Prologo

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Per chi conoscesse il mio modo di scrivere, questa storia ha più scene di sesso. Se non apprezzate questo genere di scene, ad ogni capitolo metterò questa emoji: ⚠️
In questo modo, se volete evitare le scene più piccanti potete farlo.😉
Detto questo buona lettura e spero con tutto il cuore che vi piaccia!!

Camminare tra le montagne profumate a causa dei fiori di campo e vivere in una casetta stile Heidi è il sogno di Zen, ma per ora irraggiungibile. La grande mela era completamente un'altra cosa: corse perdifiato per non perdere il mezzo di trasporto, le urla delle persone, i suoni dei clacson e gli spintoni sui marciapiedi troppo piccoli per accogliere tutta quella gente presente all'ordine del giorno.
"Sei lento! Se non muovi quel tuo bel culetto, perderemo la metro." Clary guardava con impazienza il suo migliore amico, il vestito si alzava leggermente a causa del vento leggero che vagava nella città. Mancavano davvero pochi minuti alla partenza del mezzo di trasporto, ma a quanto pare l'altro non ne voleva proprio sapere di correre.
"Ce la faremo a prenderlo, non preoccuparti." La ragazza assottigliò lo sguardo, il ragazzo davanti a lei deglutì leggermente spaventato.
"L'ultima volta che hai detto quella frase abbiamo aspettato un'ora al freddo e sotto la pioggia, quindi evita di pronunciarla nuovamente."
"Oggi c'è il sole, non capiterà mai più una situazione come quella dell'ultima volta."
"Stai zitto e corri!"
Finalmente l'altro accelerò il passo e, proprio all'ultimo secondo, salirono sulla metro.
"Visto?!"
"Chiudi il becco."
Clary incrociò le braccia e guardò fuori dal finestrino, sentì l'amico avvicinarsi e trattenne un sorriso di vittoria.
"Scusa, mi perdoni?"
La ragazza si girò e incontrò gli occhi azzurro ghiaccio dell'altro, così limpidi e così innocenti da far tremare il cuore a chiunque.
"Non vale così! Zen i tuoi occhi sono illegali!"
L'altro rise e abbracciò Clary la quale, mettendo da parte la finta arrabbiatura, si lasciò andare tra le sue braccia imitandolo. Quando giunsero alla fermata, Clary lo afferrò per il polso e corsero all'uscita. Il perché di tutta quella fretta era un ragazzo che dall'apparenza sembrava il tipico surfista australiano dei film: abbronzato, biondo con gli occhi azzurri, fisico possente e labbra carnose che nascondono denti bianchi e splendenti.
"Jace!"
Questi si girò e afferrò quella piccola sagoma che correva verso di lui, la strinse forte a sé e le baciò dolcemente le labbra. Clary rise imbarazzata e allungò una mano verso Zen, rimasto in disparte per poter dare un po' di privacy alla coppia appena ritrovata.
"Ehi Zen!"
"Jace."
I due si salutarono con un abbraccio affettuoso, Clary li guardò con un grandissimo sorriso sul volto. Era felicissima che il suo migliore amico e il suo ragazzo andassero d'accordo, in quel momento aveva le persone più importanti accanto a sé.
"Che mi racconti nanetto."
"Ma smettila! Di interessante hai solo l'aspetto."
La coppia rise alla vista del volto imbronciato di Zen, era davvero buffo e adorabile quando si arrabbiava.
"Comunque nulla di interessante, ci hai lasciato mentre ero single e sei tornato trovandomi ancora solo come un cane."
Jace scompigliò i capelli dell'amico, lo riteneva un fratello minore da proteggere, uno di quelli che bisogna continuamente difendere dai bulli.
"Lo troverai."
Zen alzò le spalle, Clary notò un leggero cambio d'umore e si intromise.
"Cosa volete fare?"
"Tutto quello che vuoi fare tu."
