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Zen sorrise felice, Declan lo aveva portato ad un ristorante poco lontano dalla casa e la vista panoramica era perfetta, si trovavano in un tavolo appartato e solamente i camerieri venivano a disturbare la calma.

"Ti piace qui?"

"Resterei qui ad osservare il panorama tutto la sera."

"Non abbiamo fretta."

Il giovane si appoggiò al più grande e sospirò felice, le mani dell'altro andarono ad accarezzargli dolcemente le braccia e rimasero in quella posizione per molto tempo.

Era passato quasi un mese dall'arrivo alla villa e nessuno li aveva disturbati, sicuramente nessuno aveva smesso di cercarli, ma quel piccolo angolo di paradiso era ancora intatto.
Declan era sempre sull'attenti e non lasciava mai da solo Zen, lo teneva sempre sotto controllo ma all'altro non sembrava dispiacere.
Spesso si erano trovati in momenti bollenti e molte volte finivano tra le lenzuola o in qualche angolo della casa a fare cose vietate ai minori.

Zen si sentiva rilassato accanto a Declan, sapeva che lo avrebbe protetto e spesso lo provocava quando quest'ultimo gli insegnava ad usare la pistola per autodifesa o combattimento corpo a corpo, molte volte non finivano nemmeno l'allenamento.

"A cosa pensi?"

"A quanto sono felice di averti incontrato."

"Ma se la prima volta hai cercato di scappare da me!"

"Beh, ero giustificato! Pensavo che tu volessi consolarmi ma avevi un secondo fine! Ci sono rimasto male."

"Non mi sembra che questo secondo fine sia poi così male, mi sbaglio?"

"Stronzo!"

Declan rise e Zen voltò lo sguardo da un'altra parte, sapeva che infondo era vero, ma voleva fare il finto offeso.

"Ti ho detto di toglierti quel broncio dal viso."

"È colpa tua!"

Declan prese la mano di Zen e la posizionò sul membro ormai duro.

"E questo è colpa tua, che ne dici di risolvere?"

Zen arrossì, non voleva farlo in quel ristorante, ma la voglia era più forte della paura.

"In bagno?"

"In bagno."

E lasciarono la tavola in cui erano seduti, si chiusero a chiave e presero a baciarsi con ardore.
Declan girò il corpo più piccolo del compagno e gli abbassò tutto d'un colpo pantaloni e boxer, gli accarezzò dolcemente il sedere per poi penetrarlo senza preparazione.

Soffocò un urlo di Zen con la propria mano e prese a pompare più forte, l'altro si aggrappò disperato alla parete ma le gambe rischiavano di cedere ad ogni spinta.
Declan ringhiò e morse la spalla dell'altro che, a quel contatto, strinse gli occhi e si lasciò andare al piacere. Il più grande lo seguì poco dopo, quando si tolse dall'altro vide il proprio sperma colare fuori.
Si leccò le labbra e prese a stimolargli nuovamente il cerchietto di muscoli.
Zen gemette e appoggiò la fronte contro la parete, le gambe tremavano e il sesso tornò nuovamente duro.

"Sei già eccitato."

Zen si girò verso l'altro, gli occhi oscurati dall'eccitazione e il respiro affannato, Declan lo afferrò per il sedere e lo penetrò nuovamente.
Zen morse forte la spalla del grande e cercò di andare contro le spinte dell'altro, aveva quasi le lacrime agli occhi dal piacere che stava provando.
Declan venne per primo e Zen, sempre più stremato, sporcò, oltre al suo, anche il ventre del compagno.

"Sei troppo... quando lo facciamo..."

Declan rise divertito e fece scendere l'altro, sorreggendolo lo stesso in caso di una sua caduta.
Prese un pezzo di carta e lo pulì, Zen cercò di sistemarsi un po' l'aspetto ed uscì.
Declan si sistemò la camicia ed uscì anche lui, lo raggiunse al tavolo e come nulla fosse successo, comandarono il dolce appena arrivato.

Love is a dangerous game [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora