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"Quindi, nel giro di un anno lui ti ha contattato?"
Zen annuì sconsolato, lo sguardo basso rivolto al tè freddo che stava sorseggiando lentamente.
"Meriti di meglio."
Alzò lo sguardo leggero confuso, l'altro lo stava fissando con un sorriso strano sulle labbra.
"Ah sì?"
"Certo, tipo me."
Sputò la bevanda che aveva in bocca e tossì. L'altro lo fissò trattenendo a stento una risata.
"Non sei abituato ad essere corteggiato vero?"
"Mi è già capitato, ma abbi un po' di tatto."
"Scusami, volevo dire che il mio organo copulatorio voleva far visita al tuo deretano triste e solo."
Zen lo fissò con un leggero velo di rabbia, finì di consumare l'ordine e, dopo aver lasciato i soldi del conto sul tavolo, uscì.
Non pensava che quell'invito avesse un secondo fine, come al solito si era rivelato troppo ingenuo.
Mentre camminava sentì il telefono squillare, lo prese e lesse il nome di Clary.
"Dimmi."
"Stai bene?"
"Si."
"Sicuro?"
"No."
"Stasera cena da me, io e Jace ti aiuteremo."
Zen sorrise ben sapendo che l'altra non poteva vederlo.
"Va bene, a stasera."
Appese e, facendo uscire un sospiro di frustrazione, entrò nella metro.
Durante il viaggio ripensò a quell'uscita con quel tipo, era stata strana. Certo, quell'uomo aveva una bellezza che poche volte aveva visto. Pensava di aver trovato qualcuno che potesse ascoltarlo, ma ovviamente si era illuso nuovamente.
Arrivato a casa, si fiondò immediatamente in doccia. Vi restò dentro per più di un'ora e fu costretto ad uscire a causa del campanello piuttosto insistente, si mise un accappatoio e andò ad aprire.
Clary e Jace lo guardarono con tenerezza e gli porsero una busta di plastica.
"Ti abbiamo preso i bignè alla crema che tanto ti piacciono."
"Grazie, non dovevate."
"Un po' di dolci coccole non hanno mai ucciso nessuno, ci fai entrare o mangiamo sull'uscio?"
Zen sorrise e si spostò di lato, si riteneva fortunato ad aver trovato due persone così splendide.
"Che cos'è successo?"
"Sempre così diretta."
Clary gli fece una linguaccia e Jace le spettinò i capelli, Zen si mise ai fornelli e tirò fuori dal congelatore tre fette di carne.
"Mi ha ricontattato."
I due si immobilizzarono, Clary cercò una qualche reazione da parte dell'altro che però rimase impassibile. Jace, in passato, aveva sentito solamente parlare di quello che Felix aveva fatto a Zen, ma assistere alle lacrime del più piccolo era bastato per fargli salire la rabbia.
"Che cosa ti ha detto?"
"Che gli manco."
"E tu?"
Il silenzio di Zen valeva più di mille parole, si sentiva tutta la tristezza, la confusione e la paura del cuore del ragazzo.
"Zen..."
Il più piccolo alzò lo sguardo ormai pieno di lacrime, Clary lo abbracciò stretto a sé. Jace era rimasto in silenzio, la rabbia era troppa.
Clary lo guardò, sapeva che cosa stava pensando il suo ragazzo ed è per questo che ebbe paura. Zen non lo sapeva, ma Felix era un cugino lontano di Jace.
L'aveva scoperto da poco anche lui, ad un incontro con i parenti. Se lo era trovato davanti, si era sforzato a non picchiarlo davanti a tutti, ma questa volta niente gli avrebbe impedito di prenderlo a pugni.
Lanciò una veloce occhiata a Clary che lo fissava con gli occhi imploranti, capì che cosa volesse dirgli e si calmò immediatamente.
Niente mosse avventate.
"Zen."
"Ma perché sono così stupido?! Dovrei odiarlo e sono ancora qui a piangere per lui!"
Clary lo guardava tristemente. Non sapeva come consolarlo.
Durante la cena, il malumore era quasi sparito. I tre erano sdraiati sul grande divano a guardare un film comico vecchio, i migliori per Zen.
"Il vecchio Charlie Chaplin è sempre il migliore."
Jace era abbastanza assente, rideva a volte, ma per la maggior parte del tempo era silenzioso.
"Stai bene J?"
Finalmente Zen attirò l'attenzione dell'altro.
"Si, sto bene."
Clary gli diede una piccola botta senza che il più piccolo se ne accorgesse, Jace capì il significato del gesto e mise da parte i brutti pensieri.
Quando divenne troppo tardi salutarono l'amico, in macchina l'umore non era dei migliori.
"Potevi almeno evitare di pensare continuamente a Felix!"
"Scusa se sono incazzato con lui!"
"In quel momento l'unico che poteva permettersi quel sentimento era Zen! Siamo andati da lui apposta per tirargli su il morale, non per farlo preoccupare!"
Jace strinse il volante e rimase in silenzio, Clary distolse lo sguardo e si mise ad osservare il paesaggio che scorreva veloce.
Arrivati a casa vi entrarono in silenzio, la ragazza si diresse in doccia e, appena finì, si mise la camicia da notte e andò a dormire.
Jace rimase seduto sul divano, rifletteva al comportamento che aveva avuto e si pentì leggermente.
Si fece anche lui la doccia e si mise sotto le coperte, si accostò al corpo della propria ragazza e le lasciò dei teneri baci alla base del collo.
"Lasciami stare."
"Scusa, ma sai che per me Zen è come un fratellino da proteggere e il fatto di avere quel coglione come parente mi fa incazzare, mi dispiace tanto per il mio comportamento."
Clary si girò verso di lui con le lacrime agli occhi.
''Odio discutere con te."
"Anch'io."
Si diedero un tenero bacio sulle labbra e, abbracciati l'uno all'altro, si addormentarono.

Love is a dangerous game [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora