvvisamente in volto e annuisce.
Si avvicina quindi a Neal e prendendolo per mano, lo conduce verso il piano superiore della casa e io decido di seguirli. Mi tengo ovviamente in disparte per dare loro modo di conoscerci, ma comunque voglio essere presente.
Passano tutto il pomeriggio a giocare insieme con la nave pirata, se pur sia ancora da finire di costruire e l'altro parte del tempo a leggere un libro insieme. Ho sconsigliato a Henry di giocare con la spada, ora è senza febbre, ma sudando potrebbe benissimo tornargli ed è meglio se non faccia giochi troppo movimentati. Neal tra l'altro si stupisce quando Henry gli anticipa le parole delle storie, ma ormai gliele lego talmente tante volte che ha imparato i pezzi a memoria, in particolare i passaggi che gli piacciono di più.
Neal inoltre, si ferma a cenare con noi e mette lui a letto mio figlio. O forse dovrei dire nostro figlio?
«Neal, torni a giotare con me? Dobbiamo giotare con la spada appena potrò uscire di nuovo. E ti votio fare conotere il mio amico Tilian» gli dice Henry prima di dargli la buonanotte. E io arrossisco. Mio figlio adora Killian, non fa altro che chiedermi di lui e soprattuto più di una volta, ho dovuto portarlo con noi. Prima che Regina partisse siamo stati tutti alla tenuta Mills per un pomeriggio insieme ed Henry ha praticamente monopolizzato Killian. La cosa mi piace molto, significa che accetterà più facilmente la verità quando la saprà, ovvero che i suoi non torneranno mai insieme e che la sua mamma sta con un altro uomo.
«Certo campione! Ma chi è Killian?» ecco, è la domanda che proprio non volevo che facesse.
«Henry, è meglio che ora chiudi gli occhi e dormi. Neal torna sicuramente a trovarti!» dico per cercare di togliermi da quella situazione imbarazzante.
«Okay mamma! Comunque Tilian, è il fitatato di mamma, ma è un segreto okay?» quando vuoi toglierti da una situazione di questo genere, non ci riesci mai. Ma poi come fa mio figlio a saperlo? Qualcosa mi dice che c'entra Regina. La vorrei uccidere in questo momento, peccato che non è qui per poterlo fare e mi dispiace anche perché saprebbe come aiutarmi o affossarmi ancora di più di vergogna.
Guardo in direzione di Neal rossa in viso, sembro andare a fuoco, ma faccio finta di nulla e mi avvicino a mio figlio per baciarlo. Lui mi dà un bacio a sua volta e augura poi la buonanotte a suo padre, se pur non lo sappia che sia tale.
Soli, una volta in corridoio, tira di nuovo fuori l'argomento. Non saprei nemmeno decifrare il suo atteggiamento a dire il vero, non sembra contrariato o altro, mi sembra tranquillo. Meglio così.
«Killian quindi si chiama eh? E già conosce nostro figlio?» okay, forse geloso lo è e riesce a nasconderlo bene.
«No, l'ha visto un paio di volte. Niente di più.» spiego, anche se non ho bisogno di giustificarmi. Non ho fatto nulla di male, non sono io quella che è sparita per due anni in fondo.
Lui annuisce semplicemente e mi chiede quando lo conoscerà. Sicuramente non ora, è la mia risposta e ci salutiamo. Io sono stremata dal sonno e poi, è meglio che vada. Abbiamo passato anche troppo tempo insieme e non voglio che si faccia strane illusioni.
Vorrei tanto vedere Killian, ma aspetto. Abbiamo appuntamento al fienile domani. Lui è dovuto andare fuori città per alcune commissioni, ma sarebbe tornato in serata. Domani abbiamo il nostro appuntamento nel nostro posto.
STAI LEGGENDO
Only a heart full of love is the most precious treasure
Fanfiction{CaptainSwan AU} Storybrooke, anno 1800. Emma Swan è una ventenne ribelle, vuole vivere di avventure, ma un errore fatale la costringe a rimanere nel suo paesino, con cinque sorelle, un figlio, una madre petulante e concentrata solo a far accasare...