Clary lanciò una veloce occhiata a Zen, si era chiuso nel suo mondo. La ferita era ancora aperta nonostante fosse passato tanto tempo, prese a braccetto i suoi due uomini preferiti e si incamminò al McDonald's, sapeva che così facendo, Zen avrebbe ritrovato il sorriso.
Si sedettero ad un tavolo e Zen, deciso a volerli lasciarli soli per un po', andò a comandare e ritirare il pranzo.
Tirò fuori il telefono, la fila era davvero lunga e non aveva nessuna intenzione di annoiarsi ad aspettare.
Ad un certo punto si sentì osservato, alzò lo sguardo, ma c'erano davvero troppe persone a confonderlo.
Prese il pranzo e tornò al suo tavolo, Clary e Jace si stavano baciando. Zen sentì lo stomaco chiudersi, scosse la testa cancellando i ricordi che rischiavano di tornare a galla e si avvicinò.
"Ehi piccioncini, è arrivato il pranzo."
I due si staccarono e sorrisero imbarazzati, fortuna vuole che non erano le tipiche coppiette sempre attaccate l'un l'altra sempre pronte a baciarsi anche in maniera non molto delicata.
"Grazie Zen."
Passarono due ore a ridere e scherzare, incurante delle occhiatacce che gli altri gli lanciavano per le risate ad un volume troppo alto.
Quando ebbero finito uscirono, erano pronti ad andare al cinema quando il telefono di Zen squillò.
Rispose alla chiamata e un'ombra mista tra la rabbia e la tristezza passò nei suoi occhi azzurri quasi grigi, Clary lo guardò preoccupata.
"Io vado a casa, ci vediamo domani."
Senza aspettare una singola risposta girò loro le spalle e li lasciò perplessi, Clary guardò preoccupata Jace ma quest'ultimo la calmò.
"Ha bisogno di stare da solo, lo sai che quando ha bisogno di sfogarsi la prima persona che chiama sei tu.''
Lei annuì e, seppur titubante, seguì il fidanzato.
Intanto Zen, chiuso nel suo mondo, camminava velocemente e senza una meta precisa. La chiamata lo aveva turbato parecchio, anzi, più che la chiamata in sé era proprio la persona che lo aveva cercato: Felix.
Erano stati insieme per più di due anni, erano la copia perfetta che persino gli etero avrebbero invidiato. Si intendevano alla perfezione, quando uno era triste o con la barra dell'umore basso, l'altro lo capiva immediatamente e cercava sempre, anche indirettamente, di risollevarlo. Erano due corpi con un'anima sola, ma si sa, le storie non sempre hanno un bel lieto fine.
Trovarlo a letto con un altro ragazzo lo aveva distrutto, quel letto che aveva accolto il loro amore, in quel letto che per Zen era stata la prima volta, Felix lo aveva usato per sfogare i suoi bisogni sessuali.
Zen aveva provato ad ascoltare la giustificazione dell'altro, ma non stava né in cielo né in terra.
"Volevo sperimentare l'adrenalina dell'essere scoperto."
Dopo quella Zen gli aveva dato massimo un mese di tempo per trovarsi un nuovo alloggio, perché sì, l'altro gli aveva rivelato di sfruttarlo per poter dormire con un tetto sopra la testa.
Era stato un colpo durissimo per Zen, perché si, malgrado tutto lui era ancora troppo legato a Felix. E dopo quasi un anno, l'altro lo aveva contattato.
Zen non si accorse di una figura ferma davanti a sé e di conseguenza ci andò a sbattere contro.
"Mi scusi!"
Alzò lo sguardo e incontrò due gemme verdi, erano incastonate in un viso che di imperfezioni non aveva.
"Non preoccuparti, capita a tutti."
Lo sconosciuto gli sorrise e Zen sentì le gambe molli, ricambiò timidamente il sorriso e cercò di allontanarsi. L'altro lo fissò per un attimo e gli si parò nuovamente davanti, Zen lo guardò confuso.
"Hai la faccia di uno che vuole scomparire da questa terra, ti offro qualcosa da bere, ti va?"

Love is a dangerous game [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora